OLTRE AD ARGINARE IL FIUME, MCDOWELL ARGINA ANCHE IL LETTORE

di MANUEL FIGLIOLINI

Bisogna purtroppo dichiarare l’allerta Spoiler, se non avete letto il primo volume di Blackwater vi consigliamo di non proseguire nella lettura di questa recensione. Potremmo involontariamente raccontare accadimenti del primo volume. Detto ciò, buttiamoci a capofitto nel fiume Perdido con la famiglia Caskey che in questo volume scoprirà nuove forme.

Sorpassato il primo impatto con il primo volume “La piena”, il secondo volume di Michael McDowell lascia lo spazio al racconto e alla capacità letteraria dello scrittore che si trova a raccontarci le evoluzioni di una comunità in continua mutazione. Dopo la piena, per gli abitanti di Perdido è giunto il momento di arginare questo fiume che potrebbe, da un momento all’altro, sommergere la piccola comunità.

I Caskey, i Debordenave e i Turk decidono d’investire nella creazione di una diga e di argini che precludono alla comunità la vista di quel fiume scuro che già li ha feriti. Elinor è contraria alla costruzione della diga e ci si aspetta da lei il peggio, invece lo scrittore la lascia in fondo alla scena, molto impegnata a curare la figlia appena nata Frances e al rapporto che deve costruire con la nuova arrivata, Queenie Strickland. I lavori di costruzione procedono senza grossi intoppi, l’ingegnere Early Haskew oltre alla diga, costruirà anche altro.

Un evoluzione che continua nella narrazione di McDowell, in un secondo volume, dove lo scrittore lascia gli elementi horror per concentrarsi sullo sviluppo dei singoli personaggi. Dopo averci legato a doppio filo alla famiglia Caskey, averci stuzzicato la curiosità, in questo volume lo scrittore tesse la trama, partendo dal centro del primo volume e allargandosi fino a definire un quadro pieno di storie e personaggi.

Con “La diga” inizia la vera saga dei Caskey, nel primo volume “la piena” ci ha immersi in questa stramba famiglia dell’Alabama. Adesso costruisce gli argini d’azione che intrappolano il lettore alla scoperta di questa comunità.

E quando chiudiamo il secondo volume rimaniamo in attesa del 3° volume incapaci di uscire da quel fiume fangoso.

TRAMA

1922. Mentre Perdido si sta riprendendo dalla devastante inondazione, la costruzione di una diga è l’unico baluardo possibile contro la furia dell’acqua. Ma il cantiere riversa sulla cittadina il suo carico di imprevisti: la rivolta degli operai, il capriccio delle correnti, il mistero di alcune sparizioni. La matriarca Mary-Love si scontra con Elinor, ora parte della famiglia Caskey. Macchinazioni, alleanze innaturali, sacrifici: a Perdido i mutamenti saranno profondi, le conseguenze irreversibili. La lotta è appena cominciata.

Traduttore: Elena Cantone