Omicidio alla statale

Omicidio alla statale

DALLA SPAGNA ALL’ITALIA ATTRAVERSO EL TIBURON

Il nuovo romanzo di Vergallo è una colla dalla quale non ci si riesce a staccare fino alla fine, 157 pagine di suspense e curiosità che avvolgono il lettore come in un bozzolo creato da un bruco. Ma riuscirà il bruco a diventare farfalla?

È un noir, un noir che racconta la vita di El Tiburón che dalla Spagna arriva in Italia appena maggiorenne. Un ragazzo allevato da due donne ed un amico, molto più grande di lui, Primo. E Tiburón cresce portando dentro di sé il suo bagaglio che visto da noi lettori può sembrare scalcinato, ma che invece nasconde molto.

All’università Statale di Milano ci sono entrato in tre periodi diversi della mia vita. Il primo, da studente, per frequentare i corsi e sostenere i miei esami; il secondo, per provare a vincere un dottorato e smettere di lavorare – lavorare con degli obiettivi fissi e decisi dagli altri, s’intende – il terzo, infine, per ammazzare Eleonora Mais cercando di non dare nell’occhio.

L’incipit di Vergallo manifesta subito le sue intenzioni, sia dal punto di vista del protagonista sia dal punto di vista dell’autore. Un romanzo frenetico, dove gli accadimenti non si lasciano attendere ma arrivano veloci nelle pagine che scorrono. I personaggi sono il contorno di El Tiburón, sono satelliti lunari che influiscono sul protagonista, ma entrano ed escono di scena velocemente. L’unica presenza fissa è Primo, che ha questo nome così competitivo ma rivela anche un lato d’iniziazione da non trascurare nella storia di El Tiburón.

Non si perde Vergallo a parlarci di altri, si sofferma molto su El Tiburón, sulle sue idee, i suoi sentimenti, le sue opinioni e le sue esperienze passate. Nella sua scrittura l’autore mette in risalto l’aspetto interiore del protagonista ed attraverso questo aspetto ci racconta il viaggio. Dopotutto non è la società a formare gli uomini? Nell’intimo di El Tiburòn vediamo come il contesto sociale influisce sui valori di un uomo e come cambiano le modalità di perseguirli.

Un romanzo che mi ha ricordato “La Borsa” della Bakowski (recensione) un viaggio interiore che può, ad alcuni, sembrare incredibile ma dopotutto è un romanzo e tutto è lecito se si vuole perseguire il fine del messaggio sociale, anche se alle volte la cronaca supera la fantasia.

PS. grossa la difficoltà di parlare di un romanzo senza svelare niente, e in questo caso è anche peggiore perché fin dalle prime pagine tutto racconta del finale.

Musica consigliata: Sweet Gene Vincent di Ian Dury

Editore: Todaro Editore
Anno: 2018