TWIN PEAKS FRANCESE COLPISCE ALLO STOMACO
Quando si ha voglia di leggere un thriller fatto bene, quando si ha voglia di leggere un thriller originale, molte volte conviene rivolgersi ai cugini d’oltralpe. Con tutti i rischi connessi, ma quando si azzecca il romanzo giusto allora lo si legge in un soffio. Ed è questo il caso, il romanzo di Victor Guilbert “Douve” tiene incollati alle pagine con una suspense ampia e infida.
Pubblicato dalla casa editrice francese Hugo Thriller (e già questo è un buon inizio/indizio) “Douve” è il primo thriller di Victor Guilbert, un esordio osannato dalla critica francese. La storia è una ricerca della verità attraverso il racconto della madre, un romanzo nel romanzo, un susseguirsi di ripetizioni che si dipanano verso una verità sempre più lontana e sempre più profonda.
Olivier Norek dice di questo romanzo che è Twin Peaks in francese ed effettivamente ha tutti gli ingredienti per esserlo. Ambientato in un paese sperduto della Francia, dove l’unica strada che lo attraversa si chiude con l’ingresso in una foresta di conifere nera e paludosa. Un paesino fatto di poche case, un hotel, un comune e un negozio di alimentari aperto 3 giorni alla settimana. Oltre alle poche case intorno segherie … molto Twin Peaks.
Piove, piove sempre, o quasi, piove anche quando nel resto della Francia c’è il sole. Piove come una condanna da scontare. Il protagonista Hugo Boloren è un ispettore, figlio di un ispettore e di una scrittrice. Boloren è chiamato ad investigare su un omicidio ma non da incarichi ufficiali ma per scoprire di più sul suo passato. Douve è il paese che ha nelle vene, così diceva il padre. Douve è il paese dove 40 anni prima la madre scrisse il suo romanzo “L’évadé” ispirandosi dai fatti di cronaca che colpirono il paesino.
Un romanzo ciclico che nella ripetizione trova il passo successivo. Tutto si ripete, si ripete il fatto che Hugo abbia il paese nel sangue, si ripetono le sue relazioni che si sono rotte, si ripete la birra che scorre a fiumi … La birra del Colonello. Un racconto attuale che divide il passato con il racconto della madre. Due romanzi che si incontrano e portano il protagonista alla soluzione del caso.
Una scelta narrativa che ricorda il romanzo “Il manoscritto” di Thilliez, ma che Guilbert costruisce in maniera differente, senza l’eccessiva suspense o meccanismi “tourne page”. La storia ci trascina per il collo fino in fondo, tutto sembra così lontano e impossibile fino alla conclusione più sorprendente che si possa escogitare.
Un vero thriller dalle atmosfere alla Lynch, una storia che colpisce.
TRAMA
” Le gamin a Douve dans les veines. ” Cette phrase, prononcée par son père quand il n’était encore qu’un enfant, l’inspecteur Hugo Boloren ne l’a jamais oubliée. Alors quand il apprend qu’un meurtre a eu lieu à Douve, il y voit un signe. Son père est mort, l’Alzheimer a dilué les souvenirs de sa mère ; c’est sa dernière chance de comprendre en quoi ce village perdu au milieu d’une forêt de sapins lui coule dans les veines. Tout ce qu’il sait, c’est que son père, policier lui aussi, a été envoyé à Douve il y a quarante ans pour enquêter sur la fuite médiatisée d’un Islandais accusé de meurtre, et que sa mère, journaliste, l’a accompagné pour écrire un livre sur l’affaire. Que s’est-il passé là-bas et pourquoi ont-ils toujours refusé d’en parler ? Armé du livre écrit par sa mère, Hugo Boloren va plonger dans ce village peuplé d’habitants étranges, tous unis par un mystère qui semble les hanter. Au fil de son enquête, une question va bientôt s’imposer : et si le meurtre qui a récemment secoué le village était lié au séjour de ses parents, quarante ans plus tôt ?
Douve
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