SE AGATHA CHRISTIE AVESSE AMBIENTATO I SUO ROMANZI NEL 1793

di MANUEL FIGLIOLINI

Ci sono due cose che hanno attirato la mia attenzione ne “La taverna degli assassini”, l’immagine di copertina e la costa dei fogli nera… Anche l’autore che so essere uno dei migliori giallisti con ambientazioni storiche che abbiamo in Italia. Ma devo dire che il packaging offerto da Newton Compton per il lancio della prima indagine di Vitale Federici devo ammettere che è notevole.

Ambientato alla fine del 700, il nuovo romanzo di Marcello Simoni si legge veramente in un sorso. Un po’ per la scorrevolezza (caratteristica dell’autore), un po’ perché non è un lunghissimo romanzo storico pieno di dettagli ma siamo proprio in un giallo classico. Vitale Federici accompagnato dal giovane Bernardo della Vipera strizzano l’occhio a Guglielmo da Baskerville e Atso da Melk del ben noto romanzo di Umberto Eco “Il nome della rosa”.

Ma Eco non è l’unica fonte d’ispirazione di Marcello Simoni, anche la risoluzione del caso richiama i classici romanzi della Golden Age e mi vengono subito in mente, le risoluzioni di Agatha Christie.

Ambientato nel Gran Ducato di Toscana, tra vini e una rivoluzione francese che viene di finire, Marcello Simoni ci regala un giallo che si fa leggere e una storia che ci appassiona come nella migliore tradizione del giallo classico. Si tralascia la Storia, quella vera e importante ma ci dedichiamo ad un’indagine che si snoda accompagnata dalle bellissime illustrazioni che l’autore ha inserito.

Un romanzo adatto a chi vuole conoscere un grande scrittore italiano, che da adesso è anche un grande disegnatore … Coinvolgente, veloce e pieno di nozioni enologiche molto interessanti.

TRAMA

Anno del Signore 1793. Granducato di Toscana. Un castello fondato su un’antica abbazia, un cadavere avvolto nei tralci di una grande vite. Sotto le luci di un’alba invernale, i vitigni innevati del barone Calendimarca si rivelano teatro di un omicidio. Non solo un enigma inspiegabile, ma anche un’onta per il casato del nobiluomo. Vitale Federici, insieme al suo devoto discepolo Bernardo della Vipera, si ritroverà a investigare su un delitto i cui moventi sembrano affondare nell’antica tradizione vinicola della famiglia baronale, e nella sua cantina sotterranea che, simile a una biblioteca, pare celare un indizio sull’identità dell’assassino. Riuscirà Vitale a fare luce su questo caso, in cui ambizione, inganno e antiche passioni si intrecciano in un mistero forse impossibile da decifrare?