ARTE, MALAVITA, AMORE, DELITTI. LA GRECIA E’ UN VASO DI PANDORA

di BARBARA MONTEVERDI

Che bello aprire un libro e ritrovarsi in atmosfere anni ’50 del ‘900, ad Atene. Bello anche se ci scappa subito il morto, ricco e sofisticato artista colpevole di una tresca con la moglie di un caro amico: classico, pulito, senza sorprese, dunque?

Invece no, perché Marìs – ovvero il giornalista greco Ghiannis Tsirimokos vissuto tra il 1916 e il 1979 – è stato il caposaldo della scrittura poliziesca ellenica, il suo stile richiama molto Simenon e non è certamente un romanziere banale. Dunque, c’è dell’altro, e parecchio.

Come accade di solito in questi casi, passò del tempo prima che fosse stabilita la data del processo. Altrettanto ne sarebbe passato poi fino al giorno in cui avrebbero condotto Floràs dal carcere alla Corte d’Assise, perché rendesse ragione del suo atto…Piano piano a Kolonaki, al Grande Bretagne, da Orfanìdis per l’uzo del mezzogiorno, si smise di parlare del fatto. Soltanto quando capitava che passasse Janette Floràs, gli uomini facevano un cenno con la testa. “Janette Floràs…La moglie dell’agente di Borsa…”  “Ah sì. La moglie di Floràs. Quello che ha ucciso il pittore, l’amante della SIGNORA.” A poco a poco, il delitto di Kolonaki aveva cominciato a essere dimenticato. Non da tutti, però.

Noir di gusto autunnale, dai colori smorzati in un’eterna penombra, ci presenta Atene sotto un taglio del tutto inusuale e severo, così come la storia che si dipana senza fretta, con aristocratica alterigia. L’andamento del racconto, in effetti, è davvero curioso: assomiglia a un valzer lento, alla musica del quale volteggiano ballerini che sembrano non accorgersi degli altri. Le coppie si avvicinano, poi si allontanano senza uno sguardo, seguendo il filo di una melodia interiore incantata e quasi vorremmo scuoterli, dir loro di accelerare il ritmo, salvo accorgerci che la loro mente sta vorticando lontano da lì e che noi non riusciremmo a raggiungerli neppure volendo. Non ci resta che attendere gli eventi fiduciosi e goderci la musica di sottofondo.

Se un difetto bisogna trovare in questo romanzo, mi soffermerei sui dialoghi, a volte troppo teatrali, un po’ legati, ma potrebbe essere semplicemente un segno del tempo trascorso, dopotutto settant’anni fa – in Grecia e non solo – si era certamente meno spigliati di oggi, le parole avevano un significato e si risparmiavano iperboli ed entusiastiche esclamazioni : si respira eleganza demodée e non è necessariamente una pecca, anzi.

Questo è un libro consigliato a chi ama le emozioni trattenute, le atmosfere un poco polverose, il passato che non è ancora antico, ma comincia a mostrare una patina preziosa, le donne mature sono eleganti e rigide, le giovani allegre e composte, gli uomini non usano il turpiloquio, anche quando sono furibondi. Magari aprono la testa all’avversario, ma con un certo à plomb. Sigarette, uzo, caffè e qualche dolce cosparso di miele invitano il lettore a sedersi comodo godendosi una storia d’altri tempi, truculenta quanto basta, sorprendente, malinconica.

TRAMA

Kolonaki è uno dei quartieri più eleganti della capitale greca, e deve il nome a una piazza con al centro una piccola colonna antica e tutt’intorno negozi lussuosi e caffè dove stazionano intellettuali e sfaccendati. “Delitto a Kolonaki” è il libro che nel 1953 dà inizio alla stagione del noir greco e resta il romanzo emblematico di una narrativa appassionante ambientata in un’Atene ormai scomparsa. La vicenda ruota intorno all’omicidio dell’agente di Borsa Floràs, che sconvolge la buona società ateniese. Mentre la polizia brancola nel buio, a indagare e a venire a capo del mistero saranno il commissario Bekas e il giornalista Makrìs, alter ego dell’autore.

Traduzione: Valentina Gilardi

Ascolta e guarda l’incipit letto da Barbara: