L’INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DEL VENDICARSI

“Occhio per occhio. Dente per dente”. Il vecchio Testamento è quella parte della Bibbia che i cristiani moderni non riescono ad accettare completamente perché possiede leggi, precetti e indicazioni ancestrali e permette quella cosa che il successivo messaggio evangelico sopprime e supera con il senso della Misericordia e del Perdono: la Vendetta. 

Un sentimento potente che promette balsamo per l’animo tormentato e ferito e l’illusione che farsi giustizia da soli è sacrosanto. 

Lo pensa anche donna Teresa che in una Napoli chiusa e circoscritta a faide familiari e controllo territoriale vuole vendicarsi a ogni costo di chi le ha tolto praticamente ogni affetto e ogni promessa di futuro e insieme mettere fine, una volta per tutte, a una guerra tra due imperi contrapposti. E per farlo assolda due sicari professionisti che sulla carta hanno tutte le caratteristiche giuste per riuscire nell’impresa…ma anche nel mondo della criminalità più spietata, fredda e lucida c’è sempre qualche crepa che non si vede, qualche crepa pronta ad allargarsi fino a scombinare azioni e intenti. 

Ultimo sangue è un giallo complesso perché apre a più piani di narrazione e costringe i lettori a non concentrarsi esclusivamente sull’azione ma sui personaggi e sulla sottonarrazione sociale che l’autore porta avanti capitolo dopo capitolo.

Donna Teresa allora non può essere guardata solo come la mandante di un omicidio, ma finisce per essere considerata da ogni lettore soprattutto come una madre e una moglie, cosa che in realtà è, ma che Di Dio accentua perché il suo scopo è far riflettere sul percorso che finisce per far diventare spietati anche coloro che se avessero potuto scegliere se ne sarebbero tenuti decisamente fuori. 

Si chiamano destini. E anche sul Fato l’autore spende capitoli e parole e lo fa parlando proprio dei due sicari, di Alisa e Buba che sembra abbiamo scelto quella vita scientemente, che con maestria e precisione uccidono e incassano consapevoli della “fama” che li accompagna, ma che in realtà si struggono emotivamente e sentimentalmente anche più di chiunque altro con una fedina penale immacolata e intatta. 

Insomma, nel romanzo di Di Dio il sottosopra ha più importanza del mondo in superficie perché è da lì che nascono, si sviluppano ed emergono i moti dell’anima. Si ama, si odia, ci si vendica e si ricomincia. Al titolo del libro manca un punto interrogativo forse o forse no, perché la speranza finisce sempre per essere più forte come sentimento. Perfino della vendetta. 

Naturalmente per scrivere tutto questo bisogna essere bravi e Diego lo è. Anche parecchio. Per questo Ultimo sangue non è un giallo qualunque, anzi possiede già in nuce almeno altre tre storie che l’autore potrebbe farci ritrovare in qualche altro suo lavoro. Presto speriamo!

TRAMA

Alisa e Buba sono due sicari professionisti. Lavorano spalla a spalla nella Napoli in cui si consuma una guerra taciturna tra due imperi criminali. Quando don Luigi e suo figlio Gabriele vengono brutalmente uccisi, però, tutto cambia. Donna Teresa, ora vedova e assetata di vendetta, assolda i due killer per porre fine, una volta per tutte, all’intera vicenda. La boss del crimine ha una missione per loro: trovare e ammazzare la figlia di don Pasquale, responsabile di aver ordito il piano che ha portato allo sterminio della sua famiglia. In questo mondo di corruzione, fatto di armi e incline ai tradimenti, si muovono Alisa e Buba, che nel frattempo devono fare i conti con un passato dal quale non vorrebbero fare altro che fuggire. Perché non sono solo assassini. Sono due sopravvissuti. E in una realtà divorata dall’odio e consumata dal desiderio incontrollabile di potere, sanno che possono fidarsi solamente l’uno dell’altra. Ma sarà sufficiente? Un’ultima missione, un’ultima rivincita, un ultimo sangue.

Guardate l’intervista di Antonia Del Sambro a Diego Di Dio:

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