LA FRATTURA CON SEICHO, DIVENTA DIVARIO
di MANUEL FIGLIOLINI
Alle volte dare una seconda possibilità è cercare una speranza in fondo al tunnel. E mi è capitato con “L’attesa” il nuovo romanzo di Matsumoto Seicho. Avevo letto “Tokyo express” pubblicato in Italia da Adelphi nel 2018, mi era piaciuto, ci avevo trovato anche uno stile vicino a Simenon. Ma non mi aveva convinto fino in fondo, forse i tanti nomi dei paesi del Giappone, non so, non ero entrato in sintonia con il suo primo romanzo.
Adelphi poi ne ha pubblicati altri, ma non ho osato avvicinarmici fino a questo, “L’attesa” e ho preso il coraggio a due mani e mi sono detto che era ora di capire se Seicho sarebbe stato divario o riconciliazione. Beh avendo letto il titolo dell’articolo avrete sicuramente capito che l’esperimento non è andato a buon fine … Anzi la divisione tra me e l’autore nipponico si è ingrandita.
Il soggetto è molto bello e interessante. L’attesa continua che percorre tutto il romanzo sfociando in un epilogo sorprendente. Isako giovane donna sposata con uomo più anziano di lei di trent’anni programma la sua uscita da quella coppia sperando nella morte naturale del marito dopo almeno tre anni dal momento dell’arresto del suo amante. (non dico altro per paura di spoilerare).
E’ il ritratto di una dark-lady nipponica quella che dipinge Seicho, è una storia che ti fa rivivere l’attesa senza veramente sapere per cosa sia quell’attesa. Anche qui lo si paragona al francese Simenon e diciamo che Seicho ne ha le carte per esserlo, ma alle volte queste carte gli vengono mischiate e lui non sa tenere la situazione per le redini.
Un romanzo decisamente lungo, quasi 300 pagine contro il suo “paragone” francese che riesce in massimo 200 pagine a raccontare gli stessi stati d’animo, ricreare le stesse sensazioni nel lettore e sfruttare la brevità per portare il climax della lettura a livelli apicali.
Un romanzo decisamente ripetitivo, a parte la storia del presunto omicidio di Noriko che viene ripetuta svariate volte dall’avvocato e da altri. In 300 pagine Seicho sottolinea almeno una ventina di volte la differenza di età di Isako e suo marito. Ora, capisco l’idea letterario su un romanzo di mille pagine, ma in così poche pagine diventa stucchevole la ripetizione.
Molto interessante invece, dalla metà del romanzo in poi, l’idea di far scrivere alla protagonista un diario dove racconta i fatti nella sua visione ma che poi vengono smentiti nella sua vita reale. Il lettore piomba nella testa di Isako e la protagonista veste veramente i panni della dark-lady.
Un buon romanzo che può regalare al lettore un momento di estraneità dalla realtà, ma essendo molto statico sarebbe stato più incisivo con una riduzione di una cinquantina di pagine. Finale sorprendente.
TRAMA
Isako ha un piano audace, meticoloso: sbarazzarsi nel giro di tre anni dell’anziano marito, Nobuhiro, che con le sue invenzioni ha fatto la fortuna della S. Optics, e impadronirsi di tutto ciò che possiede. Certo, può contare sul fatto che Nobuhiro è fragile di cuore, ma deve prima estorcergli un testamento che escluda le due figlie che lui ha avuto da un precedente matrimonio. Sesso e denaro: nient’altro conta per Isako. Seducente com’è, del resto, non ha problemi a manipolare gli uomini: dal marito, che la ama con senile devozione, al giovane che si porta a letto, il fascinoso Kanji, all’ex amante Shiotsuki – nipote di un alto papavero del Partito conservatore –, di cui sfrutta le influenti relazioni. Per Isako, in fondo, non sono che strumenti, sacrificabili. Difatti, quando Kanji viene accusato di aver picchiato a morte la donna con la quale viveva, pur di non essere coinvolta non esita a chiedere all’avvocato difensore – che lei stessa ha ingaggiato con l’aiuto di Shiotsuki – di farlo condannare. Anche l’avvocato, Saeki, non saprà d’altro canto resisterle a lungo. C’è però un nemico invisibile che nessuno può sgominare, il solo in grado di sventare le più gelide macchinazioni: il caso, di cui il finale svelerà la sbalorditiva incarnazione.
L'attesa
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