SEGRETI E BUGIE DI UNA COMUNITA’
Le tue intenzioni sono di certo le migliori, ma sai qual è il brutto della vita di Zaward? Che non si tratta di qualcosa dalla quale può prendersi una vacanza, o almeno non nella maniera in cui tu, probabilmente, puoi farlo.
Da addetta ai lavori nel campo dell’editoria sono sempre attenta a tutto in un libro e in questo ultimo di Elizabeth George l’occhio mi è cascato sul frontespizio dove, dopo il titolo e il nome dell’autore, c’è scritto: Romanzo. Una scelta editoriale da parte di Longanesi precisa, affatto banale e che racchiude molto dello stesso percorso intrapreso dalla George negli ultimi anni.
Orbene, chi segue questa autrice sa che nasce come scrittrice di genere. I suoi primi libri sono thriller puri, costruiti alla vecchia maniera dell’antefatto o “scatola sul tavolo” dove il suo genio autoriale era riuscito anche a dare vita a una coppia di protagonisti riuscitissima perché giocata brillantemente sugli opposti come il sovraintendente Thomas Lynley e l’agente investigativo Barbara Havers. Ma nel corso del tempo la George è cambiata molto aggiungendo una sfumatura noir sempre più profonda ai suoi thriller, qualcosa di sociale che oltre ad arricchire le trame è indubbio motivo di riflessione per i lettori.
E torniamo, quindi, alla parola Romanzo usata per racchiudere una storia come in Una cosa da nascondere che affronta un tema delicatissimo e ancora attuale come quello della infibulazione femminile che per molte giovani ragazze continua a essere una vera violenza e un vero sopruso, inserito in un contesto sociale e territoriale che dovrebbe, invece, averlo debellato da tempo.
L’indagine di Lynley e Havers, che ritroviamo più determinati e poliziotti che mai anche in questo nuovo libro, parte dalla morte di una loro collega, di origine nigeriana, colpita letalmente al cranio e trovata in coma nel suo appartamento. Su cosa stava indagando la poliziotta Teo Bontempi? E cosa aveva scoperto di così terribile da costagli la vita?
Oltre alla parte dell’azione e della suspense vera e propria in questo ultimo romanzo della George c’è un’altra protagonista che gli affezionati lettori della scrittrice conoscono da tempo ed è Deborah, amica del cuore della defunta moglie di Lynley e fotografa di valore che per strade differenti e impreviste arriva a essere coinvolta nella stessa indagine seguita dagli agenti di Scotland Yard. Le pagine dedicate a Deborah e alla sua famiglia sono di pausa e respiro per chi legge, pagine quasi intime di pensieri ad alta voce che contribuiscono a rendere il libro della George quasi qualcosa di reale e non una semplice finzione romanzata.
Così come la location emotiva della comunità nigeriana londinese che diventa quasi un altro personaggio principale a sua volta e che fa da controcanto all’altra società di inglesi originari che messi di fronte a notizie e atteggiamenti che credevano non potessero appartenere al loro mondo reagiscono con uno stupore tanto impensabile quanto sincero. Insomma un thriller, noir, poliziesco sociale ricchissimo questo della George che continua a scrivere meravigliosamente, ma anche a essere tradotta meravigliosamente, in un lavoro di fino di Sara Crimi e Laura Tasso che ci fa capire quanto siamo fortunati noi lettori italiani ad avere una lunga tradizione di alta scuola e formazione pure in questo campo.
TRAMA
Teo, una donna di origine nigeriana che lavorava per la polizia di Londra, ha cessato da poco di respirare. Una morte apparentemente inspiegabile, finché l’autopsia non rivela il trauma letale causato da un gesto omicida, oltre a un’ombra cupa che risale al suo passato. È stato questo passato a tenderle una trappola fatale, o la sua tragica fine è legata al difficile caso al quale era impegnata sotto copertura? E se le due cose fossero collegate? Solo due giorni prima della morte Teo aveva litigato furiosamente con la sorella, Rosie, che sembra sapere molto più di quanto riveli. Cosa o chi cerca di nascondere? Sono i dubbi tra i quali si dibattono il sovrintendente Thomas Lynley, il sergente Barbara Havers e Winston Nkata, alle prese con l’indagine forse più complessa e delicata della loro carriera.
Traduzione: Sara Crimi e Laura Tasso
La George con la sua serie sull’ispettore Linley mi era sempre sembrata una garanzia di qualità e di piacevole lettura. Non ho ancora acquistato e letto questo ultimo romanzo, ma provo molti dubbi, leggendone la recensione, sul quel “sociale”. Non vorrei che ci si trovi davanti all’ennesimo scrittore che crede di dover “educare” il prossimo alla sua personale visione delle cose. Come se non fossimo sufficientemente in grado di acquisire informazioni e di elaborarle per formarci una opinione. Spero proprio di sbagliarmi …