STEVENSON HA DIPINTO UN ROMANZO
di BARBARA GALIMBERTI
L’arte di saper creare immagini e di raccontare storie è decisamente preziosa; è uno di quei doni che danno carattere a un vero autore.
Lo stile di scrittura è un tratto distintivo; non basta unire parole e frasi per narrare qualcosa, ma è necessario dare armonia a ciò che viene raccontato, con quelle emozioni che la storia stessa vuole trasmettere. Le parole utilizzate dall’autore, quindi, devono poter superare la rappresentazione statica della realtà narrata.
Benjamin Stevenson è uno di quegli scrittori capaci di inquadrare con perfezione la scena da raccontare ed è decisamente abile nel creare una composizione letteraria talmente ben sviluppata da donare ai suoi romanzi un carattere ben preciso.
Tutti su questo treno sono sospetti è un’opera che sa ammaliare il lettore, è un testo narrativo costruito con una tale meticolosità letteraria da far apparire il romanzo come fosse un dipinto, uno di quelli ricchi di intenzioni espressive, che sanno manifestare, attraverso il linguaggio delle luci, delle forme o dei colori, la poetica dell’autore. In questo romanzo sono proprio le parole a rendere unico il racconto. È proprio il tratto letterario dell’autore a donare alla storia un valore aggiunto che il lettore non può che apprezzare.
Benjamin Stevenson, in questo suo romanzo, è riuscito con il suo stile, libero e a tratti guizzante, a raccontare una storia non certo originale, anzi già nota. Eppure, grazie a un registro linguistico interessante, a dei dialoghi rispettosi della loro funzione narrativa, Tutti su questo treno sono sospetti risulta una storia unica, dalla forte personalità, dove ogni personaggio è un elemento essenziale per l’avanzamento del racconto stesso.
Sono passati i tempi di: “È stato il maggiordomo”
Questo romanzo, pur avendo un collegamento con il precedente, ha una sua struttura, tipica del romanzo giallo, dove elementi e segreti si svelano in una trama frizzante, dando quella giusta vitalità alla narrazione, portando così il lettore a non disperdere la sua attenzione tra le pagine.
Il romanzo risulta, quindi, divertente, intrigante e abile ad aprirsi al lettore, grazie ai suoi tono brillanti e originali.
TRAMA
Ernest Cunningham è nei guai. Dopo essere diventato famoso per aver scritto un true crime sulla sua famiglia – una famiglia micidiale: hanno tutti ucciso qualcuno –, il suo agente letterario e il suo editore gli chiedono con insistenza un nuovo libro. Ma dove trovare l’ispirazione, senza che qualcuno ci rimetta la pelle? L’occasione si presenta sotto forma di un invito al Festival Australiano del Giallo. In omaggio ad Assassinio sull’Orient Express di Agatha Christie, gli organizzatori hanno deciso di riunire un gruppo di celebri giallisti a bordo del Ghan, il treno che attraversa l’Australia, da Darwin a Adelaide. Durante il viaggio, Ernie avrà modo di confrontarsi con i colleghi e forse, chissà, di mettersi finalmente al lavoro. Neanche il tempo di partire che ci scappa il morto. Per deformazione professionale, ciascuno dei giallisti inizia subito a elaborare teorie in base alla propria specializzazione: c’è chi procede per deduzione, chi veste i panni del medico legale e chi traccia il profilo psicologico del possibile assassino. A bordo sono tutti sospetti. Sulla carta sanno tutti come ragiona un detective e, prima ancora, come si commette un crimine, ma chi è passato dalla teoria alla pratica?
Traduzione: Elena Cantoni
Tutti su questo treno sono sospetti
STEVENSON HA DIPINTO UN ROMANZO di BARBARA GALIMBERTI L’arte di saper creare immagini e di raccontare storie è decisamente preziosa; è uno di quei doni che danno carattere a un vero ...