L’ESSERE UMANO E’ MOLTE COSE, MA SEMPLICE PROPRIO NO.
Mi sono fatta un amico e lo dichiaro subito, spudoratamente: Arcadipane, commissario tracagnotto e sovrappeso, separato depresso, pensionante di una anziana signora con colazione garantita e cena a richiesta. Che poi cena, oddio…
Arcadipane si avvicina cauto, attento a non far rumore. Solleva il piatto e vede i soliti rigatoni burro e ragù. Guarda l’orologio da parete completo di barometro e termometro: quasi le due. Calcolando che Germana va a dormire alle nove e mezza, il rigatone staziona lì da cinque ore, il che spiega perché il burro si è rappreso formando una ragnatela di cristalli di quarzo. Si siede al tavolo, rassegnato, e assaggia un rigatone. Come masticare guaina bituminosa per soffitti. Ne prova un secondo, per vincere la suggestione. Guaina termorestringente per cablaggi.
Questo noir ha una serie di pregi che mi piace evidenziare: 1) è scritto bene, ma bene proprio; 2) è spiritoso, spesso davvero divertente (consiglio di soffermarsi sullo scambio di mail in un sito di appuntamenti: imperdibile!); 3) è credibile; 4) è umanamente toccante; 5) tutti i personaggi sono dei “diversi”; 6) c’è pure la storia gialla ben articolata. Che possiamo volere di più?
Una ulteriore annotazione riguarda il numero dei personaggi, che sono molti così come diversificate le situazioni, ma Longo riesce a tenere tutti i fili della storia ben tesi e liberi da garbugli: l’arte della scrittura (e il piacere della lettura).
Fin qui non ho raccontato nulla della trama e non ho intenzione di farlo, essendo tutto troppo collegato per non cadere nella trappola del disvelamento (meglio di “spoiler”, no?); però assicuro agli amanti del genere che le vittime ci sono, i rei pure e Arcadipane – ma dove ha trovato questo nome che fa pensare ad antiche cucine rurali il nostro Longo? – si da’ un gran daffare.
Verso le due manda Pedrelli a comprare del cibo cinese perché si mangia in piedi e senza apparecchiare, così non devono togliere la roba dalla scrivania, dal divano e da tutte le superfici orizzontali coperte nella mattinata con il materiale dei quattordici faldoni.
Alla fine il lettore viene travolto dall’atmosfera malinconica (e umana, troppo umana) che avvolge il nostro eroe e il suo paesaggio del cuore. Ma sente anche una grande dolcezza e la certezza di aver letto un romanzo che lo aspettava per regalargli dei momenti indimenticabili.
La nostra videointervista all’autore:
Una rabbia semplice
L'ESSERE UMANO E' MOLTE COSE, MA SEMPLICE PROPRIO NO. Mi sono fatta un amico e lo dichiaro subito, spudoratamente: Arcadipane, commissario tracagnotto e sovrappeso, separato depresso, ...