IL MONDO CHE VERRA’? SPERIAMO PROPRIO DI NO.
di BARBARA MONTEVERDI
Sorprendente romanzo distopico in cui la criminalità è regolamentata dalle leggi della Repubblica Commerciale che concede a ogni cittadino la possibilità di eliminare qualsiasi essere vivente lo impicci, ma una volta sola nella vita e con un unico colpo di pistola.
Al di là dell’idea, intrigante e sconvolgente con tutte le implicazioni morali e psicologiche che comporta, quel che colpisce il lettore è la scrittura accuratissima di Michela Violante che lo introduce nel suo romanzo abbozzando con precisione personaggi e situazioni che preludono al cuore del racconto e colpiscono nel segno da subito.
Uno due tre quattro cinque sei sette ot…sette secondi e nove decimi dopo mezzanotte il primo se n’era già andato, lui e la sua brava coccarda: il primo assassinato in nome della legge, ma senza condanna a morte. L’ammazzato numero uno dell’uno a testa. Gli ha risposto un urlo di gioia, da qualche parte nel mondo. Niente di straordinario: era l’urlo dello scommettitore, uno fra milioni, quello che aveva visto giusto e aveva detto proprio così, proprio “sette secondi e nove decimi”. Non c’è allibratore del pianeta cui l’evento sia sfuggito e un vincitore doveva per forza esserci. Chissà che fine farà questo fortunato, quale sarà il suo presente e soprattutto la sua sorte: se morirà nel suo letto, vecchio e soddisfatto con intorno la sua nidiata, oppure se il proiettile di un ligio cittadino della Repubblica Commerciale lo falcerà perché ha inveito contro i bambini che giocavano in cortile. Magari si tratta di una donna, una nonnina, una ragazza nubile o una casalinga annoiata.
Cosa può diventare una società in cui chiunque, legalmente, può spezzare una vita per un motivo qualsiasi? In cosa si trasformano gli esseri umani quando devono fare i conti con ogni gesto, ogni pensiero, persino ogni espressione del viso per evitare di incappare in una vendetta insensata?
E’ un racconto, questo, che mette i brividi perché terribilmente prossimo ai tempi che stiamo vivendo e l’ansia oscura, appiccicosa che pervade Sean, il giovane biologo marino protagonista del romanzo, è la nostra perché mette il dito nella piaga: la cieca pretesa di sicurezza e giustizia a tutti i costi può diventare rapidamente un mostro autoreferente dove solo quello che vediamo noi, dal nostro punto di vista limitato, è inconfutabilmente vero.
Ma quante verità, quante giustizie sommarie, quante distorsioni mentali esistono al mondo? Una a testa, cioè miliardi. E così, una società che non relativizza, che non ragiona, che non esercita pietà e perdono (soprattutto verso se stessa e i propri ristretti confini mentali) diventa una gabbia di decerebrati cannibali, fragili e abbandonati alla corrente del tempo breve, forse brevissimo, della propria esistenza terrestre.
Questo racconto potente e doloroso è un grido di allarme: ci siamo vicini, molto vicini, facciamo attenzione a noi stessi e a quelli da cui ci facciamo governare.
E qui scatta davvero il brivido di terrore.
TRAMA
Nella Repubblica Commerciale, dove tutto è regolamentato dalla GigaCorp, c’è un Prima e un Dopo la promulgazione della Legge n. 40904, fortemente voluta dal Senatore Flour, che consente a ogni cittadino, per diritto di nascita, di poter usufruire di un colpo di pistola a testa, una licenza di uccidere contro qualsivoglia persona, animale o cosa, per cui è lecito qualsiasi movente e senza conseguenze giuridiche o penali. Questo dice la legge, per garantire l’ordine sociale occorre almeno una valvola di sfogo. Il costo in termini di vite umane è ininfluente alla luce dell’equilibrio sociale che ne deriva. Ma cosa comporta nella vita della gente questa mostruosità? Come cambiano i rapporti sociali? Il Prima e il Dopo investono anche la vita di Sean, biologo marino finalmente a una svolta nella sua carriera, e di Jackie, la sua compagna, che si troveranno coinvolti una trasformazione epocale, in un susseguirsi di colpi di scena che lascia col fiato sospeso fino all’ultima pagina.
Uno a testa
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