L’AMBIGUITA’ DELLA MORTE

di BARBARA GALIMBERTI

Mi sembrò di scorgere una smorfia prima che la vita lo abbandonasse. Il dolce sorriso della morte, pensai.

Teniamo un libro tra le mani. Siamo pronti a leggerlo. Ce lo hanno consigliato. Molto spesso, prima di immergerci tra le pagine, ci fermiamo a osservare la copertina. La storia parte proprio dall’immagine impressa, quella che attrae o allontana lo sguardo del lettore.

Nel romanzo di Roberto Ottonelli percepiamo appieno ciò che la rappresentazione figurata sulla copertina vuole raccontarci. Solo un volto? Ognuno di noi mostra la sua fisionomia, i suoi lineamenti, ma mi chiedo se anche noi siamo realmente pronti a narrare la nostra storia, come ha fatto Roberto Ottonelli raccontando quella di Marco Bordoni e dell’ispettore Barzagli, che si incontrano, si avvicinano, percorrendo la loro strada.

Ed è proprio qui che si esprime in modo totale la forza della scrittura dell’autore: la capacità di dare consistenza alla storia del personaggio. Un protagonista e un antagonista sono lì, tra le pagine di un romanzo molto particolare e interessante. Due persone, due vite. L’autore ha scelto un protagonista, Marco Bordoni. Ha deciso di raccontare ciò che si nasconde dietro a quell’espressione raffigurata in copertina, che è stata rappresentata in modo perfetto. 

Nel leggere il romanzo si percepisce che l’autore abbia voluto destinare le sue preziose parole alla narrazione di una storia, legata a un volto. Ma dietro quel viso c’è anche la storia dell’ispettore Barzagli. Davanti al lettore si mostrano due personalità complesse, capaci di catturare l’attenzione e incuriosire. Il bene e il male. Il male e il bene.

Con una abilità narrativa incredibile, ricca di personalità, l’autore riesce a sbalordire e a ipnotizzare il lettore, perché questa storia non si ferma a un’immagine, ma racconta i pensieri, le paure, le ambizioni e tutti quei sentimenti che un essere umano può provare, svolgendo i suoi compiti, compiendo le azioni quotidiane, percorrendo le strade di tutti i giorni.

Un noir forte, cupo, a tratti penetrante, ma ricco di un ritmo particolare, spesso legato al genere thriller. L’ambiente che accoglie la storia è presente, è vivibile nelle stesse parole dell’autore. Le emozioni si percepiscono e toccano in modo diretto e acuto l’attenzione dello stesso lettore e infine la tecnica narrativa che risulta brillante ed ermetica.

Roberto Ottonelli è l’autore di un gran bel romanzo. È uno scrittore capace di parlare del male che si contrappone al bene, ed è un autore che non sceglie di accompagnare necessariamente il lettore verso la strada più ovvia; attraverso la sua penna, i nostri occhi percepiscono l’ambivalenza. Non è poi così frequente che uno scrittore sappia andare in modo così minuzioso nel profondo dell’anima. Roberto Ottonelli ne è stato capace.

Il dolce sorriso della morte è un libro che bisogna leggere. È un romanzo dal quale risulta difficile allontanarsi.

TRAMA

Milano, periferia sud-ovest. Marco Bordoni è un consulente finanziario che vive sotto l’ala protettiva della madre e teme qualsiasi contatto con il genere femminile, che percepisce come una minaccia. Riaffiorano gli incubi di un passato violento, fra un padre alcolizzato e un vicino di casa che abusò di lui. È così che emerge il suo lato oscuro, da cui trae nutrimento, a suo modo, senza provare alcun rimorso. L’ispettore capo Barzagli indaga, con il supporto di uno psicoterapeuta esperto di profili criminali, maturando ben presto una vera e propria ossessione nei confronti dell’autore di una scia di omicidi brutali che inizia a collegare fra loro. Nell’eterna sfida fra buoni e cattivi il confine sarà molto più sottile di quanto si possa immaginare.

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