Il gioco di Louise

Il gioco di Louise

IL FALO DELLE VANITA’ BRUCIA ANCORA

Scrittrice giovane e dal linguaggio molto diretto, Tara Isabella Burton introduce immediatamente il lettore in un mondo caotico, fatto di parole affastellate e frasi apparentemente scollegate. Ma dandosi il tempo di entrare nel ritmo degli pseudo-intellettuali newyorchesi perennemente sopra le righe, si comincia a scoprire qualcosa di interessante e inquietante: forse Louise non è la provincialotta smarrita che ci vuol far credere e, forse, la sua nuova amica ricca e scriteriata è un coniglietto preso di mira da una volpe. Forse.

Arrivati a metà libro, ancora non si capisce se si è di fronte ad un giallo o alla versione pop di “Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino”. La sensazione di partecipare in prima  persona agli eccessi presenti in ogni riga del racconto, è forte. Ed è altrettanto forte la voglia di capire come si concluderà questo grottesco carnevale. E’ tutto assai adrenalinico, esagerato e molto, molto disturbante. Ma prende.

Talmente tanto che si rischia di diventare una sorta di tifosi: riuscirà a cavarsela Louise? Confonderà le acque fino alla fine? Qualcuno si farà largo nel delirio costante in cui questo microcosmo urbano gravita e, finalmente, “vedrà”? L’istinto spera di no, il cervello del lettore (un po’ ottenebrato dall’alto tasso alcoolico del racconto) si augura di sì.

Almeno per mettere un po’ d’ordine in questa giostra infinita di feste alla coca e whisky, selfies, baci, insulti e corpi abbandonati nel sonno comatoso di troppi shots. E Louise ha un modo personalissimo di risolvere i problemi. Questo è il suo gioco e lo gioca fino in fondo.

Traduzione: Federica Oddera

Editore: Einaudi
Anno: 2019