VITA DA ESPATRIATI, VITA DA BRIVIDI

Tessa Kollen conosce molto bene l’ambiente multiculturale e diplomatico nelle terre d’Africa e lo descrive con amara e precisa acrimonia. Peccato che lo stile sia eccessivamente spigliato nella descrizione di persone sempre sull’orlo di una crisi di nervi e non renda giustizia al cento per cento all’affresco rappresentato, rischiando qualche volta di scivolare nella pochade (ma fermandosi sempre un attimo prima, per fortuna).

Il quadro che ne risulta è comunque chiaro ed estremamente realistico e la storia è piccante al punto giusto: invidie, tradimenti, un omicidio e…tante donne avvolte dalla calura, dall’infelicità e dall’alcol. Un cocktail micidiale.

Soprattutto se nel mezzo galleggiano non cubetti di ghiaccio, ma i sospetti di affari sporchi in cui potrebbero essere coinvolte alte cariche del mondo diplomatico, affaristi senza scrupoli e tutto il bel mondo che gira attorno al denaro, sempre e ovunque. Insomma, c’è veramente di che divertirsi (e apprendere) in questo giallo che sembra scritto da un’Agatha Christie col dente avvelenato.

“Potresti scrivere un libro sulle riunioni del PTA” ridacchiò Fiona. Sandy si era premurata di riempire di nuovo i bicchieri durante la conversazione e l’alcol cominciava a fare effetto. “Oh, è già in programma!” esclamò Carrie “Uno studio sulla gabbia dorata della vita da espatriate.” “Parlerai anche di noi?” si informò Sophie con circospezione, indossando di nuovo la sua maschera. “Dipende” fu la risposta.

Il finale è un po’ affrettato, sembra quasi che all’autrice interessi poco far salire il pathos prima del disvelamento di crimine e criminale, o forse si è trovata a disagio nel tirare i fili della vicenda. Il risultato sono due capitoletti veloci veloci, senza approfondimento, quasi didattici. Peccato, perché la storia si legge bene e lascia intendere sviluppi più elaborati e una conclusione potente.

Una lettura comunque piacevole e “pepata”, indicatissima ai lettori che – per lavoro o svago – pensano di viaggiare prossimamente in terre lontane. Meglio prevenire che curare, datemi retta.

TRAMA

Chi non vorrebbe vivere, almeno per un periodo della propria vita, come un ambasciatore o un top manager? Belle residenze, personale domestico sempre a disposizione, ricevimenti, viaggi in Paesi esotici, ma siamo sicuri che questa vita privilegiata non possa trasformarsi in una gabbia dorata? In una scuola internazionale, istituzione esclusiva destinata ai figli di questa élite, si incontrano madri di varie nazionalità, che spesso, al seguito dei propri mariti, finiscono per perdere la propria identità. Intrappolate in regole di cui la loro cerchia esclusiva esige il rispetto, diventano alla fine soltanto le “mogli di” o le “fidanzate di”. Inappagate nelle proprie aspirazioni, alcune di loro decidono di ritrovarsi una volta alla settimana per dar sfogo alle frustrazioni e scambiarsi, davanti a uno o più bicchieri di vino, gli ultimi pettegolezzi. Le loro vite vengono però sconvolte dall’assassinio della consulente scolastica dell’istituto frequentato dai figli. La donna non era certamente persona amata, ma chi poteva desiderarne la morte, e perché? Una comunità stravolta dall’omicidio rivela così la differenza esistente, specialmente in quel mondo dorato, tra sostanza e apparenza.

Traduzione: Daniela Di Falco

Ascoltate l’incipit letto da Barbara: