LA LUPA CHE VISSE DUE VOLTE, UN ANNO DOPO
di MANUEL FIGLIOLINI
Pubblicato per la prima volta nel 1955, è arrivato in Italia in questi mesi, pubblicato da Adelphi. Nella bibliografia dei due noiristi francesi questo romanzo è il 5° e si colloca ad un anno di distanza del precedente romanzo “La donna che visse due volte”. E i due romanzi hanno tanti punti in comune, come se i due scrittori volessero esplorare il noir creando quel senso di vertigine che porta il lettore all’essenza dell’uomo e non alla sua fisicità.
Lione 1941, un’altra città francese dopo Parigi e un anno dopo gli accadimenti del romanzo “La donna che visse due volte” che venne ambientato nel 1940. La seconda guerra mondiale anche qui fa da sfondo e miete vittime anche tra i protagonisti dei due romanzi di Boileau e Narcejac. Ne “Le lupe” i due protagonisti Bernard e Gervais evadono dallo Stalag (campo di prigionia tedesco) e si dirigono verso Lione per incontrare la “madrina” di guerra di Bernard, una tale Héléne. Durante il tragitto che li porta dalla stazione all’appartamento della “madrina”, Bernard viene ucciso da un treno. Gervais decide di prendere il suo posto, di fingersi Bernard per assicurarsi una nuova vita e un posto dove nascondersi dai tedeschi. La guerra è lo sfondo ne “La donna che visse due volte” e lambisce le vite dei protagonisti.
Anche qui come nel precedente romanzo, dal quale Hitchcock ha tratto “Vertigo”, la figura femminile è una figura molto importante per i protagonisti e molto importanti sono i sentimenti che le protagoniste risvegliano negli uomini.
Le donne che nei due romanzi Boileau e Narcejac disegnano sono donne ammaliatrici (Agnes, Madeleine, René) che rasentano la stregoneria, possessione, chiaroveggenza. Sono donne forti che seducono il protagonista per il loro carisma che gli uomini identificano in qualcosa di “stregonesco”, come se loro ammalliassero gli uomini a tal punto da rincreare una sensazione di trappola.
Le donne sono le protagoniste, i personaggi più carismatici e complicati dei loro romanzi. Il punto di vista maschile accentua questo loro aspetto, trasmettendo al lettore una sensazione di conoscenza di queste protagoniste che in alcuni punti possono sembrare fredde e calcolatrici, in altre amorevoli e seducenti.
“Le lupe” gioca sullo scambio di persona, come “La donna che visse due volte” ma i due scrittori evidenziano, in questo romanzo, lo stato d’animo di chi si fa credere un’altra persona. Un po’ come se avessero voluto spiegare l’altra parte della storia. Questa guerra in sottofondo ci fa capire cosa erano disposte le persone pur di continuare a vivere. Cosa sarebbero state capaci di fare per essere libere.
Con una narrazione molto introspettiva, dialoghi molto vivi, i due autori hanno giocato con la condizione umana, con la voglia di tranquillità in un periodo che tutto questo non era ovvio e facile da trovare. Boileau e Narcejac dipingono l’animo umano come motore delle azioni, la sopravvivenza come necessità. Molto interessanti ed enigmatiche rimangono ne “Le lupe” le 3 figure femminili, Héléne, Agnés e Julia che travestite da prede di Gervais/Bernard diventano cacciatrici.
Un romanzo che ho apprezzato per tutte quelle sfumature psicologiche del protagonista, della sua visione del complotto o la sua paura di sentirsi braccato.
TRAMA
Lione, 1941. Fuori, la guerra, l’occupazione, il coprifuoco, il razionamento. Dentro, nell’immenso appartamento borghese, buio, deserto e polveroso, come «perduto al fondo del tempo», due donne temibili e un uomo che pensava di usarle per i propri scopi – e invece somiglia sempre più a un condannato a vita. E dire che, quando si era presentato in casa della «madrina di guerra» del suo compagno di prigionia Bernard (morto durante la loro evasione dallo Stalag), Gervais era convinto di avercela fatta: si era spacciato per l’amico, la donna e la di lei sorella minore lo avevano accolto (almeno in apparenza) con assoluta fiducia, e lui si era lasciato avvolgere in un tiepido bozzolo di carezzevoli premure, riuscendo a sedurle entrambe senza troppa fatica. O forse erano state loro a sedurlo… e quel tiepido bozzolo non era che una ragnatela inestricabile… Quando ne arriverà una terza, di donna, la sorella di Bernard, il gioco si farà durissimo. Se non altro perché la posta è un’eredità di venti milioni di franchi. A poco a poco, tra ambiguità, sottintesi e secondi fini (tutti deliziosamente malvagi), assisteremo a una vertiginosa partita di scacchi, in cui da ogni frase e da ogni sorriso sembra nascere una minaccia, e ogni mossa può essere mortale.
Traduzione: Lorenza Di Lella, Francesca Sala
Le lupe
LA LUPA CHE VISSE DUE VOLTE, UN ANNO DOPO di MANUEL FIGLIOLINI Pubblicato per la prima volta nel 1955, è arrivato in Italia in questi mesi, pubblicato da Adelphi. Nella bibliografia dei due ...