di Simonetta Stefanini
Carlo. A. Martigli è uno dei più importanti scrittori italiani, con un passato ai massimi livelli nella finanza, poi abbandonata per dedicarsi esclusivamente alla scrittura. Autore di numerosi best seller, tradotti in ventitré lingue, ha venduto oltre due milioni di libri nel mondo. Giornalista e sceneggiatore, ha collaborato alla realizzazione di alcuni lungometraggi e corti, tra cui La Banda Colombo, presentato in anteprima nazionale il 4 Aprile 2022 e propedeutico per una serie televisiva. Sta attualmente lavorando ad alcuni progetti cinematografici con due diverse produzioni italiane e internazionali. Quale migliore occasione per entrare nel mondo di questo autore e conoscerlo tramite questa intervista esclusiva concessa al nostro blog? Buona lettura.
Carlo, c’è stata una spinta decisiva per farti iniziare a scrivere?
Nessuna spinta, sono nato con questo karma, ho scritto da quando ho cominciato a scrivere, che sembra tautologico ma non lo è. Ho passato le forche caudine ma diciassette anni fa è arrivato il cambio di vita e quindici anni fa il grande successo. Sono fortunato.
Hai un’attrattiva particolare per il genere di cui hai scritto?
Mi piace la storia, come maestra di vita, come mistero e anche come gioco, visto che con vestiti diversi si ripetono sempre gli stessi schemi. Quindi il romanzo storico, che sia popolare o thriller è quello che mi piace di più. Ma apprezzo qualunque tipo di genere, basta sia scritto bene, e questa è una rarità. Sto esplorando per questo altri generi, per cimentarmi, per percorrere altre strade. La curiosità è un’altra maestra di vita. Per tutto questo è nato anche un mio spettacolo teatrale Inganni e Misteri della Storia: divertente e pazzesco, perché rigoroso.
Quando hai iniziato con il nick name Johnny Rosso?
Nel 2007, quasi per scherzo. Avevo criticato, senza mai averne letto uno, gli horror di Stine, nei Piccoli Brividi. Per scommessa con Mondadori dissi che in 15 giorni ne avrei potuto scrivere uno. Il quattordicesimo giorno invia un romanzo horror dal titolo L’Ombra della Bestia. Rimasero sconvolti e da quello ne feci altri 23. Quando non seppi più che cosa scrivere e mi arresi, la collana Super Brividi venne chiusa.
Quanto è importante che lo scrittore abbia un agente?
Importante perchè l’agente sa quello che interessa alla casa editrice e questa a sua volta si fida di lui se gli propone un libro. Pero, attenzione, senza feeling tra agente e scrittore non si va da nessuna parte, allora meglio da soli, per non distruggere l’estro creativo. Anche se è molto più difficile la pubblicazione.
Programmi futuri?
Sempre libri, ma da un paio d’anni sono stato preso dal cinema. Ho un film low cost molto simpatico per l’anno prossimo in Barbagia per la mia prima regia (sono anche sceneggiatore), e soprattutto da una mia sceneggiatura in collaborazione con il maestro (tre Oscar) Vittorio Storaro, il direttore della fotografia più importante al mondo, è in partenza un vero kolossal storico, favolistico e rigoroso al tempo stesso.