Marsiglia '73

Marsiglia '73

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Published: 19/07/2022

Format: Brossura

ISBN: 9788838944130

MARSIGLIA, MARE, MARASMA

di BARBARA MONTEVERDI

Marsiglia, Agosto 1973. Théo Daquin, ventisettenne commissario della Polizia Giudiziaria, legge Il giorno della civetta di Sciascia sul balcone di casa (inizio significativo assai) quando riceve la telefonata di un avvocato amico dei tempi universitari e occasionale compagno di letto, e da qui prende l’avvio il noir più attuale che mi sia capitato tra le mani negli ultimi tempi. Dominique Manotti si allaccia a una storia di emigrazione, razzismo, Stato ambiguo nei pensieri e nelle opere, realmente accaduta nel 1973, ma i toni sono quelli di una Francia/Italia/Europa di oggi.

Daquin è giovane, determinato e sgamato, ma il mare in cui si tuffa sembra popolato da troppi squali perché ne esca sano e salvo: le ferite dovute alla perdita dell’Algeria sono ancora apertissime, pieds-noirs legati alla famigerata OAS e alla malavita marsigliese si agganciano alla politica, si infiltrano nella Polizia Giudiziaria, sono pronti a tutto per condurre la loro guerra privata e riconquistare ciò che gli è stato tolto.

A Marsiglia la comunità nord africana, molto numerosa e fondamentale per l’economia del territorio, non è più al sicuro e gli omicidi (presentati come “incidenti” dalla stampa più prona al potere) sono ormai all’ordine del giorno.

Il padrone sta lavando i pavimenti e mettendo ordine aiutato da due ragazzi che gli danno una mano in cambio di qualche spicciolo. Malek lancia un’altra occhiata al viale alla sua destra, gli sembra di vedere la figura di Anita che avanza verso di lui ancheggiando, è una visione. Un’auto rossa seguita da una grossa Mercedes color crema passa al rallentatore davanti al bar, percorrendo in discesa viale Paumont.

Questa Marsiglia ricorda un po’ il Cile di Pinochet, richiama lo sguardo e le parole di Orban, ci fa temere per il nostro oggi, inutile negarlo. Ed è in un tale marasma morale che il giovane e risoluto Daquin decide di puntare il dito verso il Re Nudo e lo fa con astuzia, prudenza e determinazione, schivando gli ostacoli che proprio i capi della Polizia Giudiziaria (collusi o simpatizzanti della destra più bieca) gli mettono tra le gambe.

Dominique Mariotti, classe 1942, un passato di militanza politica gauchiste, scrive romanzi noir da una trentina di anni, con mano sicura e tono deciso. Posso osare? Oso e mi sbilancio: Marsiglia ’73 è un capolavoro di noir, un affresco sociale e umano da far accapponare la pelle, uno di quei libri che ti rimangono attaccati alle mani e non te lo scolli più. Ma è un romanzo da leggere non solo perché appassionante e molto ben costruito: bisogna leggerlo perché è una denuncia severa di quel che è stato e di quel che potrebbe essere.

Mai come oggi si dovrebbe sentire la necessità di fare le pulizie di Pasqua fuori e dentro casa. Cominciate da qui.

TRAMA

Marsiglia, 1973. Malek Khider, un ragazzo nato in Francia da genitori algerini, è ammazzato per la strada da un gruppo armato a bordo di due automobili. È l’estate, in città, di un’ondata di violenza antiaraba, poi passata alla storia, scatenata dall’atto criminale di uno squilibrato. Nella metropoli marittima, porto di sbarco dei pieds noirs, gli ex coloni francesi reduci dall’Algeria dopo l’indipendenza, si era impiantata una numerosa e potente comunità, che nel tempo ha infiltrato, con le sue organizzazioni di esaltati, affaristi e frustrati, i poteri locali e di polizia. Ma l’assassinio di Malek è particolarmente odioso. Studente sedicenne, di una tranquilla famiglia integrata da anni, benvoluto nel quartiere, era uscito di sera per il primo appuntamento con una ragazza. Ucciso solo perché si trovava lì: bersaglio di uno dei tanti raid con decine di morti. L’indagine del «parigino» Daquin, commissario della polizia giudiziaria, si avventura con molto rischio lungo la rete di coperture, complicità, interessi, depistaggi, opportunismi, connaturati razzismi, pigrizie, difese dell’ordine costituito. Nessuno si sarebbe aspettata tanta tenacia. Ma lui, bisessuale e amante della bella vita, è uno di quegli strani realisti dotati di senso del dovere professionale e capaci di idealismo soprattutto quando sentimenti di pietà li toccano. Inoltre, è solo fino a un certo punto: accanto a sé, i due capaci ispettori Grimbert e Delmas che si è scelto, e anche una resistenza civile che si risveglia contro le discriminazioni. Così scopre dietro tutto una strategia articolata, che ha radici profonde e ambizioni pericolose. Il romanzo di Dominique Manotti rivela un panorama sociale che ha molti strati, alternando, come in tutti i suoi libri, fatti storici (molti e accurati) e finzione. Racconta un’inchiesta di polizia con la sua ansia del giorno per giorno, che usa tutte le tecniche di indagine, ma descrive da vicino l’intera gamma di attività che si svolgono attorno: di avvocati volenterosi, sbirri corrotti, pubblici ministeri, centri d’ordine segreti, implicazioni politiche, proteste sociali, azioni sporche, giornalismi, affari di caporioni razzisti. I tanti volti di un delitto come fisiologia sociale del razzismo.

Traduzione: Francesco Bruno

Ascolta l’incipit letto da Barbara:

5.0Overall Score

Marsiglia '73

MARSIGLIA, MARE, MARASMA di BARBARA MONTEVERDI Marsiglia, Agosto 1973. Théo Daquin, ventisettenne commissario della Polizia Giudiziaria, legge Il giorno della civetta di Sciascia sul balcone di ...

  • Trama
    5.0
  • Suspense
    5.0
  • Scrittura
    5.0

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