La vita paga il sabato

La vita paga il sabato

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Published: 21/06/2022

Format: Brossura

ISBN: 9788806252786

VIVERE (E MORIRE) NEL LATO OSCURO DELLA VALLE 

di BARBARA MONTEVERDI

“Novità da Lavezzi?” “E’ ancora sulla scena, stanno controllando orme e tracce di pneumatici. Provo a chiamarlo. ”Pedrelli lascia la stanza. Come tutti i piemontesi preferirebbe farsi operare di emorroidi in pubblico, piuttosto che parlare al telefono davanti a qualcuno.

Prendo per buona questa affermazione di Longo, che è piemontese e sa di cosa parla, e finalmente comprendo qualcosa rispetto alle mie personalissime idiosincrasie: non amo parlare al cellulare in pubblico a causa dell’eredità genetica di una nonna paterna torinese! Sicuramente non ve ne importa nulla, ma è un momento catartico della mia vita che ho voluto condividere e poi…l’ho sempre detto che da Longo c’è solo da imparare.

Ma venendo alle faccende serie, ecco cos’altro ci insegna l’autore col suo libro: i testi ben meditati danno risultati eccellenti. Sì, perché questo scrittore oltre a padroneggiare perfettamente la tecnica della scrittura, non sbaglia un noir neppure a volerlo e noi lettori possiamo solo essergliene grati.

In questo caso specifico c’è tutto: il fattaccio (l’omicidio di un produttore cinematografico e la scomparsa della ancor piacente moglie, ex attrice) avviene a Clot, un villaggio sperduto tra le Alpi piemontesi, reso in modo impeccabile con due parole qua e una frase là, mai una descrizione perché non ce n’è bisogno; i personaggi vengono via via presentati con poche, perfide, pennellate e l’azione avanza a passi cauti ma inarrestabili dell’ormai noto commissario Arcadipane, sempre più stropicciato nel corpo e nell’anima, sempre bisognoso del supporto morale del vecchio e malato amico Bramard.

Nel frattempo, mette i suoi paletti fisici e morali affinché l’indagine parta col piede giusto, senza mandarle a dire a nessuno.

“Ascolti anche lei, per favore –dice in direzione dell’appuntato. – La strada per adesso resta chiusa. Da lei, sindaco, mi aspetto che faccia capire ai suoi trentasei cittadini che qualsiasi spostamento deve essere motivato e autorizzato. Se hanno invitato dei parenti, rimandano. Se devono comprare qualcosa di indispensabile, lo ordinano, il personale al posto di blocco lo ritira e glielo fa avere. La situazione per intenderci è il classico: nessuno esce dalla classe fino a che non salta fuori chi ha preso il compasso del compagno o qualcuno disposto a farne il nome.”

Ed ecco che, mentre stiamo ancora sghignazzando per il suo rude sarcasmo, Arcadipane ci spiazza con una dichiarazione d’amore nei confronti della sua città: Oltre i portici di piazza Carlo Felice come previsto piove. Meglio, pensa Arcadipane, perché se c’è una città bella e modesta quando piove è Torino. Poi Longo prosegue con un tono poetico, leggero e “brividoso” che lascia disarmati.

Questo forse spiega la nota di Alessandro Baricco all’uscita della serie dedicata a Bramard e company: “La cosa che mi secca, delle storie di Bramard e Arcadipane, è che non le ho scritte io.” Perché, effettivamente, questa è roba buona, di prima qualità e viene dalla stessa coltivazione, quella degli scrittori coi controfiocchi che definiscono il protagonista uomo nuragico e mai termine fu più azzeccato per descrivere in due parole (proprio due, non una di più) un essere umano solido e sgraziato come un rifugio in pietra nella campagne riarse della Sardegna.

L’unica mia perplessità riguarda la figura della terapeuta, Ariel, che pare inserita un po’ forzatamente nel contesto e che forse avrebbe meritato un racconto tutto per sé, viste le sue caratteristiche; in questo noir risulta un po’ ingombrante, la storia è già sufficientemente spessa, non necessita di ulteriori pilastri su cui poggiare, ma il personaggio è inquietante, molto interessante e degnissimo di una storia sua.

Può darsi che Longo ci abbia già pensato e perciò lo aspettiamo al varco con una nuova avventura, altri dilemmi, qualche malinconia e tanto Piemonte. Che ci piace assai osservare attraverso i suoi occhi.

TRAMA

Un produttore cinematografico, fratello di un potente ex ministro democristiano, viene trovato morto dentro la sua Jaguar, abbandonata in una sperduta valle alpina. Sua moglie, un’ex attrice che ha fatto innamorare un’intera generazione, è scomparsa. Incaricato delle indagini, il commissario Arcadipane deve lasciare la sua Torino e trasferirsi temporaneamente a Clot, un grumo di case sorvegliate da una diga che serra la valle come un cappio. Ad attenderlo, gente diffidente e spigolosa e un rebus da far scoppiare la testa. Troppo complicato per non chiamare in aiuto il vecchio amico e mentore Corso Bramard e l’indisciplinata quanto indispensabile agente Isa Mancini, entrambi alle prese con un momento difficile della propria vita. Per arrivare alla verità sarà necessario scavare tra antichi segreti e nuovi egoismi, districando una trama tessuta a piú mani. Fino alla scoperta che per tutti, o quasi, la vita paga il sabato.

Ascolta l’incipit letto da Barbara:

5.0Overall Score

La vita paga il sabato

VIVERE (E MORIRE) NEL LATO OSCURO DELLA VALLE  di BARBARA MONTEVERDI “Novità da Lavezzi?” “E’ ancora sulla scena, stanno controllando orme e tracce di pneumatici. Provo a chiamarlo. ”Pedrelli ...

  • Trama
    5.0
  • Suspense
    5.0
  • Scrittura
    5.0

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