AMORI E DISAMORI TRA PAESAGGI PITTORESCHI E INQUIETANTI

di BARBARA MONTEVERDI

Bella, ricca, molto ricca, Merle è una giovane ereditiera australiana sposata all’aristocratico decaduto Leonard Holroyd che pare averla impalmata soprattutto per rimpinguare le casse dell’augusta (e malmessa) magione. Merle viene assassinata e l’amica Daria Lane si incaponisce per scoprire la “verità vera” sulla sua morte.

Classico, elegante, senza troppe scosse, questo giallo è piacevolissimo, uno di quei libri ben strutturati, la cui lettura conforta sia per lo stile della scrittura che per l’ambientazione assai british, proprio come il lettore se l’aspetta.

Daria si guardò intorno incantata: il parco era lussureggiante e costellato di alberi secolari. La casa in stile Tudor, ora ben visibile, era stata eretta in una bella posizione, sullo sfondo di una faggeta. Tranquilla e antica, riposava nel sole di Giugno circondata da giardini a terrazze e sotto di essa, sulla destra, si poteva scorgere il luccichio dell’acqua tra gli alberi che bordavano il lago. Era una di quelle magioni di campagna ormai quasi fiabesche, che appartenevano a un’epoca di svaghi e privilegi, una delle glorie in via d’estinzione e insostituibili della nostra terra.”

I personaggi sono ben tratteggiati anche se ognuno di loro rappresenta uno stereotipo: la famiglia Holroyd è insopportabilmente snob, la servitù ciarliera e impicciona, ma con grande stile, la polizia intimidita dallo stato sociale della maggior parte degli indagati e l’amante della vittima si presenta come un politico ambiguo, superficiale e dai sentimenti impalpabili (perfetto per una carriera scintillante). L’unica figura indefinita è l’amica di Merle, Daria, che avendo il ruolo di svelatrice del mistero resta un personaggio un po’ appannato e non particolarmente interessante, anche se decisamente più simpatico di quelli che affollano il romanzo.

Si nota, in questo giallo, una decisa preminenza femminile: le donne fanno e disfano le sorti altrui e la piccola comunità descritta nel libro sembra ruotare attorno all’altra metà del cielo. Vero è che i poliziotti sono maschi, ma senza la spinta dell’amica della vittima e di una testimone involontaria ma precisa, ci si sarebbe accontentati di una soluzione di comodo del delitto. E poi, Leonard, Gideon, il giardiniere, l’ispettore capo, Martin sono tutti “omarelli” di scarsissimo interesse umano, non si capisce come possano far battere il cuore di una donna. E, in effetti, capita di rado e con conseguenze nefaste.

La suspense non è al suo apice, ma alcuni momenti di pathos li viviamo assieme ai protagonisti e il finale ricorda un po’ i film (rigorosamente in bianco e nero) di Hitchcock, cosa che rende la lettura interessante fino all’ultima riga.

Da leggere? Sicuramente sì, magari sorseggiando un whisky perché di the se ne beve a sufficienza all’interno del romanzo.

TRAMA

Nella placida campagna inglese, dove sorge l’antica Abbazia di Wissingham, Merle, una giovane e bella ereditiera australiana, viene ritrovata senza vita dopo una regata. L’amica Daria, da poco rientrata da un lungo soggiorno in Italia, non si dà pace e non crede alla facile soluzione proposta dalla polizia, che attribuisce la morte a una rapina finita male da parte di un vagabondo. Determinata a trovare il vero colpevole, la giovane indaga sulla nobile e antica famiglia decaduta, di cui Merle è entrata a far parte sposando Leonard e portando in dote un sostanzioso patrimonio, che ha permesso di salvare l’antica magione dalla rovina. Ma Diana riuscirà ad arrivare a una conclusione nella sua personale inchiesta? Oppure la sua testardaggine la porterà solo a vivere esperienze spiacevoli e la verità sarà quella sostenuta dalla polizia: un criminale non può annidarsi tra i membri di una casata che da secoli dà lustro alla contea? Un romanzo della Golden Age, che racconta di un delitto perpetrato nella campagna inglese con personaggi appartenenti alle varie classi sociali, e uno sguardo sul mondo esclusivo dell’upper class, fatto di rigide regole e formalità.

Traduzione: Costanza Masetti

Ascolta l’incipit letto da Barbara: