La neve non ha odore

La neve non ha odore

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Published: 05/05/2022

Format: Brossura

ISBN: 9788831263221

LA NOSTRA VITA IN UN PROSSIMO FUTURO? DA BRIVIDI.

La scrittura poetica e incisiva di Fisher colpisce sempre al cuore. Che parli di spionaggio o di cambiamenti climatici (gli argomenti dei suoi due primi romanzi), in fondo racconta sempre la solitudine e la dimensione minima dell’uomo di fronte a una vita che è tanto più forte e spietata di lui.

In questo libro, l’autore ci narra di una Gran Bretagna sepolta sotto la neve da un anno; finite le stagioni, finita l’esistenza di prima, finiti i rapporti umani: la gente emigra verso climi più miti, chi resta è schiacciato dalla lucentezza maligna del bianco mantello nevoso; non a caso, il romanzo si apre con un omicidio e il rosso del sangue è l’unica tinta che ci accompagna per pagine e pagine. Il resto è lucore, freddo e vuoto interiore.

Prova un improvviso e potente impulso ad arrampicarsi (…) I balconi in ferro battuto forniscono un ottimo appoggio. Riesce a sentire che sta iniziando a sudare, mentre si tira su da uno all’altro. Dopo tre piani, si issa sul bordo del tetto spiovente e si sdraia supino per un momento, a riprendere fiato, poi striscia sulla pancia verso l’alto godendosi la sensazione di protezione offerta dalla tuta da sci contro la neve fresca che scricchiola sotto di lui. Si mette a cavalcioni al colmo e si volta verso il mare. Gettando lo sguardo lungo il corso del fiume verso l’estuario, il paesaggio sbiancato si scioglie nel cielo.

Joe e sua madre Helen sono le due voci che raccontano un mondo sospeso, i giorni passati a rappezzare tubi spaccati dal gelo, a risparmiare carburante e viveri, la mente che si perde e vaga nel passato, giacché presente e futuro sono un lenzuolo steso a mo’ di sudario sulle loro esistenze.

Devono andarsene da lì, lo sanno, lo progettano ognuno per conto proprio, in modo fumoso, quasi onirico e il lettore li accompagna in questa lenta presa di coscienza: se rimangono si condannano a morte, per il freddo o per la vendetta della comunità che non perdona l’omicidio perpetrato dalla loro famiglia. Ma se si allontanano dalle loro radici, probabilmente non troveranno un altro luogo per ricostruire un’esistenza, resteranno sospesi come palloncini nell’aria.

Questa è la dimensione “gialla” del romanzo, il pathos è tutto nelle domande “che fare?” e “ce lo lasceranno fare?”. Perché, pagina dopo pagina, la pressione sociale attorno a questa famiglia si percepisce sempre più stretta, come la morsa di ghiaccio che attanaglia il minuscolo paese.

E’ un bellissimo racconto straziante, in cui si confrontano il bene e il male, la gioventù e la vecchiaia, il sogno e la realtà. E la sensazione che resta dopo aver chiuso il libro è che Samuel Fisher sia un uomo intelligente e buono che ha messo a frutto la sua esperienza di libraio per studiare la gente e capirla, perché c’è rispetto e pietas nelle sue parole.

Da leggere subito. Da rileggere, sempre.

TRAMA

La Gran Bretagna si è trasformata in un deserto di neve, i suoi abitanti hanno iniziato a lasciare l’isola verso climi più miti, e chi è restato sperando che la situazione migliorasse ormai non può che ricredersi. La neve copre ogni cosa da mesi. Bianca e immacolata attutisce la vita, finché non si macchia di sangue. Il corpo di un giovane uomo giace a terra, mentre sopra di lui incombe la figura di un altro giovane che tiene in mano un’ascia. Un gesto brutale che spicca solo per contrasto visivo, ma ammutolisce l’intera comunità con la stessa intensità della coltre bianca che ha trasformato il paesaggio e tutto ciò che c’era sopra. Che accadrà ora a Wivenhoe, senza più polizia, un medico o niente altro che possa scimmiottare la vita di prima, prima della neve? Ma qualcosa si muove negli animi. Di chi resta e di chi parte. In un presente alternativo, l’ormai irreversibile disastro ambientale ci viene raccontato dai punti di vista alternati di Helen e Joe, madre e figlio, nelle ventiquattro ore decisive per il loro futuro. Con una scrittura precisa e profonda, Samuel Fisher descrive un mondo al limite della sopravvivenza, non così diverso, in fondo, da quello in cui viviamo oggi.

Traduzione: Cristina Cicognini

Ascoltate l’incipit letto da Barbara:

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La neve non ha odore

 

5.0Overall Score

La neve non ha odore

LA NOSTRA VITA IN UN PROSSIMO FUTURO? DA BRIVIDI. La scrittura poetica e incisiva di Fisher colpisce sempre al cuore. Che parli di spionaggio o di cambiamenti climatici (gli argomenti dei suoi ...

  • Trama
    5.0
  • Suspense
    5.0
  • Scrittura
    5.0

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