Finalmente il nuovo romanzo di Michele Navarra è uscito …finalmente possiamo leggere una nuova avventura di Alessandro Gordiano!!! E finalmente noi lo abbiamo intervistato per questa nuova avventura: “Una giornata cominciata male”, sempre edito dalla grande Fazi Editore.

INTERVISTA

Da dove nasce l’idea di questo romanzo? 

L’Argentario – cui sono molto legato fin da quando ero un bambino (la prima volta che ci sono stato, nel lontano 1969, non avevo nemmeno compiuto un anno) – è uno di quei luoghi da cartolina, che nessuno potrebbe immaginare come scenario di un delitto. L’idea di ambientare un romanzo giudiziario proprio nel cuore di Porto Santo Stefano e della maremma toscana, da Orbetello, con la sua laguna incantata, al borgo di Porto Ercole, dove Caravaggio perse la vita, passando per le spiagge della Giannella  e della Feniglia, con i loro storici stabilimenti balneari, per arrivare fino a Grosseto, al suo piccolo carcere e al suo tribunale, era davvero molto intrigante, qualcosa che volevo fare da molto tempo.

Prima la Sardegna, poi il Lazio e adesso la Toscana, come mai questo cambiamento di luoghi, sarà una caratteristica di tutti i romanzi?

Ti confesso che non si tratta di una scelta ragionata, ma puramente casuale, istintiva direi. La collocazione principale delle storie che racconto resta comunque Roma, la città dove Alessandro Gordiani vive, e infatti quasi tutti i miei romanzi sono di ambientazione romana (anzi, in alcuni casi, esclusivamente romana, come ad esempio “Una questione di principio”, “Solo la verità” e “Nella tana del serpente”, che hai letto lo scorso anno), pur con sviluppi e commistioni che toccano anche altri luoghi suggestivi, come ad esempio Bracciano e Anguillara, con il loro piccolo lago (“Per non aver commesso il fatto”), le dune di Sabaudia (“A Dio piacendo”), passando appunto per i maestosi paesaggi sardi (“L’ultima occasione” e “Solo Dio è innocente”), fino ad arrivare a quelli toscani, altrettanto incantevoli, dove è appunto ambientato “Una giornata cominciata male”.

C’è del vero in questo romanzo, qualcosa che ti ha colpito e hai voluto portare al lettore?

Il caso giudiziario (anzi i casi, perché si tratta di più vicende che si intersecano tra di loro) che racconto in questo romanzo è del tutto inventato, anche se come mi capita sempre – e credo che ciò nel mio caso sia inevitabile – per scriverlo ho saccheggiato il mio vissuto professionale, recuperando tanti spunti da processi e situazioni che mi è capitato di affrontare in quasi trent’anni di attività sul campo. Come ho già fatto in passato, volevo mostrare al lettore il rischio di rimanere invischiati in una vicenda giudiziaria potenzialmente devastante… Nonostante si pensi che cose del genere non possano mai capitare proprio a noi.

Perché hai deciso di rendere ancora più corale questo romanzo e abbassare il livello di protagonismo di Gordiani?

Alessandro Gordiani è uno strumento attraverso cui racconto una storia. È un mio amico e il mio complice più fidato. Spesso funge quasi da “direttore d’orchestra”, il cui compito è guidare al meglio la sua squadra di musicisti lungo tutto lo spartito. In questo suo compito, non deve necessariamente essere ingombrante, o peggio totalizzante, ma, quando necessario, deve saper lasciare il giusto spazio agli altri attori. Comunque, resta pur sempre lui il vero protagonista del romanzo, capace di tirare le fila del discorso e di fare da collante narrativo a tutta la vicenda.

Gordiani fa molte riflessioni sulla giustizia, alcune le fa anche Polara, prendi spunto dai tuoi pensieri di avvocato?

Certamente sì. Entrambi, attraverso le loro riflessioni (ma anche attraverso le loro azioni), mi hanno consentito di raccontare la mia idea di giustizia, o almeno di quelli che a mio avviso dovrebbero essere i principi ispiratori dell’attività giudiziaria, sia da parte della pubblica accusa che della difesa. In questo libro, peraltro, ho voluto tratteggiare una figura di pubblico ministero particolarmente garantista, Carmine Polara, una sorta di “avvocato mancato”, come lo definisce Gordiani a un certo punto del romanzo. Un tipo di pubblico ministero come se ne trovano molto di rado nella realtà di tutti i giorni. Ad avercene pubblici ministeri come Polara!

Un inizio che è una bomba, quali sono state le tue ispirazioni mentre scrivevi questo romanzo?

La vita di tutti noi può cambiare in una frazione di secondo. Sembra una considerazione scontata, forse anche banale se vuoi, ma è la pura e incontrovertibile verità. In quell’attimo – che molto spesso dipende da casualità del tutto imprevedibili e ingovernabili – il nostro destino può cambiare radicalmente e la nostra vita (unitamente alla vita di un altro o di altri, in una catena inesorabile) può essere distrutta per sempre. Sono partito proprio da quest’idea per scrivere le scene iniziali del romanzo, i primi capitoli, con la consapevolezza che qualcosa di simile può essere sempre dietro l’angolo. La parola d’ordine dovrebbe essere “nessuna distrazione”, ma spesso non è così e dopo… sono guai, guai seri.

Gordiani in quale regione lo ritroveremo?

Ancora non lo so, anche se ha già cominciato a prendere forma un’idea per il prossimo romanzo… Chissà, potrei ambientarlo di nuovo a Roma, magari in un quartiere periferico e suggestivo come l’EUR, con i suoi grandi palazzi in stile razionalista, il cosiddetto “Colosseo Quadrato”, la Basilica dei Santi Pietro e Paolo, l’Obelisco di Marconi, il Palazzo dello Sport di Piacentini e Nervi, la “Nuvola” di Fuksas… Oppure in una città straordinaria, bellissima e pulsante come Milano, magari dando ancora più spazio all’avvocato Paolo Colnaghi, “milanese da quattordici generazioni”, uno dei migliori amici di Gordiani e storico socio del suo studio legale… Che ne dici?

E noi diciamo che sarebbe bellissimo … Lo aspettiamo presto, intanto vi lasciamo alle altre tappe del blogtour per conoscere più a fondo il nuovo romanzo di Navarra.

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