Obscuritas

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Published: 21/06/2022

Format: Brossura

ISBN: 9788829714971

CERCANDO LA CHIAREZZA TRA L’OSCURITA’ DEL MONDO

di BARBARA MONTEVERDI

Uhm… da dove comincio? Non è facile rompere il ghiaccio e parlare di questo ennesimo noir svedese perché la tendenza sarebbe sottolinearne i difetti, mentre in realtà si legge abbastanza bene. E’ anche vero, però, che esistono innegabili pecche difficili da ignorare. Ma andiamo con ordine.

Micaela Vargas è una poliziotta svedese di origini sudamericane. Dotata di intuito, ma scarsamente considerata dai colleghi testosteronici, vive il suo lavoro con passione e frustrazione. Il delitto di un arbitro di calcio, rifugiato afgano, segna il confine tra la sua brillante intelligenza e l’ottusità bovina dei colleghi ed è la scintilla che la porta a collaborare con uno strano professore di psicologia che ricorda parecchio Sherlock Holmes.

E questo breve prologo mette in evidenza uno degli aspetti positivi del romanzo: i protagonisti sono figure atipiche, non particolarmente simpatiche, con seri problemi relazionali, ma dal pensiero libero come il vento che permette loro di tenere un passo mentale molto più spedito di quello della maggioranza delle persone.

Fin qui, tutto bene. Anzi, molto bene. Se però andiamo a esaminare lo stile della scrittura lo troviamo poco accurato, con una costruzione delle frasi piuttosto elementare, spesso il testo richiama il tema di un alunno volonteroso, ma nulla più. E poi vi sono alcune incongruenze (a mio avviso), la più evidente delle quali è che alla giovane agente viene chiesto di spiare il proprio fratello, boss emergente dello spaccio, come moneta di scambio per una futura carriera. Ora, persino la sottoscritta che non è certo un’esperta sa che dove ci sono coinvolgimenti familiari le indagini vengono effettuate da estranei, e spesso senza informare il collega. Si tratta di mantenere la distanza emotiva e garantire obiettività. Invece qui il Commissariato sembra un mercato comunale: tu mi dai una cosa, io un’altra e nel mezzo facciamo una gara al ribasso. Non mi pare credibile.

Eppure, nonostante tutto, la trama tiene e i risvolti politico-sociali che l’omicidio di un oscuro arbitro straniero fanno emergere sono molto interessanti, mentre il racconto si fa via via più affascinante e cupo; anche grazie alla figura di Rekke, l’esperto psicologo che avrebbe certamente bisogno del supporto di un collega perché è sbalestrato come pochi, ma con la mente vulcanica e capace di dedurre l’impensabile dal più minuscolo indizio.

“Il mio capo, Fransson. Ti sei accorto subito che quella mattina era stato al poligono.” (…) Rekke si alzò a sedere sul letto, si avvolse nella coperta e le puntò addosso gli occhi azzurri e irrequieti, che ora sembravano essersi un po’ rischiarati. “Aveva un callo arrossato tra il pollice e l’indice, probabilmente dovuto al grilletto e alla guardia. Si teneva l’avambraccio sollevando il palmo e abbassando le dita, tipico esercizio che deve aver imparato da un fisioterapista.” “E questo voleva dire che…?” “Che soffriva del gomito del tennista, problema comune negli sport con forte carico statico, che spesso si acutizza dopo gli allenamenti. Dalla corporatura si capiva che difficilmente si trattava del tennis. Gli occhi, invece, avevano quella luce un po’ esaltata che spesso si trova nelle persone dopo che sono andate a caccia.”

Nella seconda metà del libro, la suspense si fa sentire ad ogni riga e la continua, ripetuta, descrizione fisica dei due malconci protagonisti e dei loro malesseri è talmente realistica da causare un certo disagio anche al lettore. La scrittura, pur restando poco accurata, acquisisce forza come se (sbrigata la faccenda dell’introduzione di personaggi e situazioni) lo scrittore avesse cominciato davvero a interessarsi al suo romanzo, che resta a metà strada tra un noir e una spy story in cui sono coinvolte le autorità svedesi, l’ambasciata americana a Stoccolma e una marea di altre oscure figure legate ai talebani afgani.

Insomma, molta carne sul fuoco – compresa una latente corrente d’aria un poco maschilista sebbene si sia in terre nordiche dove non ci aspetteremmo certi atteggiamenti sul posto di lavoro – ma cucina poco raffinata.

Si legge fino alla fine con curiosità crescente e questo è il suo pregio maggiore.

TRAMA

Nell’estate del 2003, mentre gli americani stanno invadendo l’Iraq, a Stoccolma un arbitro di calcio di origini afgane viene picchiato a morte. Dell’omicidio è accusato Giuseppe Costa, uomo dal temperamento focoso, nonché padre di uno dei giocatori della squadra. Ma, al solito, non c’è nulla di definitivo. Di fronte alle insistenze di Costa, che continua a dichiararsi innocente, il capo della polizia decide di chiedere aiuto a Hans Rekke, professore di psicologia ed esperto mondiale di tecniche di interrogatorio, noto per aver trovato in passato la soluzione di enigmi apparentemente indecifrabili. Rekke fa parte dell’alta società di Stoccolma, è sofisticato, colto, grande esperto di logica e musica, ma è anche dipendente dai farmaci, ed è un uomo fragile. Dopo un avvio non particolarmente fruttuoso, si ritrova a collaborare gomito a gomito con Micaela Vargas, giovane poliziotta di origine straniera, cresciuta nei bassifondi della capitale e tirata dentro all’indagine quasi per caso. Una coppia decisamente originale, che decide di andare a fondo di un caso che li trascina nella caccia della Cia ai terroristi e nella guerra dei talebani contro la musica. Chi era davvero l’arbitro ucciso? È ragionevole considerarlo una vittima? La ricerca della verità costringerà Rekke e Vargas a cambiare continuamente prospettiva, in un crescendo di suspense e colpi di scena.

Traduttore: Laura Cangemi

Ascolta l’incipit letto da Barbara:

3.8Overall Score

Obscuritas

CERCANDO LA CHIAREZZA TRA L’OSCURITA’ DEL MONDO di BARBARA MONTEVERDI Uhm… da dove comincio? Non è facile rompere il ghiaccio e parlare di questo ennesimo noir svedese perché la tendenza ...

  • Trama
    3.8
  • Suspense
    4.5
  • Scrittura
    3.0

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