Le case dei serial killer

Le case dei serial killer

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Published: 28/04/2022

Format: Brossura

ISBN: 9791280575081

CASA MIA, CASA MIA, PER PICCINA CHE TU SIA…

Cristina Brondoni non me ne vorrà se confesso che questo spiazzante saggio mi ha da subito turbata. Perché è brutale, schietto fino al sadismo e perché, alla fin fine, è un libro per colpire allo stomaco i guardoni. Non è una critica al testo, è soprattutto una critica a noi lettori di notizie nere e nerissime, di spettatori televisivi e cinematografici, di chiacchieroni condominiali con le antenne tese verso accadimenti morbosi, pronti a stigmatizzare, ma avidi di particolari.

E l’autrice soddisfa ogni nostra curiosità con un sorriso sarcastico e crudele, con l’intento (spero) di scuoterci da questa sorta di incantamento malvagio e ipocrita che ci porta a infilare il naso nella crudeltà altrui, per poi allontanarci scuotendo la testa, perché no, noi non siamo così e a noi certe cose non potranno accadere mai. Forse.

Dico forse perché – cito Cristina Brondoni:

Fred era praticamente invisibile. Di lui poco e niente si sapeva. I vicini non lo conoscevano bene. Quella famiglia, la casa, era il buco nero della zona. Lì non accadeva mai niente. (…) Ognuno di noi, nella sua comunità, lascia qualcosa. C’è il vicino che ha il cane che abbaia, quello che parcheggia male l’auto, quello che stende lenzuola sgargianti, quell’altro che tiene la musica alta. Non è solo questione di fare rumore, dare fastidio e attirare l’attenzione, è questione di lasciare qualcosa dietro di sé. Di dire, in qualche modo, inconsciamente o no, che ci siamo. Alla casa di Fred e Rose, gli affittacamere di Cromwell Street, non succedeva niente. Arrivava gente ed entrava in casa. Poi niente. Quel niente era il buco nero. La casa che implode risucchiando dentro di sé la vita.

Da brividi, tanti, perché chiunque può entrare in un bed and breakfast e finire a spezzatino nel pentolone del padrone di casa.

Ecco, penso che per affrontare con lo spirito giusto questo curioso e durissimo testo, si debba mettere in un cassetto i pruriti da grandguignol e osservare con distacco, ironia e tanta pietà questo mondo a testa in giù, per cercare di capire attraverso le loro case e la loro tenebrosa intimità, non tanto i serial killer – non è mestiere nostro e neppure i criminologi ci riescono sempre – quanto la verità e la profondità della definizione di “banalità del male”. Per difenderci anche da noi stessi.

Perché, inutile negarlo, se sentite un brivido di delizioso orrore leggendo che Belle Gunness, oltre centoventi chili di peso per un metro e settantacinque di altezza, nella sua fattoria ammazzava i maiali senza bisogno di aiuto. E ammazzava anche mariti, figli e viandanti, beh allora il consiglio che posso darvi è sorvegliare le vostre fantasie e sviluppare un sano senso di critico distacco da certi argomenti.

Come fa l’ottima Cristina Brondoni che ci indica la strada con una certa brutalità e molta decisione: meno moralismo, ma tanta autocoscienza.

Conosci te stesso e gira al largo da certe case. Prima, durante e dopo.

TRAMA

La casa è il luogo sicuro per eccellenza. O almeno è così nell’immaginario collettivo, nella pubblicità, in molte serie tv. Nella realtà, tuttavia, la casa può diventare un girone dantesco di violenze e abusi. I serial killer che hanno compiuto i loro crimini in casa sono molti e anche a loro – come ai violenti che picchiano i famigliari – la casa offre riparo da sguardi indiscreti. A volte, le loro abitazioni sono talmente normali da risultare noiose; altre volte si possono rivelare vere e proprie case degli orrori. In questo libro, l’autrice prende in esame alcuni serial killer e i luoghi che hanno abitato per comprendere come la casa sia stata importante anche, e soprattutto, per garantirsi una facciata di normalità che spesso, unita a pregiudizi razziali o sociali, ha fatto sì che diversi criminali rimanessero impuniti per molto tempo.

Ascolta l’incipit letto da Barbara:

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4.2Overall Score

Le case dei serial killer

CASA MIA, CASA MIA, PER PICCINA CHE TU SIA... Cristina Brondoni non me ne vorrà se confesso che questo spiazzante saggio mi ha da subito turbata. Perché è brutale, schietto fino al sadismo e ...

  • Trama
    3.5
  • Suspense
    5.0
  • Scrittura
    4.0

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