LA PERDITA DELL’INNOCENZA
Maya ha quindici anni. È bella, pericolosa, irriverente. È un sole attorno a cui girano molti pianeti, soggiogati dalla sua sfrontatezza. Ha un potere di attrazione così forte, che quando una mano rabbiosa si alza per ucciderla, l’equilibrio del sistema si spezza, e ogni cosa comincia a vagare senza direzione.
Questo perché la ragazzina ha saputo costruire come un ragno la propria tela, costringendo parenti e amici a fare ciò che vuole. Nel corso della sua breve vita Maya è riuscita a piegare la volontà altrui con furia, cinismo e un pizzico di cattiveria. Un gioco facile, visto che tutti volevano solo un suo segno d’affetto, la sua compiacenza.
Pur soffrendo per la sua prepotenza, nessuno è infatti mai riuscito a tenerle testa e invece di trattarla come un’adolescente narcisista a cui andavano chiaramente posti dei limiti, le hanno dato quegli ampi spazi, che solo l’amore incondizionato di un parente, di un’amica del cuore o di un innamorato segreto possono concedere. Spazi di cui lei si è sempre approfittata senza riguardo.
È quindi inevitabile che per qualcuno la passione finisca un giorno col tramutarsi in odio incontenibile. Purtroppo però chi la uccide, fa male i suoi conti, perché anche da morta la “ragazzina ragno” continua a sconvolgere le vite di coloro che teneva stretti nella sua tela. Maya nasconde infatti uno spregiudicato segreto e la ricerca del colpevole si trasforma per tutti in un imprevisto viaggio interiore, attraverso cui combattere i propri fantasmi più neri. Ognuno ha infatti un dolore profondo, che la morte violenta di Maya riporta prepotentemente alla luce.
Letizia Vicidomini ci conduce in questo percorso introspettivo con mano sicura, tendendo i fili della storia e poi dipanandoli lentamente fino alla dolorosa soluzione del caso. L’interazione tra i diversi personaggi durante l’indagine ci regala uno spaccato di varia umanità, dove la riflessione sul disorientamento giovanile e sulla mancanza di punti di riferimento sufficientemente saldi da sopperire alla tentazione di facili appagamenti, si affianca ai temi della genitorialità, della solitudine, dell’incapacità di prendere semplicemente in mano le situazioni difficili, prima che sia troppo tardi.
Il tutto, nella prosa calda, schietta e avvolgente a cui l’autrice ci ha abituati, specchio di quella Napoli ritratta così bene nei suoi vicoli, nei suoi profumi, nella parlata verace e nelle molte contraddizioni che la rendono uno dei palcoscenici più misteriosi e intensi in cui mettere in scena un romanzo.
TRAMA
C’è una ragazzina che domina il suo mondo domestico come una sovrana dispotica: ordina e stabilisce regole, impone il proprio volere, allunga le zampe come un ragno al centro di una delicatissima ragnatela. Gestisce qualcosa di troppo grande per lei. E viene uccisa, per questo. C’è un ragazzo muto, che però ascolta e vede quello che accade intorno a lui: a volte troppo, e questo potrebbe costargli molto. C’è una famiglia disgregata, fatta da individui soli, compressi nel proprio piccolo universo di minuscoli piaceri e grette soddisfazioni. C’è una donna che sente forte la necessità di correre in aiuto di chi ha bisogno, che chiama a sé un anziano commissario in pensione affinché insieme possano spiegare una morte iniqua. C’è tanto da capire di una giovane vita spezzata. Più complessa, più adulta, più sporca di quanto dovesse essere alla sua età. Ingiusta. Come la vita sa essere, a volte.
La ragazzina ragno
LA PERDITA DELL'INNOCENZA Maya ha quindici anni. È bella, pericolosa, irriverente. È un sole attorno a cui girano molti pianeti, soggiogati dalla sua sfrontatezza. Ha un potere di attrazione ...