La valle dei bambini perduti

La valle dei bambini perduti

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Published: 04/10/2022

Format: Brossura

ISBN: 9788829711239

POTERE, VIZIO, ARROGANZA. UNA MISCELA ESPLOSIVA E DEVASTANTE

di BARBARA MONTEVERDI

Ho cominciato a leggere questo giallo di autore albanese e a pagina 39 avevo già esclamato tre volte “caspita”. Perché è, a suo modo, sorprendente. Per l’ambientazione in un territorio ancora sotto il controllo di un potere ottuso e corrotto (le vicende narrate partono dall’estate del 1981), perché il racconto ci viene dalla voce dell’ex poliziotto che all’epoca aveva seguito il caso della morte non accidentale della figlia di un pezzo grosso del governo, ex poliziotto ed ex uomo libero visto che ora – 1990 –è rinchiuso in una cella due metri per due nel carcere di Spaç, per l’interessante ritratto sociale di un Paese di cui sappiamo ancora troppo poco.

Evviva, finalmente qualcosa di diverso, eccitante e curioso. Anche nella scrittura, che ogni tanto si inceppa in qualche breve frase troppo costruita, riprendendo poi scioltezza come chi è stato balbuziente ed è riuscito a superare l’impaccio, ma saltuariamente deve sforzarsi per oltrepassare un piccolo ostacolo lessicale. Questa cosa intenerisce chi sa parlare e scrivere in altre lingue che non siano quella madre e conosce le difficoltà nel districarsi tra idiomi e modi di dire differenti: perché Artur Nuraj vive in Italia e il libro lo ha scritto senza nessun bisogno di traduttori, un altro punto a suo favore e tanto di cappello. Certo, c’è ancora strada da fare, deve trovare uno stile personale meno “burocratico”, perché alle volte sembra di leggere un rapporto di polizia piuttosto che un romanzo poliziesco, ma l’originalità del racconto e la sua presa sul lettore sono notevolissime.

La figura del giovane poliziotto provinciale, appena approdato a Tirana e guardato con un po’ di sufficienza dai colleghi, che mal si spiegano come a  questo parvenu sia stato subito assegnato un caso di omicidio (merce rarissima in una terra dove il Potere non riconosce l’esistenza di crimini), lascia intuire la valanga di guai che gli dovranno inevitabilmente cadere addosso, visto che il giovanotto è caparbio, deciso, con un eccesso di certezze e, soprattutto, piuttosto impermeabile alla soggezione nei confronti delle alte sfere.

Un agente in uniforme si presentò con un foglio di carta che passò al sostituto procuratore. Questi lo studiò per alcuni istanti, dopodiché sollevò lo sguardo e lo allungò al segretario. “E’ un ordine che mi autorizza a eseguire l’autopsia sul corpo di vostra figlia. E’ firmato dal procuratore generale.” “Oh mio Dio, qui si parla della Corte Costituzionale della repubblica!” disse Emiranda. Mikel Basha scrutò il foglio e poi il magistrato. “Cosa vuol dire questo?” Besnik Kalia fece spallucce “Non ne so nulla.” “Sono stato io” dissi (…) “Temevo che mi avreste reso il lavoro difficile per via delle vostre conoscenze nell’élite del Partito. Ho parlato con il commissario e stamane abbiamo chiesto al procuratore generale l’autorizzazione per poter eseguire l’autopsia.”

Parallelamente a questa vicenda, un’altra si sviluppa col movimento di una risacca, ondivaga e inarrestabile: ragazzini nomadi vengono irretiti e fatti sparire da un personaggio suadente e privo di scrupoli e le brevi pagine in cui sono narrate le mosse di accerchiamento di questi giovanissimi provocano una vera scossa di repulsione, anche se nulla è “sconveniente” negli atti descritti e tutto è lasciato all’intuizione del lettore. Ottima tecnica di scrittura che crea una sottile ansia e senso di pericolo latente. Unico appunto che mi sento di dover fare è l’uso costante del termine “zingaro” per definire l’etnia Rom e sapendo che questa definizione è ritenuta offensiva dalla comunità nomade, meglio sarebbe evitare di utilizzarla, anche se nel libro non si rileva nessuna intenzione discriminatoria e la mia sottolineatura è solo per evitare inutili frizioni che potrebbero distrarre dal contenuto del testo, che è solido e validissimo.

Per concludere, questa prova letteraria (piena di colpi di scena) è davvero interessante, per noi italiani  – poi – è una finestra aperta sui nostri vicini di costa, di cui sarebbe ora conoscessimo qualcosa di più su cultura, usi e costumi. Il libro di Nuraj è un buon approccio e stimola il lettore ad approfondire le sue (solitamente scarsissime) conoscenze, anche geografiche.

Qualche ingenuità nel testo (un giovane poliziotto ben inserito nel contesto sociale dell’epoca non si sarebbe mai sognato di definire “feroce” il suo sistema politico, tuttalpiù avrebbe parlato di “intransigenza” e questo mi fa pensare che lo scrittore abbia sovrapposto la sua voce a quella del personaggio) si fa perdonare perché si sente che Nuraj si è dedicato all’opera con grande entusiasmo e impegno e questa prova letteraria ci fa attendere il prossimo libro con curiosità e simpatia.

TRAMA

Tirana, 1985. Nell’Albania comunista, a pochi mesi dalla scomparsa del sanguinario dittatore Enver Hoxha, Albertina Basha, la figlia adolescente di un importante membro del Partito, viene trovata impiccata nel salotto di casa. Sembra un caso di suicidio da manuale, ma Ludovik Lamani, il detective al quale viene assegnata l’indagine, nota alcune anomalie sulla scena del crimine. Nel frattempo, una coppia di rom denuncia la scomparsa del nipote di nove anni. Lamani scopre che la sparizione del giovane è legata ad altre scomparse misteriose di ragazzi nomadi avvenute a Tirana e in diverse città albanesi negli ultimi dieci anni: tutti casi archiviati per mancanza di prove. Ambizioso e tenace, Lamani è deciso a risolvere entrambi i casi facendosi aiutare da Vasil, una recluta che lo segue come un’ombra, e Miha, la maestra di danza di Albertina e Brikena, la migliore amica della vittima. Sarà però un’impresa molto più difficile del previsto: Lamani dovrà fare i conti non solo con il Sigurimi – la temibile polizia segreta albanese – ma anche con i fantasmi del suo passato, che riemergono a sprazzi sotto forma di visioni sinistre e sogni agghiaccianti.

Ascolta e guarda l’incipit letto da Barbara:

4.3Overall Score

La valle dei bambini perduti

POTERE, VIZIO, ARROGANZA. UNA MISCELA ESPLOSIVA E DEVASTANTE di BARBARA MONTEVERDI Ho cominciato a leggere questo giallo di autore albanese e a pagina 39 avevo già esclamato tre volte ...

  • Trama
    5.0
  • Suspense
    5.0
  • Scrittura
    3.0

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