UNA, NESSUNA, CENTOMILA: MOSAICO DI GIOVANI DONNE TRAVOLTE DAGLI EVENTI.
di BARBARA MONTEVERDI
Mary ha, o pensa di avere, una vista interiore che a volte le permette di ritrovare donne scomparse. Vive o morte, ma neanche sempre. Il fatto è che Mary è lei stessa una giovane scomparsa tanti anni prima, e di lei non conosciamo altro – all’inizio – dovendocelo far bastare, ma scoprendola poco a poco lungo il racconto.
La partenza è, perciò, un poco ostica, ma la storia è conturbante e l’ambiente circostante è descritto con precisione quasi chirurgica, tanto da farci assistere a un film, piuttosto che essere alle prese con un libro.
Ogni volta che usciva nel New England, Mary rimaneva sempre sorpresa dal fatto che le cose fossero tre volte più grandi di quanto si aspettasse. Corsie stradali sconfinate, aiuole spartitraffico così larghe che avresti potuto stendertici sopra senza correre alcun pericolo. Anche la parlata delle persone era ampia, aperta, sonora e lenta. Mary era abituata a parole secche e veloci, le facce tirate delle persone sempre immerse in una folla, le spalle strette al torace. Lì, invece, tutti i gesti sembravano languidi, senza confini.
Erin Kate Ryan è una scrittrice che scava col punteruolo dentro l’anima dei suoi personaggi. La protagonista è una, Paula/Paul/Mary, come la rapida descrizione della sua metamorfosi ci informa, ma tante ombre disincarnate si affacciano nella sua mente, fanno capolino quando osserva una mano maschile poggiata su un tavolo o nel momento in cui una voce tocca la sua coscienza sempre un po’ sonnambula.
Anche noi lettori, per seguirla, dobbiamo diventare più lievi, quasi trasparenti, infilandoci nella sua vita presente e passata e in quella delle vite monche da lei incrociate, sia nella realtà che nelle visioni sporadiche, scarne e intermittenti.
Vite di giovani soffocate dal loro ambiente, pronte a compiere il grande balzo per strapparsi di dosso famiglie distratte o claustrofobiche, pronte a rimpiangere ciò che abbandonano e spesso stritolate da un incontro sbagliato.
Mary (o Paula, o Paul) non sa di sapere, non capisce se ciò che vive nella sua testa è un ricordo altrui o il frutto della sua fantasia e deambula incerta e confusa lungo una terra di nessuno, come una morta-vivente.
Questa lettura è adatta a chi è attratto dagli aspetti filosofici dell’esistenza e dell’aldilà, a quelli che non temono l’incertezza degli eventi narrati, i salti temporali e mentali. Neppure quando si chiude il libro si è sicurissimi di aver colto il cuore della questione, ma si è consapevoli di aver fatto un viaggio all’interno dei propri dubbi, delle paure, delle insicurezze.
Impegnativo.
TRAMA
Mary Garrett ha un dono per trovare le ragazze scomparse, un tipo speciale di chiaroveggenza che lei chiama «la vista». Attirata da un manifesto e dalla promessa di una ricompensa, arriva in una piccola città del Sud dove non una, ma tre ragazze sono scomparse, due delle quali sono nere. Mary è lei stessa una «ragazza scomparsa». In un’altra vita, era una studentessa del Bennington College di nome Paula Jean Welden, svanita una notte del 1946. Il caso catturò l’immaginario collettivo della nazione, scatenando titoli in prima pagina, decine di avvistamenti dubbi e un’ondata di speculazioni: chi era davvero Paula Jean e che fine aveva fatto? Mentre la ricerca di Mary per rintracciare le ragazze scomparse si intensifica, dal passato emergono scorci delle altre possibili vite di Paula Jean: è una showgirl del circo in clandestinità, una falsaria letteraria sul punto di essere catturata, un’informatrice dell’era McCarthy innamorata di una donna che incontra in una cella comunista…
Traduzione: Irene Trevisan
Ascolta l’incipit letto da Barbara:
Quantum girl
UNA, NESSUNA, CENTOMILA: MOSAICO DI GIOVANI DONNE TRAVOLTE DAGLI EVENTI. di BARBARA MONTEVERDI Mary ha, o pensa di avere, una vista interiore che a volte le permette di ritrovare donne ...