L'estate non perdona

L'estate non perdona

C’erano la sabbia e il mare, l’orizzonte e il cielo… le barche, il sole, i gabbiani. C’era quella distesa azzurra e silenziosa, sconfinata, la brezza salata.. L’ispettore era tornato a Lignano. Aveva bisogno di staccare. Parcheggiò la Guzzi sul lungomare Kechler, all’altezza del bagno Playa del Sol, e respirò. Provava una sensazione di pulizia. Come se l’aria marina lo lavasse dentro e fuori. Sopratutto dentro. Fuori era il solito: jeans e maglietta, piglio rude da contadino.

L’ispettore Furlan si sta godendo una meritata vacanza con la sua fidanzata Perla. Ma la vacanza viene interrotta da una telefonata del pm Santoliquido: sulla sponda del fiume Natisone è stato ritrovato un cadavere con la faccia spappolata a colpi di kalashnikov. Gli indizi sono pochi ed il caldo torrido non aiuta. Drago Furlan non vuole dirlo a Perla ed inizia a fare la spola con il suo paese inventando un malore della madre Vendramina. Durante le indagini viene ritrovato un secondo morto e le indagini prendono una piega del tutto imprevista nella tranquilla provincia friulana.

Flavio Santi è alla sua seconda avventura di Drago Furlan, dopo che la primavera tardava ad arrivare, adesso l’estate non perdona e se, per alcuni scrittori, il seguito di una serialità di romanzi può trovare nel secondo un inceppo, o un cedimento, non è il caso dello scrittore friulano. La storia è molto intensa e tutto comincia ad avere contorni molto più definiti rispetto al precedente. La trama arriva a toccare l’attualità mostrandoci, nel piccolo della provincia friulana, come la realtà possa essere vista in un microscopio e poi essere ingrandita all’infinito, notando che poco cambia.

Santi non gioca con la suspense ma tiene legato il lettore al libro con un intreccio molto serrato, con una corsa verso il fondo alla ricerca di una verità che non è come crediamo, lascia i canoni del giallo per fare spazio alla psicologia dei personaggi e le elucubrazioni dell’ispettore Drago Furlan, che in questo romanzo esce dalla figura disegnata nel primo, confermandosi un ispettore capace ed attento a quello che gli succede intorno.

La scrittura, in questo romanzo, raccoglie nel passato di Flavio Santi e alla sua vita di poeta, notevoli molti inizi di capitolo che hanno una poeticità desueta, soprattutto nel genere giallo. Flavio cambia i cliché adottati nel precedente e alcuni personaggi (Vendramina) lasciano più spazio ad altri (Perla), altri invece (Moroder) caricano la propria figura di personaggio secondario fino a diventarne primario a pieno titolo.

Quando si finisce il romanzo di Flavio Santi, e si è letto il suo precedente, si ha un quadro generale della storia di quella provincia friulana, moderna e storica allo stesso tempo. Si conosco sempre più i personaggi che rimangono nel cuore in maniera corale, un po’ come nel quadro di Pelizza da Volpedo dove davanti a tutti sta Furlan e dietro tutti allineati, i personaggi che in 2 romanzi abbiamo imparato a conoscere.

Musica consigliata: “Estate” di Bruno Martino, chiaramente per il titolo del romanzo e la stagione dell’ambientazione, ma anche perché poi tornerà la pace ed è quello che ti aspetti quando termini il romanzo di Santi.

Anno: 2017
Editore: Mondadori