Ouroboros, la città sepolta

Ouroboros, la città sepolta

Editore:

Published: 14/04/2023

Format: Brossura

ISBN: 9788830903005

TRA PARIGI E LA NUBIA SCORRE UN NASTRO DI ORRORI. 

di BARBARA MONTEVERDI

Porte cigolanti, spifferi, fiammelle di candele che tremano illuminando antri oscuri, strani uomini incappucciati, giovani e ingenui studiosi freschi di Sorbona e pronti per viaggi eccitanti verso il lontano Egitto…c’è tutto, proprio tutto quello che un lettore ottocentesco poteva aspettarsi da un romanzo-giallo avventuroso. E anche se il pubblico a cui è rivolto questo romanzo storico è 220 anni oltre, l’emozione e il piacere nel seguire il racconto sono gli stessi.

Accelerando il passo, osservai un grosso ratto sbucare dall’angolo di un palazzo e, rimbalzando sui rivoli di liquami fetidi che scorrevano lungo i solchi della strada, correre a rintanarsi tra le fessure dei muri. Con la punta della scarpa lanciai via un sasso, mentre una carrozza nera avanzava spedita tagliandomi la strada. Riconobbi lo stemma sulla portiera, era quello del visconte Lacroix, che si affacciò dal finestrino, salutandomi con un sorrisetto affettato. Le ruote della vettura finirono in una pozzanghera schizzandomi di fango i pantaloni di velluto blu.

Siamo a Parigi nel 1839 (ma il prologo è datato Barcellona, 1647) e i due giovanotti mal assortiti che ci vengono presentati nelle primissime pagine faranno parte di una spedizione archeologica il cui vero scopo (segreto, segretissimo) è la ricerca di una città sepolta – la Ouroboros del titolo.

Victor Besson, figlio di un orologiaio capace di “guarire” il tempo, farà incontri inediti, raccapriccianti e odorosi di zolfo e noi con lui ci immergeremo in una realtà parallela che emoziona e diverte simultaneamente.

Maria Rosaria Franco sa il fatto suo e anche se ci confeziona una storia piena di stereotipi che il lettore smaliziato riconosce a distanza siderale, riesce a farlo con grazia, in modo così scoperto, così dichiaratamente rétro che non si può far altro che assecondarla e seguirla nel suo racconto con occhi di adolescenti alle prime armi.

E’ un po’ come andare al cinema e godersi l’ennesima messa in scena dei Moschettieri di Dumas: sappiamo tutto a memoria, ma se il film è ben confezionato ci soddisfa e rallegra.

Sapiente e di grande impatto visivo è il contrasto tra la grigia, piovosa, tristanzuola Parigi che mostra il volto pallido di un malinconico mattino di novembre avvolto nella bruma e la luce diabolicamente abbagliante della Città Sepolta con le sue mura ricoperte di lamine d’oro e smeraldi che riflettevano archi di luce simili a un arcobaleno, e il piacere di accompagnare l’autrice in questo viaggio dalla vecchia Europa alle arcaiche terre al confine tra Egitto e Nubia ci compensa del fatto che la suspense non sia altissima.

Una buona prova letteraria, che pecca di originalità ma avvince con una lingua sicura, un’ambientazione ben centrata e un gusto romantico-ottocentesco estremamente accentuato.

Sarebbe stato piacevole scoprire qualcosa di più dei personaggi presenti nel racconto che, invece, hanno poca consistenza e sembrano essere stati inseriti solo come escamotage narrativo per giungere al cuore del racconto – che è l’incontro/scontro con le entità demoniache della città misteriosa (le quali si palesano fin dalla seconda pagina è perciò non sto svelando alcun segreto).

Ma, chissà, forse l’autrice ha in progetto un seguito in cui soddisferà le nostre curiosità. Lo attendiamo con simpatia.

TRAMA

Parigi, metà Ottocento. Victor Besson, che ha da poco terminato gli studi in archeologia alla Sorbona, viene invitato a partecipare a una spedizione nel Nord Africa, finanziata dalla Société de Géographie de Paris e dal misterioso conte Anatole Deschamps, lasciando a Parigi il suo grande amore Madeleine. Un viaggio che, a differenza di quanto scritto nella lettera di convocazione, non sarà alla scoperta delle preziose miniere d’Egitto, ma si rivelerà una pericolosa missione, volta alla ricerca della leggendaria Città Sepolta. Prima di partire, infatti, il giovane archeologo si imbatte in un antico testo, Ouroboros, in cui l’autore, tale Christobal D., studioso di medicina e alchimia, svela di avere trovato la mitica città. E proprio quel prezioso volume che durante la spedizione sembra prendere magicamente vita gli farà comprendere che qualcosa di prodigioso sta per compiersi nel suo destino. Perché «la fine è solo l’inizio di tutte le cose. Passato, presente e futuro coesistono parallelamente ma esistono anche molteplici versioni del tempo in un perpetuo divenire tra la memoria, la nostalgia e la speranza…». «Un alito di vento sfogliò le sue pagine lentamente. Sull’ultima apparvero dei segni. Un cerchio. Una croce. Un triangolo. Rappresentavano il Ferro, il Piombo e il Fuoco, simboli alchemici di trasformazione. Compresi che qualcosa di prodigioso stava per compiersi nel mio destino. Quella notte stentai a prendere sonno, preda di orribili incubi.»

Ascolta l’incipit letto da Barbara:

3.3Overall Score

Ouroboros, la città sepolta

TRA PARIGI E LA NUBIA SCORRE UN NASTRO DI ORRORI.  di BARBARA MONTEVERDI Porte cigolanti, spifferi, fiammelle di candele che tremano illuminando antri oscuri, strani uomini incappucciati, ...

  • Trama
    3.0
  • Suspense
    3.0
  • Scrittura
    3.8

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