IL VINCITORE DEL BOOKER PRIZE 2023, TRA PASSATO, FUTURO E PRESENTE
di MANUEL FIGLIOLINI
Quante guerre si nascondono dietro ogni singola guerra? O forse la dovrei porre in maniera diversa questa domanda, quante guerre genera una singola guerra? Ed è quello che mi sono chiesto quando ho chiuso, a fatica, questo romanzo. Ci tengo a precisare che la fatica non era dovuta alla difficoltà di lettura, ma alla forza, all’impeto che l’autore ha utilizzato per raccontarci le guerre che ci sono in una guerra.
Torniamo quindi alla domanda iniziale di questo articolo. Paul Lynch ci racconta una guerra civile, interna, in Irlanda. Si potrebbe definire un romanzo distopico il vincitore del Booker Prize 2023, ma la realtà si è avvicinata a grandi passi verso questa storia che anche la distopia si è allontanata lasciandoci in balia degli eventi. Rappresenta molto la nostra contemporaneità.
Un regime s’insedia in Irlanda, il partito di destra National Alliance è al potere, e Larry, insegnante sindacalista, viene risucchiato nel suo vortice lasciando una moglie, Eilish, e tre figli che si scontrano con la nuova narrazione governativa ritrovandosi ai margini di una società omertamente succube del proprio governo.
L’obiettivo dello scrittore è puntato su Eilish che da sola deve affrontare un lungo cammino attraverso un regime che sente stringerla sempre di più nell’angolo. Deve fare conto con i ribelli, quelli come suo marito, che decidono di dichiarare guerra al governo. Non deve dimenticare di dare ai suoi figli e al padre Simon, una parvenza di normalità. Ma lei non può farcela. Perché in questa guerra si sono scatenate tante altre guerre che toccano Eilish e la fanno barcollare.
Perché è questo che prova Eilish quando i ribelli dichiarano guerra al governo, lei che pensava che la ribellione potesse sistemare il disequilibrio, si trova in un altra guerra. Si trova nella guerra di tutti i giorni che deve affrontare una figlia sola (la sorella vive in Canada) con un padre divorato dalla demenza senile. Deve combattere contro i figli per fargli capire quello che è giusto e quello che è sbagliato, ma anche cosa sia il compromesso per salvare la propria pelle e quella delle persone che si amano.
Eilish è la vittima centrale intorno la quale ruotano tutte le guerre e, anche se in alcuni momenti lo sembra, lei si lascia trascinare dal vento per poter proteggere se stessa e i suoi cari. La lotta del marito contro il regime, si sfalda nei pensieri di Eilish portandola a concentrarsi solo sul suo piccolo mondo.
“Prima o poi il dolore diventa troppo grande per la paura e una volta che la paura della gente non ci sarà più, il regime dovrà sparire”
Con una narrazione continua, senza virgolette nei dialoghi, Paul Lynch ci racconta una storia trasformandola in un flusso di coscienza ma che cambia soggettiva ad ogni piè sospinto. Passiamo dalla coscienza di Eilish a quella del lettore e in questa interminabile partita di tennis, rivediamo 1984 di George Orwell, riviviamo il conflitto nordirlandese … ma guardando al di fuori della nostra finistra, riviviamo quello che sta succedendo in tante parti del mondo. Al momento in cui sto scrivendo ci sono 7 guerre importanti e una serie di guerre “minori” nel mondo.
TRAMA
A Dublino, in una sera buia e piovosa, la scienziata Eilish Stack apre la porta di casa e si trova di fronte due agenti della polizia segreta. Sono lì per interrogare suo marito, un sindacalista. In questa inquietante distopia, Paul Lynch immagina una Repubblica d’Irlanda che scivola nel totalitarismo dopo l’ascesa del partito di destra National Alliance, che ha preso il potere in risposta alle pressioni dei sindacati per l’aumento dei salari degli insegnanti.
Traduzione: Riccardo Duranti
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