Il citofono

Il citofono

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Published: 09/12/2022

Format: Brossura

ISBN: 9788862434881

NON SOLO LE RIUNIONI CONDOMINIALI RENDONO DURA LA VITA COMUNITARIA.

di BARBARA MONTEVERDI

Ma quanto bene scrive questo autore? Quanto sono naturali i suoi dialoghi? Fin dalle primissime righe, crude e dissacranti, mi sono resa conto che la penna di Miloszewski è notevole e la prova del nove è stato leggere qualche pagina ad alta voce: sembravo una (buona) attrice e invece era il testo a portarmi via.

“Sei uno stronzo. Sei una merda in cravatta, un’ameba umana, un fottuto buco del culo di un gatto, lo zimbello della tua azienda, pensava Wiktor del tizio seduto dall’altro lato della scrivania”, e intanto sorrideva amabilmente, annuiva e cercava di fare l’impressione migliore su colui dal quale dipendeva il suo futuro – La prego di non fraintendermi. – continuò la merda – Fino a cinque anni fa avrei sacrificato mezzo stipendio – (come no!) – e tutto il mio tempo per convincere i capi della necessità di assumerla. Ma adesso? Perché dovrei assumerla, me lo dica lei, mi convinca. – Il buco del culo del gatto sorrise con studiata tristezza e unì i polpastrelli delle mani curate.

Wiktor è uno degli abitanti della palazzina grigio-socialista (una tinta unica e inequivocabile) alla periferia di Varsavia da cui parte la vicenda, ma ce ne sono assai di più, come il giovane asso dei motori Kamil Zrodlamec che ha appena distrutto la vecchia Lanos del padre o la coppia Robert e Agnieszka, pronta a imbarcarsi in una emozionante convivenza.

Vivono tutti lì e tutti, prima o poi, provano tanta, tanta paura e noi con loro. Questo è un Horror che fa davvero rizzare i capelli in testa. Il brividino alla base del cranio, che scorre lungo la schiena come un rivolo d’acqua gelata è reale, è un parente scomodo e inquietante che si presenta inaspettato alla porta di casa. E di che casa! Siamo in una sorta di palazzo infestato, ma il male può essere anche dentro ad ogni abitante che – come Stephen King ci ha insegnato – scopre il proprio lato oscuro con orrore e fascinazione.

Ne succedono parecchie di cose strane, truculente, temibili lungo le scale del palazzone anonimo, dietro le porte dei modesti appartamenti, nella testa dei confusi abitanti. E inevitabilmente, noi cominciamo a osservare quello che ci circonda con occhi differenti. Il cigolio dell’ascensore è come al solito? Quel gradino scheggiato c’era già prima? La tosse del vicino del secondo piano è proprio la sua? Eh sì, siamo piombati in pieno nell’incubo di Miloszewski e chissà se ne usciremo.

Ma siccome ne sto parlando significa che mi sono salvata e qui – incolume e rinfrancata – concludo con un paio di considerazioni. Durante tutta la lettura ho mentalmente barcollato tra Bulgakov e Stephen King e, sì, confermo che l’autore si è decisamente ispirato a tutti e due. In modo piuttosto onesto, tra l’altro, visto che il titolo del primo capitolo (MEGLIO CHE TU STIA ATTENTO. ANUSZKA HA GIA’ ROVESCIATO L’OLIO) allude all’inizio de Il Maestro e Margherita e, in esergo, viene citata una frase di King. Il mix è intrigante, azzardato e azzeccato.

La seconda e ultima sottolineatura riguarda il finale che – sebbene articolato alla perfezione e decisamente emozionante – conclude in modo piuttosto buonista un racconto che è stato sopra le righe per più di trecento pagine. Mi aspettavo qualcosa di più stuzzicante, ma vien fuori l’anima “Kinghiana” che in fondo è caritatevole e spalma sempre un po’ di lenitivo sulle ferite.

Il libro si legge in un soffio (quello che inseguiamo per ritrovare il fiato dopo aver girato ogni pagina) e ci fa scendere dalle montagne russe con le gambe tremolanti. Direi che è un bel risultato, davvero.

TRAMA

11 ottobre 2002. Varsavia, quartiere di Bródno, via Kondratowicz, civico 41. Un corpo decapitato viene ritrovato nell’ascensore del palazzo: è solo l’ultimo di una serie di inquietanti incidenti avvenuti nell’edificio. Gli inquilini sono tormentati da incubi e allucinazioni. Dopo altre morti misteriose, una sostanza viscida e nera si impadronisce del condominio, impedendo a chiunque di uscire o di comunicare col mondo esterno. Wiktor, Agnieszka e Kamil si ritrovano a lottare contro il sonno e le paure che vi si annidano e, mentre tentano di scoprire cosa li minaccia e li imprigiona, finiscono per svelare la storia segreta del palazzo.

Traduzione: Raffaella Belletti

Ascolta il video con l’incipit letto da Barbara:

 

4.7Overall Score

Il citofono

NON SOLO LE RIUNIONI CONDOMINIALI RENDONO DURA LA VITA COMUNITARIA. di BARBARA MONTEVERDI Ma quanto bene scrive questo autore? Quanto sono naturali i suoi dialoghi? Fin dalle primissime righe, ...

  • Trama
    4.0
  • Suspense
    5.0
  • Scrittura
    5.0

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