LA COLOMBIA NON CONOSCERA’ MAI LA PACE FINCHE’ GLI ASSASSINI SARANNO LIBERI
La nuova Colombia, quella senza Pablo Escobar, ripulita al novanta per cento dai nuovi governi che si sono succeduti dai primi degli anni Duemila a oggi, sembra davvero un posto del tutto diverso capace di attirare nuovi turisti, nuovi investimenti legali e nuovi residenti, per la maggior parte europei, desiderosi di vivere in un paradiso sudamericano dove le loro pensioni bastano a fargli fare una bella vita.
La Colombia del post Escobar è stata additata e considerata benevolmente dalla maggior parte dei paesi industrializzati, Stati Uniti compresi, che l’hanno portata ad esempio per avere avuto la forza e il coraggio di avere fatto piazza pulita di contrabbandieri, narcotrafficanti, criminali minori e corruzione imperante. Eppure, non era la prima volta che si parlava bene di questa nazione e la si poneva come meta paradisiaca dove andare a vivere e prosperare.
Nel 1981, Medellin, la città in cui è ambientato il romanzo di Jeff Mariotte, Narcos, pubblicato in Italia da La Corte editore e l’unico ufficialmente basato sull’omonima serie televisiva, era già considerata al settimo posto tra i luoghi migliori al mondo dove andare a svernare secondo l’autorevole rivista Forbes. Un posto dove una corsa in taxi costava poco più di due dollari e le infrastrutture erano degne dei migliori standard occidentale. Una città in cui il tempo libero acquistava il sapore della vacanza perenne. E non solo, sempre Forbes considerava Pablo Escobar tra gli uomini più ricchi del pianeta, credendo (non si sa quanto ingenuamente) che lo fosse grazie alla sua compagnia di taxi attraverso la quale, in realtà, riciclava e camuffava i miliardi del narcotraffico internazionale. Insomma, negli anni Ottanta vivere a Medellin in Colombia era considerato da certi giornalisti il meglio del meglio.
Peccato che il romanzo di Mariotte è ambientato proprio in quel periodo e in quella città. Racconta la vita del giovane Jose Aguilar Gonzales che si arruola prima in polizia convinto di mettersi al servizio del bene, ma che poi gli bastano pochissime ore di pattuglia per capire come funzionano realmente le cose in Colombia. Qui c’è infatti un solo sovrano che ha creato un solo grande impero e che controlla tutto e tutti. E così Jose ci mette un attimo a comprendere da che parte vuole davvero stare e chi vuole davvero servire. Vuole essere un servitore di El Patrón. Di Pablo il Grande. E siccome è abilissimo nell’uso del coltello, viene addirittura soprannominato Giaguaro, diventando uno dei più spietati sicari di Escobar, e vivendo una esistenza di violenza assoluta che sconvolgerà tutta la sua vita.
Scritto in maniera semplice e lineare Narcos è un romanzo che si divora letteralmente perché la narrazione è fluida e ricca di particolare, lo stile immediato e i personaggi di assoluta fascinazione. Un libro diverso e originale che racconta una storia umana tanto incredibile quanto sanguinaria. Una bella prova letteraria.
Traduzione: Stefano Cresti
Editore: La Corte editore
Anno: 2019