LE CONTRADDIZIONI DI UN QUARTIERE CITTÀ

Quando sonnecchiava nella sua poltrona preferita, Raffaele lasciava correre i pensieri. E così strane connessioni riunivano immagini diverse e lontane, in base a improbabili associazioni di idee.

Questioni di sangue è un romanzo sulla dualità e sulla filosofia degli opposti. 

In un romanzo come questo non c’è un buono e un cattivo, non c’è il bene assoluto e il male assoluto, e non c’è neppure chi ha perfettamente ragione e chi assolutamente torto. I lettori sono interpellati a giudicare e riflettere a seconda delle situazioni che vengono narrate, e a interrogarsi continuamente su quelli che comunemente vengono chiamati Destini. 

Raffaele è il fratello che vive nel giusto perché la sua natura è questa o perché la vita lo ha portato via da una situazione complicata dove avrebbe potuto cadere anche lui come suo fratello di sangue Peppino che invece è rimasto impigliato nelle maglie della Sorte? 

Nessuno lo può sapere.

Peppino è diventato boss per necessità e inerzia e ora che a distanza di decenni rincontra il fratello che è stato adottato da piccolo e che la vita ha messo esattamente al di là della barricata dove lui cerca di sopravvivere non capisce se può fidarsi o trattarlo da nemico, se vedere in lui un salvatore che può tirarlo fuori dalle sabbie mobili della malavita o considerarlo colui che gli darà il colpo di grazie. 

Il Male si sceglie scientemente o si subisce?
Peppino non fa che chiederselo nello stesso modo in cui Raffaele si domanda se lui sta dalla parte del Bene per pura e semplice combinazione. 

In un romanzo degli opposti dove c’è un delitto commesso e una indagine in corso basterebbe già questo a tenere i lettori incollati alle pagine, ma Anna Vera Viva fa di più, crea un vero e proprio romanzo di ambientazione trasformando il quartiere Sanità di Napoli in un vero e proprio protagonista, umanizzandolo e descrivendone qualità e brutture, anima e sangue, vizi e virtù. 

Il risultato è appassionante e rende Questione di sangue uno dei gialli più vibranti che ci sono al momento in libreria. Se ci fosse un voto da dare per l’ambientazione io darei 10, forse anche 100 perché mai come in questo caso è il diamante dell’intera narrazione. 

TRAMA

Il rione Sanità è un’isola. Un lungo ponte lo divide dal resto di Napoli. Qui, i vivi e i defunti convivono da secoli e non vi è posto, più di questo, in cui morte e vita siano così strettamente intrecciate. Ed è qui che, dopo quarant’anni, due fratelli si rincontrano. Raffaele, dato in adozione giovanissimo alla morte della madre, ci torna come parroco della basilica di Santa Maria alla Sanità. Peppino, invece, è il boss del quartiere. Due uomini che non potrebbero essere più diversi l’uno dall’altro. Eppure, il richiamo del sangue, ineludibile, li unisce. Un legame che è fonte di pericolo e tormento per entrambi. Quando la morte colpisce e un cadavere viene ritrovato in un appartamento del rione, le indagini, suffragate da un testimone poco affidabile, seguono un unico binario. Quell’omicidio fa tirare un sospiro di sollievo a tante persone, ma Raffaele non si lascia abbindolare. Decide di rivolgere il suo sguardo, esperto della vita, proprio tra la sua gente, anche se questo significa guardare qualcuno di molto, forse troppo, vicino a lui. Ma Raffaele non si è mai fermato davanti a nulla e non inizierà adesso. Sa bene che le sue indagini possono compromettere un equilibrio basato su regole non scritte e allo stesso tempo inderogabili, ma deve andare avanti. Perché la Sanità è un’isola e per navigare il mare che la circonda ci vogliono coraggio, passione e un concetto diverso di verità.