Torino. Nouvelle vague

Torino. Nouvelle vague

Genere:

Published: 16/02/2022

Format: Brossura

ISBN: 9788832159394

TORINO E’ UN FILM IN BIANCO E NERO

Parte elegante, questo noir ambientato in una Torino di fine Ottobre, tiepida e conturbante. Così come il cadavere che incontriamo subito e che sarà- è vero – piuttosto freddino, ma appartiene a un’attrice charmante, molto bella in gioventù e ancora assai fascinosa nonostante i suoi 68 anni.

Sulla sua morte violenta indagano il commissario Mauro Ferrando e l’amico-complice Erasmo Mancini, PM acuto e scaltro, oltre che sensibile alle bellezze femminili. E qui mi fermo perché non è la storia che vi devo raccontare, quella vi consiglio di leggerla per conto vostro perché ne trarrete sicuramente parecchio piacere, ma vorrei far notare un interessante contrasto tra l’ambientazione e la scrittura, come quando si assaggia un piatto dal gusto inaspettato in cui il contrasto dolce/amaro rende il palato più sensibile e migliora l’umore. Ma cosa vorrà dire questo mio sproloquio? Ecco qua: il bon ton di una Torino (apparentemente) per bene si confronta con una scrittura che non si perde in leziosaggini anzi, in alcuni passaggi è essenziale, va al sodo e ci sta benissimo.

Si trova sul belvedere che sorregge la guglia della Mole. Qualche figura umana si muove tra le colonne e la ringhiera affacciata sulla notte. La temperatura è molto più fresca che all’interno, ma la visione sulla città è incomparabile. L’illuminazione elettrica traccia le rette delle strade che corrono via in tutte le direzioni, verso la balena scura della collina, verso la guglia del duomo e i nastri di alberi dei viali, verso i lampioni di Piazza San Carlo che perforano il buio come proiettili di luce dorata.”

                                                                                                      ******

L’avvocato francese Fabre e il suo omologo italiano, la dottoressa Federica Augusta, sono già seduti al tavolo ovale. Il regista invece è in piedi alla finestra, di spalle, e osserva il panorama dei tetti di tegole che visto da questa altezza arriva fino all’orizzonte.”

Due sguardi totalmente diversi, ma complementari: le due anime del romanzo. Che si legge in un fiato, nonostante il passo del racconto sia più da flâneur che da atletico marciatore: i personaggi si attardano in serate di degustazione di cucina giapponese (Erasmo, perché Mauro Ferrando è decisamente più ruspante e preferisce condividere con la sua Domiziana un saporito assado argentino), siedono in uffici anonimi studiando incartamenti e verificando testimonianze, pensano e annusano l’aria. Ma lo fanno talmente bene che noi ci immedesimiamo e condividiamo fatiche ed entusiasmi.

Mi pare un ottimo risultato per un giallo dall’aria “alla Simenon”, difficile da tenere in piedi senza una solida scrittura e idee molto chiare sullo svolgersi dei fatti. E certamente qui non c’è improvvisazione (sebbene il recensore perfido abbia notato una certa qual fragilità finale nella trama), l’autore non si è lasciato governare dai suoi personaggi, funziona quasi tutto come un orologio…torinese (diamo a Cesare quel che è di Cesare) e la voce di Ricciardiello ci accompagna esattamente dove vuole lui: inchiodati alla poltrona, col suo libro in mano a leggere una storia piena di charme senza aver voglia di interromperci per non spezzare l’incanto.

E poi sì, c’è anche l’omicidio, magari anche più di uno, e ci soddisferà venirne a capo, ma noi sappiamo che questo romanzo è qualcos’altro e che lo rileggeremo, tra qualche tempo, per respirare quella deliziosa, malinconica aria di un’epoca che fu. E anche per ripassare un bel po’ di storia del cinema francese della Nouvelle Vague (il vero protagonista di questo noir) insieme a un rapido escursus cultural-pettegolo sullo scrittore americano Burroughs che, scampato fortunosamente alla galera per aver centrato la giovane moglie in mezzo agli occhi con un improvvido colpo di pistola, dirà anni dopo che probabilmente non avrebbe mai pubblicato una riga se non avesse ucciso accidentalmente Joan.

Mi auguro che Franco Ricciardiello non abbia dovuto sacrificare all’altare della letteratura noir nessuna sfortunata giovanetta, ma una vocina perfida mi soffia nell’orecchio che, anche fosse…dopo tutto il romanzo è riuscito.

Brividi. Sipario.

TRAMA

Cinema e letteratura si intrecciano in questo romanzo giallo. Protagonisti un giovane PM e un vecchio regista della Nouvelle Vague, liberamente ispirato a JeanLuc Godard, sospettato di aver ucciso l’ex moglie dopo la Nuit Blanche, una festa dedicata alla cinematografia francese. Il palcoscenico è Torino, una Torino ricca di atmosfere, serate di gala al Museo del Cinema, strade avvolte nella nebbia. La vittima è Sophie Alma, musa indiscussa e attrice protagonista di molti film francesi degli anni Sessanta. L’indagine parte bene, poi si avvita su se stessa, viene ostacolata dalla stampa, ma infine giunge a una soluzione suggerita da una felice intuizione del magistrato, uomo di poche parole e all’apparenza scostante, ma provvisto della capacita di comprendere l’animo umano e le sue debolezze.

Se volete ascoltare l’incipit letto da Barbara:

 

4.6Overall Score

Torino. Nouvelle vague

TORINO E' UN FILM IN BIANCO E NERO Parte elegante, questo noir ambientato in una Torino di fine Ottobre, tiepida e conturbante. Così come il cadavere che incontriamo subito e che sarà- è vero - ...

  • Trama
    4.8
  • Suspense
    4.0
  • Scrittura
    5.0

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