L’AMORE AI TEMPI DEI BUGIARDI

di ANTONIA DEL SAMBRO

Il metallo lo tiene prigioniero mentre dal fondo della gola gli sale un brontolio di frustrazione. Ce l’ha non solo con la sedia ma con quello che rappresenta. Come ha potuto fargli una cosa simile?

Lauren Van Rensburg è quel tipo di autrice che io amo molto perché è quel tipo di autrice che decide di “darsi tempo”. Intanto studia, sperimenta, scrive racconti e affina la penna, poi quando pensa di avere fatto abbastanza gavetta si mette a scrivere il suo primo romanzo di genere e: Bingo!

Una vacanza perfetta è esattamente il thriller che mette d’accordo lettori e addetti ai lavori e lo fa partendo dal presupposto che la suspense in un libro di genere è tutto. 

Questo libro è suspense pura, declinata in nulla, annacquata con nulla, contaminata con nulla. 

Il lettore deve soffrire, contorcersi tra una pagina e l’altra, masochisticamente essere spinto a continuare nella brutalità di una trama efficace e perfetta, talmente perfetta da essere banale. 

Il genio di Van Rensburg sta esattamente in questo: non essersi inventata assolutamente nulla. Non essersi sforzata neppure di farlo, ma come in The Stranger, pellicola del 2008 con Liv Tyler, gli è bastato usare tutti gli ingredienti più classici della tensione: una baita isolata, l’idea di un weekend romantico, una tempesta meteorologica e il telefono che non prende. 

Tutto già visto e già letto? Assolutamente sì. 

Ma questi sono ingredienti base e come ci insegnano i reality culinari più in voga dagli ingredienti base si possono realizzare i piatti più banali come i piatti gourmet. Dipende da chi cucina. In questo caso da chi scrive. E l’autrice la sa davvero lunga. 

Innanzitutto smonta pezzo dopo pezzo i due protagonisti che aveva costruito con tanta cura agli occhi del lettore, poi li rimonta e li trasforma in qualcosa di altro, poi li rende pensanti con una serie di domande a raffica il cui solo scopo è quello di incollare i lettori alle pagine, infine, li rende aggressivi e passivi, vittime e carnefici, profondamente furbi e profondamente stupidi. 

Ellie e Steven sono tutto il contrario di tutto tranne nella loro incredibile e inutile presunzione. Forse, l’unico, vero leit motiv di tutto il romanzo. 

Senza scomodare troppo Virginia Woolf o Joyce Una vacanza perfetta ha una costruzione classica del tempo che trascorre con la descrizione dei giorni in cui si vive la storia lenta e precisa, un respiro ampissimo che contrasta e stride meravigliosamente con il ritmo del thriller di suspense. Altra cosa su cui l’autrice, evidentemente, ha studiato e lavorato molto. 

Il risultato è il libro da regalare nel prossimo Natale anche a i non lettori di genere perché quella furbona della Van Rensburg ha pensato anche a loro con mille piccoli particolari sparsi nella famosa trama banale, che poi banale non è, ma quando te ne accordi sei a pagina 327 e il romanzo è finito. 

Genio. 

TRAMA

Ellie è una giovane, bellissima e inesperta studentessa della New York University. Si sta preparando per trascorrere un weekend romantico con il suo fidanzato, un uomo molto più grande, Steven, affascinante professore in un esclusivo liceo di Manhattan. Eccitati dall’idea di conoscersi meglio lontano da occhi indiscreti, fuggono in una baita remota nella baia di Chesapeake. Ma quando una tempesta di neve li blocca, diventa evidente che entrambi hanno oscuri e letali segreti, e che solo uno di loro uscirà vivo da quella vacanza. Un romanzo che gioca abilmente con i luoghi comuni del crimine – una casa isolata, una tempesta di neve, nessun segnale telefonico – ma creando al contempo qualcosa di veramente inaspettato, che tocca tematiche profonde per esempio come affrontiamo l’idea del vittimismo e il punto di vista dei “predatori”.

Traduzione: Maria Baiocchi e Anna Tagliavini