
SE LA CASA DI CARTA … FOSSE DI CARTA DI RISO?
di MANUEL FIGLIOLINI
Vi è mai capitato di leggere un romanzo e pensare che quello sia il romanzo più bello dell’anno? Immagino di sì. Ma vi è mai capitato di pensarlo ad aprile? Con ancora tutti i romanzi che devono essere pubblicati, ci ho pensato molto prima di fare quest’affermazione. Ma, dopo tutti i romanzi che ho letto nella vita, penso di saper riconoscere quando s’incontra la perla rara. Ed è sicuramente “Il segreto del vecchio signor Nakamura” di Tommaso Scotti edito da Longanesi.
Partiamo da una vicenda che non ha molto per essere avvincente, una rapina. Allora cosa lo rende un romanzo imperdibile? Il modo che Scotti ci ha raccontato questa storia che si svolge nel 1968 e che capiamo fin dalle prime righe è un cold-case che viene riesumato dopo 50 anni. L’occasione dell’anniversario dell’accadimento spinge una televisione a creare un documentario con tanto d’intervista all’ex ispettore della polizia Nakamura che, a quei tempi, era a capo delle indagini su quella che sembrava essere la rapina del secolo.
E qui entra in campo lo scrittore, Tommaso Scotti, che nel capitolo iniziale ci dissemina l’indizio più importante e che noi lettori e nemmeno il giornalista intervistatore cogliamo; e che è alla base di tutti i grandi romanzi gialli. Tra intervista reale e racconto dell’accaduto, con un’eleganza tutta giapponese, Tommaso Scotti ci racconta di un quartiere fatto di tradizioni (i timbri) e storie veramente strazianti (Yoshiko) che sono cresciuti e vissuti nel quartiere protagonista del furto del secolo.
Se questo fosse romanzo diventasse una serie TV sarebbe “La casa di carta” in stile giapponese. Una storia di una rapina e di un mondo che cerca un riscatto sociale in un periodo dove le difficoltà e la povertà hanno avvicinato una comunità. Una storia dove gli ultimi sgomitano nella vita per sopravvivere con l’eleganza che li ha stereotipati agli occhi di noi occidentali.
Di tutti i romanzi di Tommaso Scotti, che ha scritto sul Giappone, questo è quello che più ci porta dentro quel mondo che ci veniva, prima, raccontato da un italiano e che, adesso, viene raccontato da un nuovo giapponese. Scotti è riuscito, con la scrittura, ad entrare in una morale orientale senza contrapporla alla nostra, ma mostrandocela con naturalezza.
Se l’ispettore nippo-americano Nishida era il ponte che ci permetteva di capire i limiti e le tradizioni dell’Oriente, Nakamura è il fondamento dell’Oriente senza diritto di contestazione. La storia di Scotti è questa, è il racconto radicale di un mondo che va avanti con le sue tradizioni e delle sue contraddizioni ne fa la Storia.
Un romanzo da leggere per la forza narrativa ed evocativa che Scotti ha finalmente raggiunto.
TRAMA
TOKYO, 2018. Il vecchio Nakamura sa che questo è un giorno speciale, eppure darebbe anche l’anima pur di dimenticarselo. Ma è impossibile: nonostante l’apparente svagatezza la sua mente è più lucida di quanto sembri. A peggiorare il tutto, è in arrivo una troupe televisiva che vuole intervistarlo, costringendolo a rievocare il più grande, eclatante, epocale fallimento della sua vita: l’indagine sulla Grande Rapina del 1968. TOKYO, 1968. Il giovane Nakamura, brillante e infaticabile ispettore della polizia, è pronto ad affrontare una sfida che ritiene si concluderà in breve tempo. Perché certamente l’entità della somma sottratta – 300 milioni di yen – è immensa, ma la rapina al furgone portavalori è stata commessa in modo davvero dilettantesco, ed è solo per puro caso e grazie a una buona dose di fortuna che il colpevole è riuscito a dileguarsi… Pochi giorni e tutto sarà risolto, pensa Nakamura, senza sapere che sta per guidare l’indagine più grande, eclatante ed epocale della storia del Giappone. Un’indagine su un crimine apparentemente senza vittime, ma che negli anni porterà a scoprire trame oscure, ossessioni letali, vite invase da incubi e alla fine sacrificate in una Tokyo più noir che mai.
Il segreto del vecchio signor Nakamura
SE LA CASA DI CARTA ... FOSSE DI CARTA DI RISO? di MANUEL FIGLIOLINI Vi è mai capitato di leggere un romanzo e pensare che quello sia il romanzo più bello dell'anno? Immagino di sì. Ma vi è mai ...