Ciao Ciao Commissario

Ciao Ciao Commissario

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Published: 19/09/2022

Format: Brossura

ISBN: 9788842560715

RECENSIONE

TRAMA

C’è un cadavere nei boschi della Sabina che reclama giustizia e su cui è chiamato a indagare uno dei commissari più singolari della capitale: il commissario Pirrone. E ai lettori viene subito da pensare cosa diamine ci faccia uno come lui in Polizia e soprattutto nel commissariato di Roma nord. Poi continuando con la lettura molte tessere vanno al loro posto e si comprende meglio che tutta la cultura di Pirrone gli serve proprio a fare il commissario, anzi, a risolvere casi e il posto in cui opera alla fine è poco di più di uno stato d’animo, come il Texas per i texani. È una indagine non facile questa del cadavere nel bosco, ma Pirrone può contare su qualche prezioso aiuto, concreto (il coltissimo amico avvocato), un po’ meno concreto e criptico come quelli che gli arrivano da personaggi del tutto inaspettati. Ed è per questo motivo che Ciao Ciao Commissario va gustato come un giallo dai lettori di genere, ma in realtà è molto di più. È un vero e proprio viaggio nel classicismo e nella fantasia più sfrenata. Roba da allacciarsi le cinture. 

PERSONAGGI

Stessa cosa di sopra. I personaggi di questo romanzo vanno tutti considerati con mente aperta, anzi, l’intero lavoro letterario induce al open your mind perché l’alternanza tra Pirrone e Achille, Paola e Euridice, l’avvocato e Virgilio spiazza, esorta, stimola e alla fine convince. Forse per la prima volta nella mia storia di blogger posso affermare con assoluta certezza che in questo caso specifico il personaggio vero è il libro stesso. Lo stesso romanzo che pagina dopo pagina si trasforma, muta, si presenta in un modo per finire a essere altro. Un giallo metamorfico che forse potrà fare da apripista a molti altri libri di genere.

AMBIENTAZIONE

Un altro giallo ambientato a Roma? Vi prego non posso farcela. 

Invece mi sono dovuta ricredere perché non c’è nulla della Roma rinascimentale, della città turistica, dei monumenti famosi in tutto il mondo. È una Roma più oscura, o meglio chiaroscura, dove si può fare un aperitivo spendendo centinaia di euro, oppure avere come vicino di casa un badante che a stento riesce a mettere 50 euro da parte. L’ambientazione di questo romanzo alla fine non è altro che la conferma che Roma è un crogiolo di contraddizioni irrisolte e che probabilmente proprio queste ne continuano a decretare l’ombroso fascino. Se poi come ambientazione ci va, da lettori esperti, di considerare anche gli stati d’animo, allora, in questo romanzo ne troveremo a piacimento. Paola è un mondo. Pirrone è un mondo. È questo che fa la differenza. 

CONSIDERAZIONI

Opera prima di un regista con esperienza, e che risente, pur nella sua originalità, di uno stile e di un linguaggio ancora acerbi nel genere. Una cosa che permette, però, all’autore di sentirsi “libero” dagli schemi e questa libertà di espressione arriva dritta in faccia al lettore che non può non apprezzarla. Sarebbe interessante scoprire i prossimi lavori di Faenza e notare il suo miglioramento nel genere giallo che sicuramente ci sarà.

INTERVISTA

 Giacomo da dove parte l’idea di personaggi storici famosi che diventano “spiriti guida” per un commissario romano contemporaneo? 

L’idea ovviamente è vecchia come il cucco ma si è formata gradualmente nella mia testa. Qualche anno fa mia figlia mi disse che aveva visto un film, o forse erano appena cominciate le serie tv, in cui Batman sfidava Cappuccetto Rosso o qualcosa del genere, comunque si trattava di una sfida altamente improbabile. Pensai che finalmente c’era spazio per storie fantasiose e molto libere, senza troppi vincoli narrativi. Poi arriva la pandemia, accendo la tv e mi rendo conto che al pomeriggio si vedono solo crime. Da regista mi sono detto: vuoi lavorare, fare serie tv di qualità? Scrivi un crime. Così ho deciso di scrivere un romanzo giallo, ma un giallo diverso dal solito, un giallo che rispecchiasse i miei gusti, le mie inclinazioni. Così mi sono venute in aiuto la pletora di nozioni racimolate in 50 anni di letture di classici e visioni di film, tutte queste nozioni/informazioni mi han detto ‘hey bello ci siamo anche noi, vogliamo uscire dalla tua testa che è troppo stretta, che ne dici di metterci nel tuo giallo?’ e gli ho risposto di sì, che mi sembrava una cosa certamente da fare, anche se non sapevo bene come legare insieme tutte quelle nozioni. Non sapevo come dargli una nuova veste, nuova linfa vitale, dovevo assolutamente evitare che risultassero fredde nozioni per dotti sfigati e insopportabili saccenti. Dunque che fare con tutte queste nozioni di storia dell’antica Grecia, di Roma, di letteratura classica eccetera? In altre parole avevo la testa piena di informazioni che non sapevo come espellere per liberare un po’ di memoria. Ripenso a Batman e Cappuccetto Rosso e accarezzo l’idea originalissima di fare incontrare il mio commissario con illustri personaggi del passato. Salvo rendermi conto che è da diversi millenni che l’uomo si cimenta nel racconto di incontri prodigiosi, basti pensare all’archetipo della catabasi (dal greco κατάβασις “discesa”): Ulisse che va nell’Ade e incontra Tiresia e Achille; pure Eracle ci fa capolino. Chi non ricorda la straziante storia di Orfeo che va a riprendersi Euridice (ma poi si volta e rovina tutto)? Ci sarebbe pure Gesù ma laggiù si è trattenuto solo tre giorni per un banale errore di destinazione. E come non citare i golden boys della letteratura italica, Dante e Virgilio che vanno gironzolando per l’inferno incontrando praticamente chiunque. Dunque mi sono detto il mio commissario è in buona compagnia, si cimenterà in incontri fantastici, facciamolo! Ecco dove stipare le poche cose che so o che credo di sapere, l’archetipo dell’incontro prodigioso rappresentava la soluzione perfetta ma nella versione alternativa, nel mio caso non è il vivente che va dai morti bensì il contrario tipo A Christmas Carol di Dickens, ma senza fantasmi. Insomma ho pirronizzato la catabasi, per usare un neologismo facilmente comprensibile da chi ha letto il mio romanzo. Pure il nome del commissario Pirrone viene dagli studi classici, è una duplice citazione, sta al lettore stanarle entrambe! 

Lasciando da parte Pirrone, protagonista indiscusso e focus su cui si concentrano giustamente tutti i lettori, a te quale è il personaggio minore che hai creato e che ti piace di più e perché? 

Mi piacciono un po’ tutti i personaggi casinari e imprevedibili che ruotano attorno al protagonista, e sono riconoscente pure a quelli un po’ stronzi perché ti consentono di parlare della realtà sfiorando a tratti il surreale (d’altronde la realtà è un po’ surreale a volte, no?). Prendi Paola, la fidanzata di Pirrone, è matta il giusto, spariglia ogni volta le carte, non sai mai da che parte va, è attrice di pubblicità di detersivi che sogna il cinema d’autore: una così ti consente voli pindarici con annesse sterzate improvvise verso l’improbabile e oltre. Poi c’è l’avvocato latinista dottissimo amico di Pirrone con cui si intrattiene al simposio del giovedì sera, lì sì che ho potuto riversare buona parte del sapere che avevo immagazzinato nella mia disgraziata testolina senza sapere bene che farmene. Per regalare un parlare forbito all’avvocato ho dovuto rimettermi a studiare, fare ricerche, sgrezzare e raffinare le nozioni arrugginite che si erano attaccate alla memoria come patelle allo scoglio.  

Roma nord nell’immaginario di chi conosce un pochino la capitale è la parte della città con più contraddizioni possibili, ci vivono i vip e ci vivono gli arricchiti attraverso attività non proprio lecite. Perché la scelta di far operare il tuo protagonista proprio qui? Perché non scegliere invece una periferia dimenticata come Torre degli Angeli, ad esempio? 

Roma Nord è un non luogo. A parte ponte Milvio non c’è storia, non c’è niente, solo case moderne di riccastri, pasticcerie e locali pretenziosi buoni per ricchi calciatori, e tante ma tante cacche di cani di razza sui marciapiedi. Roma Nord non ha niente della magia di Roma, si vedono più filippini (ovviamente camerieri o badanti) che romani. Ci ho abitato diversi anni, lo conosco abbastanza e mi è sembrato il luogo ideale per piazzarci un commissario in credito con la fortuna, poco soddisfatto di sé, attraversato dal desiderio di fuggire altrove. Diciamo che un quartiere del genere, con la puzza sotto il naso ma in fin dei conti decisamente inglorioso, ben si presta a fare da sfondo al galoppante sentimento di scoramento del nostro eroe. 

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