Il pozzo della solitudine

Il pozzo della solitudine

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Published: 02/02/2024

Format: Brossura

ISBN: 9788854529113

FUORI DAL CORO, NON SEMPRE LA VOCE E’ STONATA. FORSE LO E’ L’UDITO DI CHI ASCOLTA.

di BARBARA MONTEVERDI

Uscito nel 1928 in Inghilterra, e subito ritirato, questo romanzo-fiume è la dichiarazione d’amore di una donna per le donne. All’epoca, l’amore saffico nel Regno Unito non era reato – contrariamente all’omosessualità maschile, duramente sanzionata – ma certe cose non si dovevano fare e, soprattutto, dire. Quindi, silenzio totale su queste pagine così dolorosamente esplicite, e ritiro del libro.

Circa trent’anni dopo, nel 1954, il romanzo viene ridato alle stampe e la storia della caparbia Stephen che si sente maschio imprigionato in un corpo femminile del tutto estraneo, riesce ad essere apprezzata almeno negli ambienti gay. L’altra faccia della Luna pare non essersi troppo interessata, né all’argomento né allo stile della scrittura, fortemente datato.

Oggi, a cent’anni quasi dalla prima furtiva uscita, Neri Pozza ripropone questo volume, con una immagine di copertina estremamente elegante e accattivante, oltre a un’estesa introduzione di Maureen Duffy che illustra la vicenda editoriale del libro e le fasi della sua elaborazione.

Fin dall’inizio noto un aspetto del romanzo che è forse messo in ombra da altri accadimenti, ma che mi ha molto toccata: chi paga le intemperanze dei padroni di casa, abbiano essi trent’anni o sette, è sempre la servitù e il fatto che questo comportamento fosse visto come naturale mi ha parecchio turbata. In soldoni, riassumo gli accadimenti che mi hanno colpita: la piccola Stephen, settenne, si innamora perdutamente ( e infantilmente) di Collins, servetta paciosa dai grandi occhi blu. Quando la scopre ad amoreggiare con un cameriere, scaglia contro costui un vaso di coccio, ferendolo al viso. Conclusione: serva e innamorato il giorno seguente vengono messi alla porta e Stephen si lecca l’orgoglio ferito senza un pensiero sull’ingiustizia appena avvenuta. E neppure l’autrice pare soffermarsi sulla questione.

Domani manderò via Collins, capisci Stephen? La manderò via. Non sarò scortese, ma dovrà andarsene domani e nel frattempo non voglio che tu la veda. Ti mancherà dapprima, sarà del tutto naturale, ma con il tempo ti accorgerai di averla dimenticata completamente e questo incidente non ti sembrerà più nulla. Ti sto dicendo la verità, mia cara, lo giuro. Se hai bisogno di me, ricorda che ti sono sempre vicino; puoi venire nel mio studio ogni volta che vorrai.”

E un’altra stranezza (visto l’impegno dell’autrice nel voler rivendicare il diritto all’esistenza di ogni essere vivente) la incontro verso la fine del romanzo: due fratelli afro americani, Lincoln e Henry Jones – valenti cantanti di spirituals – vengono indicati come appartenenti a una razza che si evolve lentamente e il tono utilizzato è di una naturalezza davvero imbarazzante, nonostante poi li si lodi ampiamente per la loro arte.

Ma al di là di questi aspetti sociali che oggi richiamano fortemente la nostra attenzione, mentre in passato erano quasi del tutto ignorati, il romanzo ha una decisa importanza dal punto di vista della presa di coscienza di se stessi e della fatica che questo costa, sia moralmente che fisicamente. Perché sentirsi male nella propria pelle è come portare un macigno sulle spalle in ogni ora della giornata, di fronte a ogni situazione. La vita di Stephen, alla ricerca di un equilibrio fisico e sentimentale, non farà mai sconti e la giovane donna, sebbene supportata da una condizione economica di tutto rispetto (il che non guasta), dovrà affrontare l’inferno dentro di sé per accettare l’amore e per donarlo, per sopportare tradimenti, amicizie sfumate, voglia di una normalità totalmente impossibile da conquistare, per sé e per gli altri.

Un pensiero comune a molti, riportato nel romanzo, mi ha fatto riflettere sulla visione che la gente ha – ancora oggi – del mondo:Mademoiselle Duphot non conosceva le vie traverse della natura. La sua mente innocente era poco edotta e troppo credula. Credeva ancora nella leggenda di Adamo ed Eva e che nel loro giardino non fosse stato commesso nessun errore!”

Bene, da etero quale sono, ritengo che mai la Natura abbia commesso errori, che tutto sia normale, logico e assorbibile senza neppure doverci pensare; le persone valgono per i loro pensieri e le loro azioni. Punto.

Il Paradiso sarebbe non porre paletti, niente recinzioni, solo un enorme campo coperto di erba verdissima e fiori di tutti i colori.

Ma il Paradiso, purtroppo, può attendere.

TRAMA

Apparso per la prima volta in Inghilterra nel 1928, attirandosi immediate critiche e richieste di ritiro della pubblicazione per «oscenità», Il pozzo della solitudine è una testimonianza di quanto proverbialmente ferisca più la penna che la spada: poco dopo la sua uscita un recensore inglese lo paragonò a «una fiala di acido prussico», che a sua opinione avrebbe fatto meno danni alla gioventù rispetto alla lettura del volume. Quello che le autorità temevano era che il romanzo scatenasse «un’epidemia di omosessualità». L’opera, latamente autobiografica e presto rimossa dalla circolazione, mette infatti in scena il conflitto identitario di una donna della buona società inglese che, facendosi chiamare Stephen Gordon e intraprendendo una relazione con Mary Llewellyn, incontrata a Compiègne durante la Prima guerra mondiale, osa mostrare pubblicamente tutti gli aspetti dell’amore lesbico. Il vero scandalo del Pozzo della solitudine risiede nel genere delle due protagoniste nonché nell’ambiguità di Stephen, imprigionata in un corpo femminile che non sente suo. La solitudine del titolo è allora quella a cui i personaggi sono costretti: l’amore fra due donne, per quanto non sanzionato dalla legge, era comunque considerato immorale, e obbligava a una vita da invisibili. Quando l’unica cosa che Stephen, e Radclyffe Hall insieme a lei, vorrebbero rivendicare è un semplice «diritto all’esistenza».

Traduzione: Alessandro Fabrizi e Francesca Forlini

4.8Overall Score

Il pozzo della solitudine

FUORI DAL CORO, NON SEMPRE LA VOCE E’ STONATA. FORSE LO E’ L’UDITO DI CHI ASCOLTA. di BARBARA MONTEVERDI Uscito nel 1928 in Inghilterra, e subito ritirato, questo romanzo-fiume è la ...

  • Trama
    5.0
  • Scrittura
    4.5

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