Il gioco dell'anima

Il gioco dell'anima

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Published: 18/04/2023

Format: Rilegato

ISBN: 9788831011150

RECENSIONE

TRAMA

La giornalista Miren dopo aver contribuito a risolvere il caso de La ragazza di Neve e aver cercato, a suo modo, di risarcire la famiglia della vittima e la stessa bambina sottratta quando aveva solo qualche anno ora, si sta godendo il successo del suo libro ispirato alle vicende alle quali lei stessa aveva partecipato in prima persona. Il fatto però è che Miren è un cronista e quando si è cronisti neppure un successo letterario planetario riesce a non farti pensare al lavoro in redazione e a quello di giornalista investigativa. E quindi, quando a un evento gli viene lanciata una busta con dentro l’immagine di una ragazza scomparsa da tempo con sopra la scritta: vuoi giocare, Miren lascia tutto e si mette alla ricerca della verità sul caso Gine Pebbles. Da un’altra parte della città, l’agente dell’FBI Ben Miller è sul caso di un’altra giovane scomparsa e ritrovata poi morta. C’è qualche collegamento tra le due scomparse e le due vittime? Le strade di Miren e Miller si incroceranno? E quanto sarà pericolosa e devastante la pista che decideranno di seguire per arrivare alla verità?

PERSONAGGI

Chi ha letto La ragazza di Neve non può essersi dimenticato di Miren, della sua caparbietà nella ricerca della verità, del suo senso estremo e cristallino della giustizia, del suo fiuto da giornalista investigativa e soprattutto di tutte le sue fragilità. Ecco, è quest’ultimo aspetto che rende il personaggio di Miren non ancora compiuto letteralmente parlando, perché c’è una precisa intenzione autoriale a che lo sviluppo evolutivo e totale di una protagonista come Miren possa avvenire gradualmente, attraverso quasi impalpabili sfumature di una personalità fragile complessa. Una personalità che pur di non affrontare le violenze e gli abusi del suo passato si butta a capofitto per evitare proprie queste violenze e questi abusi sugli altri, o quantomeno punirli e condannarli esattamente come meritano. Castillo su Miren ha un progetto preciso e pensato e per questo, affinché, il suo personaggio feticcio possa “percorrere la sua strada” fino alla fine, le affianca personaggi non minori, ma di “spalla”. Una sorta di scelta come se si fosse al teatro dove la protagonista ha bisogno di scambiare battute e dialoghi sulla scena, ma solo perché serve allo svolgimento della storia. E così Jim e Ben per i lettori restano “quei personaggi lì”, di cui si sa l’essenziale e che servono all’essenziale. 

AMBIENTAZIONE

L’ambientazione principe rimane la Verità, intesa come contenitore emozionale, sensoriale, motivazionale. Intorno alla ricerca della stessa ci sono scuole e famiglie, c’è una metropoli e uffici di polizia, case e redazioni di giornale, sette e fazioni, strade isolate e luoghi chiusi. Ma quello che rimane a chi legge è il luogo dove si disvelano le cose, quel posto troppo spesso quasi impossibile da trovare perché, di fatto, non si sa dove cercalo. Javier Castillo con un esercizio di stile e di creazione, proprio dei grandi narratori, posticipa questo incontro con la Verità pagina dopo pagina e confeziona una trama dove la fine è la stanza dove tutti i lettori hanno aspirato di trovarsi fin dal primo capoverso. 

CONCLUSIONI

Il secondo lavoro per ogni artista e in ogni campo è sempre il più difficile. Chi ha amato, seguito e si appassionato alla prima opera non vede l’ora di poter apprezzare anche la seconda. Succede con i dischi, con le sculture, con le pellicole cinematografiche e con i libri. Soprattutto con i libri. E soprattutto se i libri in questione sono di una perfezione assoluta come La ragazza di Neve. Tutti aspettavano al varco Castillo. Lo aspettavano con la trepidazione di chi ha il timore di venire deluso perché “il primo libro era un’altra cosa!” o con la trepidazione di chi sperava di ritrovarsi tra le mani un altro riuscitissimo lavoro letterario. Hanno vinto i secondi. Castillo c’è (per citare un noto telecronista sportivo) e se possibile in questa sua ultima fatica letteraria in maniera ancora più matura e consapevole, dato che non ha sbagliato nulla…ma proprio nulla!

INTERVISTA

(dall’incontro esclusivo con i blogger organizzato da Salani Editore) 

Il gioco dell’Anima affronta tematiche sociali importanti come le problematiche adolescenziali, il fanatismo religioso, il mondo della scuola. Da dove sei partito per raccontare tutto questo? 

Sicuramente dalla scuola. Dall’ambiente scolastico che cela uno dei grandi enigmi della narrazione.  Si tratta di istituto religioso radicale, in cui prendiamo confidenza con un linguaggio nuovo, quello degli adolescenti e dei giochi virali tipo Blue Whale. Decodificare il gioco segreto che appartiene solo ai giovani e inserirlo nella storia nutre bene la dinamica e la tensione narrativa. Questo mi ha permesso di parlare della fase dell’adolescenza. Poi c’è il mondo adulto di Ben e della sua ricerca della verità, personaggio che cresce in questo romanzo e crescerà ancora di più nel prossimo.

Anche in questo secondo romanzo ritroviamo Miren. E la ritroviamo in qualche modo cambiata eppure sempre uguale a sé stessa. Per te, come è stato ritrovarla e darle nuovamente vita? 

Miren è un personaggio che sconfina dalle pagine e ne possiamo toccare il dolore, la solitudine e la sua disperata brama di redenzione. Nasce dalla summa di tutte le notizie che giornalmente colpiscono Castillo, da quella particolare sensibilità che anima tutte le sue pagine e che scruta con empatia nelle tematiche più scomode della nostra società. Appartiene a quelle Donne che vivono la paura della notte, dei ricordi. Miren ha un grande carattere, a volte si sente come un animale in trappola e vuole combattere, ma spesso si trova a lottare contro chi la vuole aiutare. Il fatto che molti lettori provino empatia per lei e la percepiscano come personaggio molto femminile mi fa capire che sono riuscito a descriverla esattamente come volevo.

La ricerca della Verità come ambientazione principe eppure potevi puntare sulla metropoli o sui luoghi dove si svolgono la maggior parte delle azioni. E allora perché questa scelta? 

Quando conosciamo qualcuno che è completamente diverso da noi gli facciamo tante domande, perché siamo curiosi di conoscere, di capire. Io penso che il thriller ci attrae perché completamente diverso, radicalmente diverso da ciò che è la società. Sembra che ci piacciano gli assassini, le storie di persone scomparse, in realtà ci attrae tutto questo perché ci sentiamo incapaci di fare una cosa del genere, qualcosa che ci impressiona ci affascina e ci piace leggerne. Poi i lettori di genere sono per natura molto curiosi. Un enigma, un romanzo con un mistero centrale ha questa componente nelle prime venti pagine e ti pone una domanda, e siccome si è curiosi e si vuole una risposta si legge tutto il libro. Il thriller ha questa componente, e io cerco di seguila. 

Traduzione: Elena Rolla

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