
UN SAGGIO ETICO E DI DIRITTO
di ANTONIA DEL SAMBRO
Riccardo Bocca è stato coraggiosissimo a impelagarsi in una analisi così profonda di etica del diritto perché poi ai lettori non si fa cambiare idea (nel bene o nel male) solo perché si scrive bene o si è fatta tanta, tanta ricerca.
Colpevolisti e innocentisti della “strage di Erba” ci saranno sempre e a prescindere. Ognuno continuerà a vederla a modo proprio perché se c’è una regola non detta ma stabilita da tempo è che esiste una verità fattuale e una verità giudiziaria. A volte le due realtà coincidono. A volte nemmeno lontanamente. I fattori e le cause che si sovrappongono e si respingono sono innumerevoli.
Ancora una volta ci sono prove contestate o sottovalutate. Testimonianze dirette delle vittime. Voci che gridano ognuna la propria verità e poi c’è il “pubblico”, le persone a cui vengono fornite le notizie, i retroscena, le prove, confutate e inconfutabili.
In una vicenda in cui gli stessi imputanti si autoaccusano, poi ritrattano, infine raccontano e puntano il dito per dichiararsi da un certo momento in poi assolutamente innocenti non ci sarebbe neppure tanto di strano. La storia dei processi italiani ma anche stranieri è piena zeppa di gente che si accusa e poi ritratta. Ma nel processo per la strage di Erba ci sono troppi fattori per non restare sul focus originario, ovvero: che molte persone sono morte, compreso un bimbo di pochi mesi, e sono morte, loro senza ombria di dubbio, da perfetti innocenti. È su questo realmente, principalmente e caparbiamente che si basano tutte le idee, le opinioni, i pensieri, i giudizi.
La morte. Innocenti sono morti e qualcuno deve pagare. Perché sicuramente qualcuno è colpevole.
Se Rosa e Olindo sono colpevoli o meno non sarà un saggio, seppur scritto benissimo, a far cambiare idea alle persone in un senso o nell’altro. Lo scopo ultimo di questo saggio è un racconto che si basa essenzialmente su una analisi del diritto penale. Quello che i lettori troveranno nelle pagine, nelle testimonianze, nelle ricostruzioni è solo il tentativo di riportare l’attenzione e l’accento sulla certezza della colpa. Una colpa che dovrebbe, oltre ogni ragionevole dubbio, essere il fine primario e ultimo di ogni indagine.
Nell’indagine sulla colpevolezza di Rosa e Olindo questo fine c’è stato? È stato fatto tutto il possibile per dimostrare senza ombra di dubbio che i colpevoli sono proprio loro? Questi gli interrogativi che i lettori si ritroveranno in ogni pagina del saggio. Che la loro idea o il loro pensiero, alla fine della lettura, cambi o meno è una faccenda esclusivamente personale.
TRAMA
La sera dell’11 dicembre 2006, la città di Erba, in Brianza, conosce uno dei più atroci crimini dell’Italia recente. Quattro persone – una giovane donna, suo figlio di appena due anni, sua madre, una loro vicina di casa – vengono barbaramente trucidate con un coltello e una spranga. Dopo i primi sospetti rivolti verso Azouz Marzouk, vengono arrestati Rosa Bazzi e Olindo Romano: doveva essere l’epilogo, ma non fu che l’inizio di una vicenda giudiziaria che tra infiniti colpi di scena e polemiche arriverà fino a oggi. Riccardo Bocca, in questo suo documentatissimo volume, ricostruisce la strage di Erba nel modo più completo oggi possibile. Analizzando gli atti giudiziari, documenti inediti, le nuove testimonianze dei protagonisti, Bocca riscontra un quadro di agghiacciante normalità che sfocia nell’orrore, e verifica i troppi buchi dell’inchiesta giudiziaria, i cui esiti sono difficili da accettare senza seri dubbi.
L'inferno di Rosa e Olindo
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