QUANDO VIVERE INCENDIA L’ANIMA

Cosa lega, a 27 anni di distanza, una sedicenne nera uccisa da due colpi di pistola, suo fratello Shawn e una farmacista coreana? Li unisce la grande America delle opportunità mancate, la violenza che si respira anche nei quartieri marginali ma non malfamati, la tristezza di vite al limite.

Questo thriller parla di rivolte pubbliche e private, di avvenimenti rimossi o taciuti, di persone che vivono a Los Angeles come se fossero sulla Luna, o all’inferno. Non riconosciamo la città di tanti film e di svariati romanzi: questa è una terra di nessuno, arida e disperata anche quando non sembra sia così e ciò che rende terribile il racconto è che si basa su una storia vera accaduta il 16 Marzo 1991 e di cui non vi racconto nulla per non rovinare la sorpresa (e la durezza) della storia. Che vale senz’altro la pena di essere letta e meditata.

Quello che vedeva in televisione, sui social, e che accadeva a sconosciuti in luoghi del mondo altrettanto sconosciuti aveva importanza, ovviamente, ma non faceva parte della sua vita. Non poteva permettere che tutto ciò influenzasse negativamente ciò che sapeva essere vero, la bontà di fondo e l’importanza delle persone che amava. Perché altrimenti non era migliore di Miriam. Yvonne raccolse un’ultima lacrima, come una minuscola perla, con l’unghia dell’anulare. Si strofinò il naso con un piccolo sospiro per calmarsi, e poi infilzò un pezzo di melone con una forchetta. La porse a Grace, tenendo una mano sotto per prendere eventuali gocce di succo. “Assaggialo”, disse con un sorriso fragile.

Al di là del racconto vero e proprio – pieno di colpi di scena ed avvincente – quel che coinvolge il lettore è la coscienza di quanto sia difficile e irto di ostacoli il cammino per una reale integrazione interculturale nel nostro mondo, fatto di migliaia di piccole o grandi realtà con origini culturali differenti; di quanto sia complesso vivere in bilico tra una esistenza che non ci appartiene più – se non nel cuore – e quella nuova che non ci appartiene ancora. E l’occhio degli altri sempre pronto a scavarti nell’anima.

Pensiamoci quando andiamo a portare i nostri pantaloni al sarto cinese di turno, o quando compriamo un profumato kebab dal ragazzo turco o marocchino, o algerino, sotto casa. Abbiamo di fronte persone, problemi, difficoltà e fatica. Mica tanto diversi da noi, no?

Traduzione: Andrea Russo

Se volete sentire l’incipit letto da Barbara Monteverdi: