L’ENIGMA DELLA MADONNINA

di BARBARA GALIMBERTI

Accadono cose connesse tra loro nella distanza, in grado di creare un effetto domino che, se studiato possiede uno schema preciso.

Storie quotidiane che si incrociano, che a volte diventano un racconto unico e altre volte, invece, si disperdono nelle ore e nei giorni che passano. Dove dobbiamo andare per trovare tutto questo? Nel palazzo di Bea Buozzi, perché questo è il condominio.

Incontriamo le persone in ascensore e spesso rimaniamo fermi a fissare un punto di quel luogo oscuro, come per allontanarci da chi ci ritroviamo di fianco in quel brevissimo viaggio, oppure, in pochi minuti, siamo capaci di intavolare una discussione su qualche bizzarria successa nel nostro stabile, o per strada o in un negozio che frequentiamo.

Bea Buozzi racconta le storie delle persone, le fotografa e ce le mostra tra le righe di questo incantevole romanzo. 

La scrittura di questa autrice è perfetta per queste narrazioni. Le storie di quest’opera hanno proprio bisogno delle parole di Bea Buozzi. 

Il suo è uno stile intimo, avvolgente e a tratti dirompente, capace di spingersi nella profondità umana, in quegli aspetti della narrazione che troppo spesso gli scrittori tralasciano. Un romanzo è anche questo ed è proprio necessario che le voci si alternino, che si facciano sentire, che in qualche modo raccontino la loro storia. 

Una trama per attrarre il lettore deve mostrare i personaggi in tutti i loro aspetti, anche quelli più nascosti; ed è solo così che può nascere una relazione duratura e stabile con il lettore.

L’autrice, già famosa per i suoi precedenti romanzi e vincitrice del Premio Selezione Bancarella nel 2023, ci riporta in un condominio milanese dove di cose da raccontare ce ne sono molte, divertenti, insolite, particolari e alcune misteriose.

Milano è immensa e tutti hanno qualcosa da narrare. Ma il palazzo di Bea Buozzi è uno di quelli che si potrebbero definire speciali. Già, perché proprio in quell’affascinante luogo dal portone turchese è stata rubata la Madonnina. 

La Madonnina è importante per i milanesi e per quel condominio lo è in modo particolare. Quale mistero è legato a questo furto? Perché qualcuno dovrebbe essere interessato a rubare quell’oggetto così speciale per i condomini di quel palazzo?

Ognuno di loro ha la sua storia da raccontare. Bea Buozzi ci fa ascoltare la loro voce, il loro pensiero, alternando la ricerca della verità alla quotidianità. 

L’anno dei destini incrociati è un romanzo particolare, che si legge con facilità e che porta il lettore a riflettere sulla vita di tutti i giorni. Molto interessanti sono i piccoli riferimenti a ciò che abbiamo vissuto e che ci sta accompagnando nel futuro.

Questo romanzo non è semplice giallo, non è uno di quei polizieschi che trascinano il lettore verso una verità che si nasconde nella stessa trama, questo libro è una commedia tinta di giallo, è la rappresentazione della vita dove il mistero trova il suo posto.

«L’indagine della Madonnina! L’altro giorno ho visto l’appuntato che bazzicava qua sotto. Ci sono delle novità? Sta forse seguendo delle tracce?»

TRAMA

ll primo dell’anno gli inquilini del palazzo liberty dal portone turchese si svegliano con un enigma: la Madonnina che protegge lo stabile è stata rubata. Il furto è solo la prima di una serie di vicende che travolgerà i suoi eccentrici abitanti.
La passione può arrivare dal cielo? Se lo chiede Agnes, la catalana che parla con gli spiriti. Oreste, il portinaio, supererà il terrore di lasciare Milano per amore? Regina, suddita della Corona inglese nel cuore, riuscirà a partecipare ai festeggiamenti per l’incoronazione di re Carlo III? Quanto al Macondo, il ristorante di quartiere, si aggiudicherà la stella più prestigiosa di tutte?
Tra chat di condominio e pettegolezzi sui pianerottoli, un inno all’amicizia e alla speranza capace di fare sorridere e commuovere. Ma anche un racconto da conservare, dove gli eventi dell’attualità fanno da sfondo alle vicende dei protagonisti.