L'intruso

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Published: 24/09/2024

Format: brossura

ISBN: 9788894979886

L’IPOCRISIA DELLE BUONE INTENZIONI DI CUI È LASTRICATO L’INFERNO

di BARBARA MONTEVERDI

In questo giallo austriaco ci sono parecchi bambini: il fattaccio, ovvero la scoperta di un cadavere accoltellato, si disvela sulla terrazza di una palazzina in cui si svolge la festa di compleanno di un bimbo; per non turbare il suddetto e tutti gli altri giovanissimi invitati, le organizzatrici decidono – dando prova di un evidente sangue freddo, anzi glaciale – di celare il cadavere e avvisare la polizia solo dopo che l’ultimo invitato sia stato recuperato dai propri parenti, due ore più tardi. Siccome stiamo parlando della vicepresidentessa di un asilo parentale, cioè gestito dai genitori, e di una sua collaboratrice, e il cadavere è quello di un ragazzo afghano che si prestava come volontario all’interno della struttura, il primo pensiero del lettore va a quei pargoli forse ancora innocenti, caduti nelle mani di cotante frigide educatrici.  Qui proporrei un minuto di raccoglimento, prima di continuare la disanima di questo curioso intrigo, così da prendere fiato perché fin dall’inizio le cose sembrano mettersi “strane”. Effettivamente, tutti i personaggi paiono mossi da fredda determinazione, siano essi l’ispettore capo che guida l’indagine, sua moglie in congedo maternità, tutte le educatrici e i numerosi responsabili dell’asilo parentale, tanto che al lettore nasce la certezza che il tono quasi anaffettivo della narrazione (peraltro piuttosto intrigante nella sua costruzione a puzzle) sia la sottolineatura critica di una società che Sodomka non pare apprezzare granché.

Dopo essere stata informata dalla sua vice, la presidentessa convoca per e-mail una riunione straordinaria dei genitori per il giorno seguente. Ha notizie molto tristi, scrive. Bisogna purtroppo decidere come comportarsi dopo la morte del volontario (…). Il tesoriere risponde che non può, perché qualcuno deve pur restare con i bambini, ma che sarebbe stato rappresentato da sua moglie. Il segretario non risponde affatto e non legge nemmeno la mail. Il vicetesoriere e la vicesegretaria confermano la loro presenza (…). La responsabile antincendio rifiuta sgarbatamente, con così poco preavviso non se ne parla neanche.

Se non ci fosse di mezzo il cadavere di quel povero giovane straniero, verrebbe quasi da ridere: stesse identiche reazioni di un luogo di lavoro quando si vuole scansare una pratica dall’iter presumibilmente noioso. Ma qui c’è di più: snobismo, razzismo, perbenismo. Tanti “ismo” che rendono l’atmosfera decisamente pesante, nonostante il tono del racconto sia improntato a una certa leggerezza, puntualmente sarcastica. Alcuni personaggi sono francamente detestabili per la loro giuliva convinzione di poter tenere la propria vita (e quella degli altri malcapitati) sotto controllo con un’attenzione ecologica maniacale; altri, convinti assertori che i loro figli non debbano essere traviati dai Media, mettono al bando ogni forma di tecnologia, dal cellulare al computer e non parliamo della TV; altri ancora si beano della loro immensa apertura mentale nel tollerare la presenza di volontari stranieri all’interno dell’asilo e in questo bailamme il povero ispettore capo deve scoprire l’accoltellatore della giovane vittima. Ma siccome non è nostro compito raccontare tutto ciò che accade, bensì stimolare la curiosità dei lettori, mi soffermerei sulla struttura di questo particolarissimo giallo, che alterna al racconto (più o meno) convenzionale pagine di post che i protagonisti si scambiano sui social, con commenti e faccine così familiari – anche nella loro sconsiderata pochezza – da farci sentire partecipi e pure seccati da tanta insulsa banalità (magari facciamoci un piccolo esame di coscienza, già che ci siamo).

Tra le molte cose che Sodomka vuole mettere in risalto c’è sicuramente anche “taci e ragiona” e io aggiungerei “guarda bene dove metti i piedi”. Perché in Austria, ormai così come da noi, se si guarda ostinatamente dall’altra parte è facilissimo pestare qualche deiezione e sentirne la puzza molto a lungo.

 

TRAMA

Nel quartiere altoborghese di Josefstadt a Vienna, durante la festa di compleanno di un bambino, un giovane afghano viene ritrovato pugnalato a morte, senza che nessuno dei presenti si sia accorto del delitto. Poco dopo, una foto del cadavere compare su Facebook e viene usata da un gruppo dell’estrema destra austriaca per rinfocolare l’ostilità verso i rifugiati. L’ispettore capo Giorgos Hansmann indaga, scoprendo che il mondo progressista, ecologista e solidale, ma pur sempre borghese, rappresentato nel romanzo da un asilo infantile gestito dai genitori ‒ dove il morto lavorava come volontario ‒ non è come appare, e dietro la facciata politicamente corretta si nascondono verità davvero scomode.

TRADUZIONE di MANUELA VIDALE
4.8Overall Score

L'intruso

L’IPOCRISIA DELLE BUONE INTENZIONI DI CUI È LASTRICATO L’INFERNO di BARBARA MONTEVERDI In questo giallo austriaco ci sono parecchi bambini: il fattaccio, ovvero la scoperta di un cadavere ...

  • Trama
    5.0
  • Suspense
    4.5
  • Scrittura
    4.8

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