Era il 30 maggio di quest’anno quando in tutte le librerie è arrivato il romanzo “Labirinti” di Franck Thilliez. Ad appena 6 mesi che avevamo chiuso la trilogia di Caleb Traskman, ecco che Fazi ci regala un nuovo romanzo “Vertigine” che, in ordine di stampa francese, è precedente a “Puzzle” e “Il sogno”. Ma mentre noi siamo qui ad aspettare con ansia il 7 novembre per leggere la nuova avventura che Thilliez ha pensato per i suoi lettori. In Francia sta uscendo un nuovo romanzo della serie Sharko, “La faille” … Quindi mi sembra che quest’anno Thilliez ci abbia viziato per bene e per tutti i gusti. 

Approposito a Bookcity sarà presente il 16 novembre alle 19.30 al Castello Sforzesco, qui per saperne di più.

TRAMA

Alcuni segreti vanno tenuti nascosti, ma saremmo disposti a morire purché non vengano mai svelati? Jonathan Touvier, ex alpinista cinquantenne, si risveglia intontito e non sa dove si trova. Attorno a lui soltanto buio, umidità, freddo. È finito in fondo a una grotta e non ha idea di come sia successo. Non è solo. Insieme a lui ci sono il suo fedele cane Pokhara e due sconosciuti: Farid, giovane di origini maghrebine, e Michel, uomo di mezza età che lavora in un macello. Jonathan è incatenato al polso, Farid alla caviglia; Michel è libero, ma la sua testa è coperta da una spaventosa maschera di ferro, che esploderà se si allontana dagli altri due. Sulla schiena hanno tre biglietti con altrettante domande: «Chi sarà il ladro?», «Chi sarà il bugiardo?», «Chi sarà l’omicida?». Qualcuno sta giocando con loro, e ha tessuto con cura una ragnatela inestricabile per intrappolarli. Chi è? E perché l’ha fatto? Ben presto, però, la domanda più urgente diventerà un’altra: fino a che punto si può arrivare per non soccombere in una situazione così estrema? Se la natura può rivelarsi un’assassina spietata, l’uomo può trasformarsi in un predatore senza scrupoli: tra menzogne e mezze verità, scatta una disperata lotta per la sopravvivenza, da affrontare con ogni mezzo e strategia possibile. Vertigine, l’ultimo romanzo del maestro del thriller Franck Thilliez, è una crudele dissezione dell’animo umano messo di fronte al pericolo, in cui il lettore verrà manipolato fino all’ultima riga, e forse anche oltre. «Siamo scossi da un vento di sconfitta e mi rendo conto che, martoriato dalla fame, sono diventato come loro: un predatore pronto a tutto. Ho sentito, vivido e pressante, l’istinto della caccia».

ESTRATTO

1

«La follia non suona così vuota. Trattenetelo nella memoria questo rumore metallico. Finché riuscirete a sentirlo, saprete di non essere pazzi».

 

Estratto del romanzo Darkness

Buio dappertutto.

Da dieci minuti cerco disperatamente di muovermi ma non ci riesco. In genere, a casa nostra, dalla finestra della camera da letto, si sente il brontolio delle macchine che passano. Ma qui, zero. Nessun motore, niente voci. No, soltanto un sibilo prolungato. Il vento… Il lamento del vento, da qualche parte.

Dove mi trovo?

Devo sforzarmi di riordinare gli eventi, fare mente locale. Ieri sera ero in ospedale, da Françoise. Me lo ricordo, nella stanza c’era un caldo da star male. Poi… poi ho mangiato lì, una specie di pappetta disgustosa, e sono rimasto accanto a mia moglie fino alla fine dell’orario visite. Quando sono andato via, avevo un po’ di nausea. Ritorno a casa, sulle colline di Annecy. Era tardi. Ho staccato il foglietto dal calendario a strappo, sul comodino, dopodiché mi so­no addormentato nel nostro letto, da solo, al calduccio.

Era il 25 febbraio 2010. Pieno inverno.

E adesso mi risveglio paralizzato e morto di freddo su una superficie durissima?

Il mio pollice destro si è appena mosso. Una flessione, seguita da un allungamento. Ora le dita dei piedi. Ho l’impressione che i tendini si stiano contraendo, uno alla volta, che i muscoli fremano. E finalmente un battito di ciglia. Felicissimo, ripeto il movimento con insistenza. Apro, chiudo, apro, chiudo. Mi sento di nuovo vivo. Tra un paio di minuti al massimo solleverò i miei settanta chili da terra e potrò capire cosa mi è successo.

Ma, d’un tratto, un nuovo rumore mi pietrifica. Un tintinnio, non appena muovo il polso.

Mi tiro su, alla cieca, attraversato dalle vertigini, e tasto con l’altra mano.

Un cerchio ruvido mi stritola il polso destro.

Per quanto stupido e irreale possa sembrare, credo di essere incatenato.

Traduzione: Daniela De Lorenzo

Related Posts

One thought on “Vertigine

  1. La saggezza consiste nel prendere il buono dalle persone ed essere pazienti con il cattivo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *