Le tigri sono in giro

Le tigri sono in giro

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Published: 17/01/2023

Format: Brossura

ISBN: 9788807035302

NON FIDIAMOCI DEI GATTI RANDAGI: POTREBBERO ESSERE TIGRI IN MISSIONE PER CONTO DI DIO

di BARBARA MONTEVERDI

L’inizio è eccitante, molto molto eccitante. E promette bene: le prime due pagine tirano un bel pugno sul naso al lettore che ancora non si è sistemato del tutto in poltrona e rischia di scivolare ignominiosamente a terra. Ricomponiti, bradipo, Mick Herron ha appena cominciato.

Siamo a Londra, in compagnia di un gruppo eterogeneo di agenti segreti caduti in disgrazia e deposti in una catapecchia putrescente di periferia (il Pantano) a fare nulla, o quasi, in attesa che si diano per vinti e si licenzino.

Atmosfera purulenta, vite stropicciatissime, ma tono frizzante e iconoclasta: quel che ci vuole per agganciare il lettore curioso e alla ricerca di sensazioni forti. Foss’anche una bella risata sardonica.

Shirley guardò Roderick Ho correre a recuperare gli occhiali chiedendosi se avesse fatto bene a dargli uno schiaffo. Un manrovescio di solito conferiva il vantaggio della sorpresa sulla persona schiaffeggiata, ma se lei avesse chiuso la mano e gli avesse dato un pugno avrebbe potuto rompergli il naso. Dopo averlo informato delle sue intenzioni, se ne avesse avuto voglia. Nel caso di Ho, un avvertimento non avrebbe impedito l’azione. Il pugno sul naso sarebbe arrivato lo stesso, dopo la preoccupazione di riceverlo.

Mick Herron è cinico e politicamente scorretto, non prova nessuna pena per i suoi personaggi border line, se poi non brillano di intelligenza, beh allora tutto quel che accade se lo sono meritato e noi ci possiamo beare del suo racconto senza neppure sentirci in colpa: se marcia su questo sentiero, è lui il primo a calpestare le margheritine e noi siamo solo a traino.

Così, ci godiamo Jackson Lamb, il capo della banda dei Brocchi, il monarca del Pantano che, tra sguardi lascivi, pernacchie e peti (ebbene sì, un vero lord inglese) tenta di risolvere un guaio di quelli seri in cui si sono trovati coinvolti alcuni dei suoi sfigatissimi collaboratori.

L’atmosfera è più americana che british, anche se gli accenni agli autobus a due piani e a Regent’s Park ci ricordano che siamo sempre nella cara, vecchia, decadente Europa – Brexit permettendo. Ma i personaggi strampalati che occhieggiano dalle pagine di questa spy story non hanno nulla dell’eccentricità inglese, sono del tutto privi di à plomb e le loro reazioni sono spesso dovute a semplice impulso primordiale, alla faccia dell’addestramento che pur hanno subito entrando nei Servizi Segreti di Sua Maestà.

Ma questo è il bello del racconto, che ci catapulta in situazioni ad alto livello di suspense con l’aggravante di avere la certezza che i nostri eroi faranno casino, sebbene a volte questo atteggiamento abbia risvolti positivi.

Che Mick Herron si sia divertito parecchio a scrivere questo romanzo è indubbio, così come è indubbio lo spasso del lettore, resta però il fatto che il tono scapigliato che permea ogni riga del libro lasci irrisolte le figure dei protagonisti che osserviamo agire con partecipe e allegra curiosità, ma senza comprendere nulla di chi essi siano veramente, cosa abbiano dentro all’animo, se siano umani o semplici figurine animate dalla fervidissima fantasia dell’autore.

Questo è il limite di una spy story per il resto molto ben congegnata, originale e piena di ritmo. Il consiglio è di leggerla col cuore adolescente, senza cercare spunti filosofici o sociali: un bel libro per passare ore spassose e originali, ben scritto, azzeccatissimo nei dialoghi e feroce nei confronti delle dinamiche interne ai Servizi Segreti.

TRAMA

Non esistono le coincidenze per una spia, Catherine Standish lo sa bene. Ha lavorato nell’intelligence abbastanza a lungo da aver visto tradimenti, doppi giochi e pugnalate alla schiena, ma cosa c’entra lei, l’ultima ruota del carro, un’ex alcolista che non è neppure una spia? Smista carte alla Casa del pantano, il gradino più basso dei Servizi segreti, la discarica in cui vengono spediti gli agenti in disgrazia, che hanno commesso errori imperdonabili o ecceduto nei vizi. Eppure, chiunque l’abbia rapita non può averlo fatto per caso, né per motivi personali: il vero bersaglio dev’essere proprio il Pantano. O, meglio ancora, il suo capo Jackson Lamb. Di lui e della squadra di brocchi che dirige tutto si può dire, ma non pianteranno mai in asso uno di loro. Per quanto falliti, strafottenti o strambi, non la lasceranno in pasto alle tigri: Catherine potrebbe scommetterci la vita. Definito “il nuovo John le Carrè”, Mick Herron si è conquistato un posto nell’olimpo dei giallisti mescolando gli ingredienti tipici di una spy story con un’ironia tagliente che non risparmia nessuno, neanche i vertici dell’MI5, e che punta a smascherare le dinamiche di potere che si annidano dappertutto. Portati sullo schermo da attori del calibro di Gary Oldman, Kristin Scott Thomas e Jack Lowden in una serie tv trasmessa in 107 Paesi, Jackson Lamb e la sua banda atipica di spie sono di nuovo in missione. E sono molto arrabbiati.

Traduzione: Alfredo Colitto

Ascolta l’incipit letto da Barbara:

 

4.8Overall Score

Le tigri sono in giro

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  • Trama
    5.0
  • Suspense
    5.0
  • Scrittura
    4.5

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