1.3 so chi sei

1.3 so chi sei

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Published: 28/04/2022

Format: Brossura

ISBN: 9788862989190

RECENSIONE

TRAMA

C’è un killer che sta sconvolgendo la città. Uccide e lo fa in maniera differente ogni volta. Crimini efferati, lugubri, inquietanti. Uccide persone diverse in modalità ogni volta particolare, l’unica firma che lascia sui luoghi degli omicidi è una immaginetta sacra, nello specifico, una immaginetta di san Sebastiano, martire del protocristianesimo e venerato universalmente perché morto a causa della sua fede trafitto da frecce, e dietro alla stessa un numero. Il primo è 1.3. Ne seguiranno altri in ordine crescente dietro a ogni immaginetta e su ogni scena del crimine. In poche parole più di una firma, un vero e proprio indizio che il commissario Canova, chiamato a indagare sulla scia di sangue e violenza dovrà decifrare. Il fatto è che chi si nasconde dietro a questi raccapriccianti delitti sa anche cose sul commissario che altri ignorano e l’immagine sacra del martire Sebastiano non è affatto casuale. Cosa nasconde Andrea Canova nel suo passato? E cosa ha a che fare con un santo protocristiano? 

PERSONAGGI

Ci sono le povere vittime per i quali il lettore prova davvero compassione. Ci sono le persone intorno a Canova, che a cospetto del commissario sembrano tutte di maggiore buonsenso, di personalità riflessive e accomodanti, di rispetto per le regole e per il prossimo. Eppoi c’è lui, Andrea. Che all’autrice non sia simpatico appare evidente a ogni lettore, come appare evidente altresì che è proprio su questo che gioca Veroni, la quale, come una caricaturista in una piazza italiana, sotto il sole, con Canova seduto di fronte ne accentua difetti e mancanze. E…bingo! Fa centro. Il commissario tratteggiato con tutti i difetti possibili piace a chi legge, lo intriga, gli fa pensare a un gioco a carte scoperte dove il protagonista non deve necessariamente essere biondo, carino, intelligente e gentile. Può essere anche altro. E Canova è davvero tanto altro. E quindi garba.

AMBIENTAZIONI

C’è Varese. La cittadina del nord Italia che praticamente è talmente a nord che con qualche passo in più si può arrivare in Svizzera. Varese con i suoi portici e i negozi alla moda, addirittura con una paninoteca dove il protagonista si sente a casa e incontra i giornalisti per potersi autocelebrare un po’ come vuole la sua indole. Ma questa cornice è solo fisica e geografica perché la vera ambientazione di 1.3 So chi sei risiede nell’animo del commissario. È qui che i lettori dovranno avventurarsi per dipanare il fulcro vero dell’intero romanzo. Nei tormenti del non più giovane Canova, nella sua vita passata, in ciò che lo ha fatto diventare quello che è sta la vera architettura della trama. E con questo la Veroni segna indubbiamente un altro punto.

CONCLUSIONI

Laura Veroni non è il Verstappen della nostra editoria. Non sgomma. Non parte in sesta. Il suo stile e il suo linguaggio sono frutto di un percorso lungo e meticoloso che l’ha fatta crescere come autrice e come narratrice. 1.3 So chi sei è la dimostrazione che in letteratura non serve sempre essere il “ragazzino prodigio” che arriva in classifica con il primo lavoro e vende migliaia di copie. Anzi, a volte, questo genere di scrittori finisce per afflosciarsi su sé stesso come i souffle venuti male. No. A volte è necessario il giusto tempo per affinare il proprio talento, pensare a storie diverse, immaginare personaggi originali e dare vita a gialli classici scritti proprio bene. Brava Laura per il tempo che ti sei concessa e per il rispetto nei confronti dei tuoi lettori. 

INTERVISTA

L’iconografia religiosa al centro della trama del tuo ultimo giallo, perché questa scelta e cosa ti ha ispirato? 

La scelta è strettamente legata allo svolgimento della trama e alla soluzione del caso, per cui posso dire veramente poco. La figura di san Sebastiano è fondamentale nella vicenda, a causa del suo martirio. È vero che ci sono stati tanti altri martiri e avrei potuto sceglierne uno diverso. San Sebastiano, però, fu un alto ufficiale dell’esercito imperiale, che fece presto carriera, divenendo tribuno della prestigiosa prima corte pretoria, di stanza a Roma, per la difesa dell’imperatore. Forte del suo ruolo, poté sostenere i cristiani incarcerati, provvedere alla sepoltura dei martiri e diffondere il cristianesimo tra i funzionari e i militari di corte, approfittando della propria carica imperiale. E nella trama di 1.3 SO CHI SEI questo ha il suo perché, un perché che il lettore potrà scoprire soltanto inoltrandosi nella storia. Inoltre la figura di questo santo mi ha molto colpita, rimanendomi impressa, dopo aver visto il capolavoro di Pupi Avati, “La casa dalle finestre che ridono”, film in cui il martirio del Santo faceva da fulcro dell’intera vicenda. 

Come è cambia Andrea Canova nel corso del tempo e della storia? 

Andrea è sicuramente cambiato nel corso del tempo. Il romanzo, infatti, è costituito da un intreccio che vede il personaggio protagonista del presente ma anche del passato, di un passato scomodo, con il quale fare i conti, un passato che Canova riteneva ormai sepolto, al punto da essersene addirittura dimenticato. Invece, come nel peggiore degli incubi, ciò che non muore ritorna e chiede di pagare un conto molto salato. Il cambiamento di Canova riguarda più il suo aspetto fisico, dal momento che sono trascorsi anni da ciò che rappresenta un segreto inconfessabile e inconfessato, mentre, quanto al carattere, Andrea Canova è rimasto lo stesso: borioso, antipatico, prepotente, forte di un ruolo che ha conquistato sia grazie alla sua abilità investigativa che agli articoli apparsi sul quotidiano di Varese, La Prealpina, a firma Giordano Della Monaca, il giornalista che ha lo portato alla ribalta esaltando le imprese del capo della polizia. 

Ancora una volta a contendersi la scena con il personaggio principale è la tua Varese, una città protagonista e che questa volta si rivela anche in luoghi non convenzionali come può esserlo una paninoteca. Quanti assi nella manica hai ancora riguardo alla tua città che dobbiamo aspettarci come lettori

È vero, Varese è protagonista insieme ai personaggi in quasi tutte le mie storie. È la mia città e la conosco bene. Renderla protagonista mi consente di accompagnare il lettore per mano nelle storie che narro, facendolo diventare anche spettatore delle vicende. Lo porto così a conoscere non solo i luoghi ma anche i locali, i negozi, gli angoli nascosti e quelli che sfuggono al turista distratto. Assi nella manica? Non resta che aspettare la prossima storia.

 

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