QUANDO UN PADRE SI TRASFORMA IN LICANTROPO
La (p)ossessione di Mr. Cave è la figlia, sopravvissuta a una serie di lutti che le hanno portato via madre e fratello gemello, ma facendole il “dono” di un genitore malato nella testa e nel cuore.
Il racconto parte così e lascia subito una scia di disagio e infelicità molto evidente, come se il lettore fosse in parte colpevole per il solo fatto di essere informato del rapporto tossico che il raffinato antiquario Terence Cave instaura con la bella figlia adolescente.
Restai lì per un po’ mentre le lacrime mi velavano gli occhi. Ero circondato dai turisti e dalle loro espressioni estasiate, pronti a spuntare un’altra opera dalla loro lista prima di spostarsi a quella successiva. Nessuno di loro mostrava di aver minimamente capito ciò che Michelangelo aveva cercato di comunicare. Si limitavano a emettere gli stessi mormorii compiaciuti che avevano usato nella Cappella Sistina, facendo vagare lo sguardo sul soffitto attraverso il Giudizio Universale fino a un mondo ultraterreno che terminava sopra le loro teste. Il messaggio che Michelangelo rivolgeva a me che stavo di fronte alla Pietà era chiaro. Ti attende una sofferenza atroce se permetterai a tua figlia di andare in un mondo di anime perdute. Devi proteggerla, non devi mai permettere che si separi da te.
Il romanzo è un lungo monologo interiore intervallato da ricordi mai innocenti: c’è sempre una crepa, il risultato opposto alle intenzioni, la gioia di un istante macchiata da una frase sbagliata o non pronunciata. Insomma, questo padre forse è sempre stato psicopatico “in nuce”, ma il trovarsi solo di fronte alla responsabilità di convivere con una adolescente lo sconvolge oltre modo, trasformando delle ansie genitoriali comprensibili e inevitabili (quanti di noi sono stati svegli, fingendo di dormire, in attesa che i figli rientrassero da una festa?) in una continua, malsana paranoia dagli esiti sempre più violenti.
Il senso del possesso è quanto di più deleterio possa devastare l’animo di un genitore: figli come cose, figli come noi stessi, carne della propria carne. Questo è il grande inganno e Terence Cave vi sprofonda come nelle sabbie mobili.
Ne usciamo devastati anche noi, coscienti di quanto poco ci voglia per scivolare nella follia, di come sia persino comprensibile che accada e del male, feroce e totale, che si riesce a spargere attorno a noi.
Un libro durissimo, molto ben scritto e, temo, assai utile perché molti si diano una regolata. Fare i genitori come si deve è una sfida che non fa prigionieri.
TRAMA
Terence Cave ha già affrontato diverse tragedie nella vita: il suicidio della madre e la morte della moglie nello spaventoso incidente in cui ha perso la vita anche il figlio adolescente, Reuben. La figlia superstite, Bryony, è sempre stato la cocca di casa e Terence quindi si rende conto che il suo dovere è quello di proteggerla dalle forze avverse del mondo, a qualsiasi costo. Ma quando comincia a seguire i movimenti della figlia, prostrata per queste perdite, imponendole una serie di regole molto rigide, il suo amore per Bryony diventa una forza possessiva e distruttiva.
Traduzione: Paola Novarese
Se volete sentire l’incipit letto da Barbara:
La possessione di Mr. Cave
QUANDO UN PADRE SI TRASFORMA IN LICANTROPO La (p)ossessione di Mr. Cave è la figlia, sopravvissuta a una serie di lutti che le hanno portato via madre e fratello gemello, ma facendole il "dono" ...