Uno scrittore e cinque lettori in collaborazione con I thriller di Edvige, la pagina facebook più thrillosa d’Italia… Oggi il thrillerista italiano Luigi Martinuzzi autore de “La ragazza dello specchio” ed. Leone Editore ha incontrato i suoi lettori. Ma siccome siamo alla prima prova le ultime due domande arrivano dalla redazione.

A questo link potete vedere la videointervista che abbiamo fatto allo scrittore Luigi Martinuzzi.

CRISTINA MAZZUCCATO : “La ragazza nello specchio”? Perché hai scelto questo titolo? 

Questa storia è un continuo affrontare le proprie paure, le proprie difficoltà, i propri fantasmi, e qual è il modo migliore per farlo se non mettersi davanti allo specchio, osservare il proprio riflesso e scavare in fondo ai propri occhi? 

La decisione del titolo di questo romanzo è arrivata in maniera naturale e spontanea verso la fine della sua stesura. All’apparenza potrebbe sembrare una scelta banale, visto l’abuso di “La ragazza…” nei romanzi di questi ultimi anni di editoria. Vale anche per parole come “L’uomo”, “Buio”, “Notte”, “Ombra”, “Male” che ormai si sprecano. Però, in base al tipo di storia e al contesto, credo che certe volte inserirli sia inevitabile. Nel mio caso, una volta deciso come l’avrei concluso, una volta sciolti tutti i nodi della vicenda e in base al tipo di messaggio che questo romanzo voleva lanciare, non ci sarebbe potuto essere un abito migliore per lui se non questo titolo.

 TIZIANA LEONE: C’è qualche personaggio che “sei tu”, oppure ogni personaggio ha qualcosa di te? O preferisci tenerti alla larga e non farti “conoscere”? 

Parlo per la mia esperienza, ma credo che in generale, per un autore, inserire qualche lato del proprio carattere, che sia un punto debole oppure un punto di forza, in uno o più personaggi, sia inevitabile e del tutto naturale. Ne La ragazza nello specchio non ce n’è uno specifico che mi rappresenti in toto. Nel suo svolgimento i personaggi si muovevano abbastanza liberamente, ma sicuramente subendo qualche influenza inconscia della mia essenza. 

ERIKA COSTI: C’è stato un autore o degli autori che ti hanno ispirato e ti hanno invogliato ad intraprendere questa meravigliosa strada? Di chi si tratta?

Leggendo Giorgio Faletti, con la sua prosa poetica mescolata a trame thriller, mi è scattata la scintilla per L’ultimo respiro, il mio primo romanzo. Se scrivo è grazie a lui. Però potrei menzionare anche Niccolò Ammaniti, che secondo me è uno scrittore di thriller camuffato. I suoi romanzi sono molto particolari, fanno ridere, fanno piangere, hanno degli incastri tali e una forte componente adrenalinica che non hanno nulla da invidiare ai classici thriller. 

MANUEL FIGLIOLINI: Secondo romanzo, adesso sei un po’ più rodato, ma quali sono le difficoltà che incontri ogni volta che pubblichi un libro?

Il processo creativo di un libro è una cosa complicata di per sé. Scrivere un libro è un percorso che richiede pazienza, sacrificio, tempo, energia fisica e mentale. Tra le difficoltà maggiori ci sono le distrazioni che sono sempre dietro l’angolo. Poi bisogna imparare a far convivere due voci diverse dentro la testa, quella gentile e motivante delle giornate ispirate e quella dura e spietata quando quello che scrivi non ti piace per nulla. Spesso, durante la stesura, sembra che le cose non quadrino, che le situazioni non si incastrino, che i dialoghi non siano all’altezza e che la trama faccia acqua da tutte le parti. Ma tutto questo solo perché la mente analizza un lavoro ancora grezzo. I conti invece si fanno alla fine del romanzo, dopo averlo riletto e sistemato. Una volta pubblicato, invece, la difficoltà sta nell’accettare che quella storia non ti appartiene più, ma diventa dell’editore e dei lettori che hanno la possibilità di cambiarne il destino.  

ANTONIA DEL SAMBRO: C’è qualche personaggio de La ragazza nello specchio che ti piacerebbe far ritornare in un altro tuo libro?

A mio avviso ci sono libri, come film, che devono rimanere unici. Nessun seguito, nessuno spin-off. Non bisogna cadere in questa trappola solo perché le cose hanno funzionato. In molti casi in passato la scelta di riproporre alcuni personaggi è stata solo una strumentalizzazione e i risultati infatti si sono rivelati deludenti. La ragazza nello specchio ha un suo senso preciso ed è uno di quei romanzi che inizia e finisce, stop. Ogni personaggio inserito all’interno, poi, ha un altrettanto suo senso preciso e deve esistere soltanto in quel contesto. Naturalmente leggendolo si potrà capire il motivo delle mie parole.

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