Gli ultimi giorni della nuova Parigi

Gli ultimi giorni della nuova Parigi

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Published: 24/06/2020

Format: Brossura

ISBN: 9788834740279

PARIGI, OH CARA?? CERTAMENTE NON IN QUESTO CASO.

di BARBARA MONTEVERDI

Fantascienza surrealista. E ho detto tutto. Nel senso che se non si conosce qualcosa del movimento artistico dei surrealisti, ci si perde dopo la prima pagina (ma, per fortuna, il libro è corredato da una nutrita e completa serie di note esplicative).

China Miéville è certamente uno scrittore inquietante e immaginifico, tanto che ho provato ammirazione e sgomento per il traduttore che ha affrontato questo testo: deve essere stato un lavoro complicato dare un senso narrativo in italiano (lingua decisamente più prolissa dell’inglese) a un racconto così demoniacamente opulento. E non ho potuto fare a meno di pensare (senza nulla voler togliere all’abile Pierluigi Fazzini) a come sarebbe stata la traduzione da parte di Italo Calvino, unico a cimentarsi con i testi di Boris Vian con risultati strepitosi.

Storia irraccontabile ambientata in una Parigi irriconoscibile durante l’invasione nazista negli anni ’50 del 900 e abitata (si fa per dire) da presenze aliene tra cui i manif, non particolarmente amichevoli.

La presenza all’interno dell’elmo lo fissava. Sbatté le palpebre e il metallo tremò. Lui e l’essere erano le sole cose che si muovevano (…) Stava aspettando che lo uccidesse continuando a fissarlo negli occhi senza mostrare resistenza. Era stato il primo di molti manif a comportarsi così. L’essere dondolava su e giù tra la carne e i detriti del luogo della mattanza. Si impennò sette, otto metri in altezza, un impossibile miscuglio tra una torre, un uomo e un enorme scudo, tutto fuori scala che andava a formare un corpo minaccioso.

I demoni, i mostri che il giovane Thibaut combatte fanno pensare agli incubi che tormentano le notti di tanti esseri umani lacerati dalla vita, e forse lo sono perché – pagina dopo pagina – ci si accorge che quel mondo funestato da combattimenti fulminei assomiglia terribilmente al terrore esistenziale, al panico che a volte ci assale quando la vita diventa davvero incomprensibile e aggressiva.

Più che un libro di fantascienza, a un certo punto sembra una seduta psicoanalitica che, però, non porta molto lontano, visto che non accade nulla se non un continuo girovagare per la città distrutta, schivando nazisti e mostri (la stessa cosa, in realtà) e solo in ultima ratio affrontandoli con rapidi scontri a fuoco. Per andare dove? Da nessuna parte, sembra, visto che chi è dentro la città non può uscirne in nessun modo, sia egli assalitore o assalito.

Miéville ha, però, comprensione per il lettore che sballotta come una pallina da ping pong e spiega (a modo suo, saltellando tra i capitoli e le mattanze) da cosa ha preso il via questo incubo: risale tutto al 1941 quando, a Marsiglia, un gruppo di surrealisti si incontra con l’ingegnere americano Jack Parsons che rende concreto il potere immaginativo degli artisti per creare entità che permettano la sconfitta dei nazisti. Idea balzana che trascina il mondo in una terribile iper-realtà.

I surrealisti disegnavano e nascondevano quello che avevano fatto, ripiegando il foglio per oscurarlo. Poi si passavano questi fogli e gli altri aggiungevano immagini senza vedere quello che c’era nella parte ripiegata. Guardandoli, Parsons espirò contemporaneamente a una folata di vento che scosse un dipinto dimenticato sulla chioma dell’albero fuori. (…) Forse proprio qui, mentre facevano stupidi giochi per beffarsi degli autori di omicidi di massa, forse un macchinario che lui aveva costruito per fare i calcoli (…), forse poteva riuscire anche in qualcos’altro. Qualcosa che poteva dar fastidio ai nazisti.

Alla fine, tutto questo ha dato un po’ di fastidio a me, perché mi sono convinta che, con la sua scrittura tecnicamente impeccabile, Miéville non ha fatto altro che farci assistere alla sessione di un gioco Playstation dove si sparano, ci si nasconde, si viene assaliti da esseri improbabili e non finisce mai, se sei bravo vai avanti fino ad avere le dita ad artiglio e gli occhi infossati.

Probabilmente sono troppo agée per apprezzare questa nuova strada presa dalla fantascienza, non so. Sta di fatto che mi è rimasta dentro una sensazione di stanchezza affranta, anche se devo ammettere di aver scoperto un autore capace. Però, in questo caso, vi devo donare tutte le mie perplessità. Magari sarete voi a spiegarmi il senso di questa lettura impegnativa e tanto, troppo, oltre.

TRAMA

1941. A Marsiglia nel caos della guerra, l’ingegnere americano e discepolo occulto Jack Parsons cerca di catturare e incanalare il potere immaginativo dei surrealisti, al fine di sconfiggere il Reich. Il suo esperimento cambierà il corso della guerra – e il volto della città – per sempre. 1950. Il surrealista Thibaut, cammina per le vie di una nuova e allucinogena Parigi, dove i nazisti e la Resistenza sono intrappolati in un conflitto senza fine, e dove le strade sono infestate da immagini e testi viventi – e dalle forze dell’inferno. Per fuggire dalla città, Thibaut dovrà unire le forze con Sam, un fotografo americano intento a documentare le atrocità del conflitto. Ma quando Sam viene cacciato, emergeranno nuovi e inquietanti segreti che metteranno alla prova tutte le loro convinzioni sulla lealtà dell’uno verso l’altro, sulla vecchia e la nuova Parigi, e sulla realtà stessa che li circonda.

Traduzione: Pierluigi Fazzini

Ascolta l’incipit letto da Barbara:

 

3.7Overall Score

Gli ultimi giorni della nuova Parigi

PARIGI, OH CARA?? CERTAMENTE NON IN QUESTO CASO. di BARBARA MONTEVERDI Fantascienza surrealista. E ho detto tutto. Nel senso che se non si conosce qualcosa del movimento artistico dei ...

  • Trama
    3.0
  • Suspense
    3.0
  • Scrittura
    5.0

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