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RACCONTI, LA PALESTRA DELLO SCRITTORE

 (PICCOLO MANUALE DI SOPRAVVIVENZA)

di LUCA OCCHI

I racconti rappresentano per uno scrittore la migliore palestra possibile. Se vi svegliaste una mattina con l’idea di partecipare senza alcun allenamento a una maratona, e indossati calzoncini e maglietta usciste per iniziare a correre, non credo che arrivereste al termine dei fatidici quarantadue chilometri e mezzo. Ci vuole un costante allenamento sulle brevi distanze, prima di poter affrontare quelle più lunghe. E senza prendere l’allenamento alla leggera.

Lo stesso avviene per la scrittura; prima di affrontare le molte fatiche di un romanzo, sarebbe opportuno allenarsi per bene con i racconti. E i concorsi a loro dedicati, che vi permetterebbero di giudicare, al di là degli incoraggiamenti da parte di amici e parenti, il vostro reale grado di preparazione. Misurandovi con chi pratica il vostro stesso sport.

Certo, magari le prime partecipazioni non saranno un trionfo. Poco male. Avete davanti a voi due strade: quella della commiserazione per l’incapacità del mondo nel riconoscere il vostro talento o quella di accettare la sfida di imparare un mestiere difficile ma meraviglioso, qual è quello dello scrittore.

Non siete quindi fra i finalisti del premio letterario e neppure fra quelli selezionati per l’antologia. Chiedetevi perché. Scartando le risposte più comode, ma per voi del tutto inutili: Tanto sono truccati. Si sapeva già chi avrebbe vinto. Non servono a nulla. Solo tempo sprecato. Eh, no. Un aspirante scrittore, uno che lo fa per passione e non per vanità, non si potrà accontentare dei luoghi comuni. Indipendentemente dal fatto che possano o no contenere un po’ di verità. Il vostro racconto non ha lasciato il segno? Bene, prendete l’antologia con i racconti finalisti e leggetela.

Che cosa hanno quei racconti più del vostro? Leggete anche i racconti vincitori delle precedenti edizioni. E forse vi convincerete che il vostro lavoro non era ancora pronto. Che è necessario lavorarci ancora un po’. E continuare a leggere e studiare. Quindi? Riprendetelo, editatelo e proponetelo ad altri concorsi, magari facendo in modo che sia il più possibile aderente al tema proposto. Sarete ancora ignorati, ma voi non desisterete. La passione per la scrittura richiede anche un’infinita tenacia. Continuate a lavorarci, a editare, imparate l’importanza di leggerlo ad alta voce, arricchite quella che il Maestro S. King definisce la vostra cassetta degli attrezzi. Vedrete che alla fine, vi sorprenderà scoprire che un vostro racconto più volte bistrattato, sarà arrivato in fondo alla propria gara, diventando un finalista. Poi, per i grandi risultati, il discorso un po’ cambia. Perché, citando sempre il Maestro, tutti studiando possiamo imparare a scrivere benissimo e a strutturare narrazioni perfette. Ma… ma a parlare con i folletti delle storie nessuno ve lo potrà insegnare. Deve essere una cosa che è in voi. E resta il grande mistero della scrittura.

P.S. (un po’ lungo ma mi perdonerete): Scegliere i concorsi cui partecipare è un’arte che va appresa. Con l’esperienza. Qualche consiglio posso però provare a darvelo, con una premessa: i vostri racconti racchiudono un po’ del tempo della vostra vita, dove anziché spassarvela vi siete messi, in solitudine, a scrivere. Già per questo meritano tutto il vostro rispetto.

Diffidate dei concorsi con mille sezioni, ciascuna con una tassa d’iscrizione e con la possibilità di partecipare, sempre pagando, anche con più lavori. A volte sono organizzati solo per rastrellare euro.

Evitate i racconti il cui bando prevede la cessione all’organizzazione non solo del semplice diritto di pubblicazione, ma di tutti i diritti relativi al racconto. Correreste il rischio di perdere per sempre la proprietà del vostro lavoro a fronte magari di una pubblicazione su di un’antologia assieme ad altri cinquanta autori e senza alcuna visibilità.

Sappiate inoltre che se il vostro racconto, non vincitore ma finalista, sarà pubblicato in un’antologia non sarà più inedito e quindi non lo potrete più presentare ad altri concorsi. Infine, valutate con attenzione i premi previsti; i vostri racconti meritano sempre il meglio.

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