La cospirazione dei Cenci

La cospirazione dei Cenci

Published: 14/05/2024

Format: Rilegato

ISBN: 9788822779847

A cura di ANTONIA DEL SAMBRO

TRAMA

Una donna vittima di violenze, soprusi, incesto e di un potere pressoché assoluto da parte degli uomini in un periodo storico e sociale dove ribellarsi a qualunque di queste vessazioni poteva constarti letteralmente la vita. Beatrice Cenci, colta, volitiva, orgogliosa del suo essere donna sfida i due poteri più importanti del suo tempo: il patriarcato e il papa. E paga con la propria vita e con il tentativo del pontefice di relegarla nell’oblio e nella dimenticanza anche dopo il processo, le torture, l’infamia che hanno accompagnato la sua esistenza e la sua morte. Nell’architettura della narrazione che pone al centro la crudele e sanguinaria cospirazione che porta a soccombere lei e la sua famiglia Beatrice brilla per la sua determinazione, il suo profondissimo senso di giustizia e parità di genere, le sue amicizie scelte e volute con consapevolezza e brama e per il suo modernissimo e ammirabile coraggio nell’affrontare Potere, Ingordigia, Violenza, Sottomissione, Tortura. Il delitto perpetrato dalla Cenci e tutto quello che ne consegue è il sentiment sociologico e filosofico che accompagna i lettori in questo straordinario romanzo che possiede per accuratezza delle descrizioni e delle fonti storiche la grandezza delle storie di Marcello Simoni e per potenza e incanto di scrittura la bellezza dei libri di Ilaria Tuti. La Cospirazione dei Cenci è la consacrazione di una autrice che si candida a diventare un vero e proprio punto di riferimento per il romanzo storico nella nostra narrativa di genere. 

INTERVISTA

Simona chi era Beatrice Cenci e perché la sua vita e la sua persona sono di così grande fascinazione per le donne contemporanee. 

Beatrice Cenci fu un’aristocratica romana, morta sul patibolo nel 1599 con l’accusa di parricidio. La sua è una figura che da subito è stata affascinante per l’opinione pubblica (che proprio nei mesi del processo, per la prima volta nella storia, si palesò come fenomeno di massa) poiché la sua era stata una storia dolorosa, violenta, e molto controversa. La ragazza – rimasta orfana di madre a 9 anni – aveva trascorso l’infanzia presso il Convento di Santa Croce in Montecitorio e durante gli anni dell’adolescenza era tornata a vivere presso la famiglia d’origine. Una famiglia, dalle dinamiche violente quella dei Cenci, nella quale dominava il carattere dispotico e gretto del Conte Francesco Cenci, padre di Beatrice. Egli era un soggetto manesco e tirannico che attirò su di sé il rancore dei figli al punto che questi, nell’agosto del 1598, dopo anni di soprusi e vessazioni, decisero di ucciderlo. Pur essendosi macchiata di un reato gravissimo, secondo solo a quello di lesa maestà, la popolazione romana vide nel delitto che vide come vittima Francesco Cenci un atto di coraggio, finalizzato a liberare l’intera famiglia dalle angherie di un essere abietto e pluricondannato per le proprie malefatte. I Cenci (compreso il giovane Bernardo, al quale venne risparmiata la vita) furono processati, torturati e condannati a morte dal Tribunale del Cardinale Vicario; tuttavia, migliaia di romani assistettero all’evento, prendendo – in particolare – le parti della povera Beatrice e della matrigna Lucrezia Petroni, seconda moglie del Conte Cenci. Allora come oggi, Beatrice assurge al ruolo dell’eroina che, sebbene attraverso la violenza, tentò di emanciparsi da una condizione di oppressione e tormento. Di fatto questa giovane fu una vittima eccellente di un sistema familiare corrotto, incastonato in un contesto storico in cui la figura della donna faticava ad emergere e a far rispettare la propria dignità. Ritengo che questo, e devo dire “purtroppo”, sia un tema attuale, oggi più che mai.

Beatrice è l’indiscussa protagonista del tuo romanzo, la figura che racchiude in sé tutta la trama. Ma se dovessi scegliere un altro personaggio di cui ti è piaciuto molto scrivere, qualcuno che magari faresti tornare anche in un tuo prossimo scritto, chi sceglieresti e perché? 

Sicuramente scriverei di Michelangelo Merisi, il Caravaggio, e della giovane guaritrice della Petrella, donna Francesca Colonna, per una serie di motivi legati al magnetismo e all’oscurità di entrambi. Il Caravaggio ha sedotto – e seduce – chiunque abbia la fortuna di trovarsi al cospetto della sua Opera e della sua personalità geniale e tormentata. Francesca, invece, è un personaggio che amo perché incarna una categoria di donne molto diffusa nell’età moderna, che ha caratterizzato la vita delle piccole e grandi comunità di tutta Europa: le guaritrici. Nel suo caso si tratta anche di una donna cresciuta in convento ed educata alla cultura.

Che Roma era quella di Beatrice Cenci? È rimasto ancora qualcosa di quella città e tu sei andata a fare qualche sopralluogo nelle location che descrivi, anche solo per curiosità di scrittrice?

Roma è un museo a cielo aperto. Le sue strade si aprono su scorci ora medievali, ora barocchi; di conseguenza ho avuto l’occasione di fare bellissime passeggiate a San Tommaso de ‘Cenci, a Palazzo Cenci a Sant’Eustachio, a San Pietro in Montorio (dove Beatrice volle essere sepolta e dove il suo corpo venne trafugato dai soldati francesi alla fine del Settecento), a Piazza Navona o in via della Scrofa. Sono andata anche a Petrella Salto, davanti alla chiesa di Santa Maria e fra le rovine della Rocca. L’immaginazione è importante, ma camminare sulle strade che hanno ascoltato il suono dei passi dei tuoi personaggi e sedersi fra le mura delle chiese che li hanno sentiti pregare, è ben altra cosa.

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